mercoledì 20 giugno 2018

Immigranzia

http://www.linterferenza.info/contributi/salvini-la-sinistra-la-decenza/

La discussione sull'immigrazione è un indice dello stato penoso della sinistra, anzi dell'inesistenza della sinistra. Infatti, la sinistra esiste solo se ci sono politiche di riformiste e progressiste, nel senso di tenere a bada il Capitale. Ora, queste politiche non esistono più. Dunque la sinistra non esiste, poche storie. Bisogna costruire una vera alternativa, possibilmente di classe e socialista, tenendo fermi i punti di un'analisi marxista ma lasciando perdere l'aggettivo sinistra, che al momento è inservibile.

Per fortuna c'è ancora qualcuno come il succitato che tende invece a ragionare e non a buttarsi su pochi ruvidi concetti da usare come armi contro il proprio nemico (fascisda, razista, mondialisda, servo di Soros ecc.).

"In particolare nell’articolo sottolineavo che ad oggi quel che ritengo più temibile non è tanto che Salvini compia atti “disumani” sui migranti – come vedremo lo ha fatto e lo fa chi lo critica – ma un pericoloso inquinamento culturale che finisca per far diventare senso comune la diffidenza e il fastidio per l’Altro."

Ecco centrato il punto fondamentale. Salvini non ha mai compiuto atti crudeli contro gli immigrati come i suoi avversari (che sono peggio di lui) gli rinfacciano. Bloccare una ONG e offrirsi di nutrirne i passeggeri non è proprio un atto così disumano, confrontato al securitarismo di Macron a Ventimiglia. Semmai è il clima concreto che crea la Lega di contrapposizione tra proletari, di portare la discussione sugli effetti e non sulle cause dell'immigrazione, sulla piccola criminalità che è deleterio per una forza di classe e socialista. 

Altro punto fondamentale:

"Ora, io personalmente ritengo la rapina neo-coloniale dei Paesi da cui provengono ad esempio i migranti dell’Africa subsahariana una guerra fatta con altri mezzi. Una guerra che ha conseguenze atroci e subdole. Così subdole che poi qui in Occidente ci dilettiamo in questa suddivisione bizantina: rifugiati vs migranti economici.

No! Non è così (e penso che Gino Strada concorderà): le guerre fatte coi proiettili e con le bombe e quelle fatte coi debiti e la rapina dei beni nazionali fanno parte dello stesso pacchetto. Le statistiche dell’ISPI non assolvono la nostra coscienza occidentale e le nostre responsabilità."
Punto fondamentale. Non c'è alcuna distinzione tra rifugiati e immigrati economici (bandite per favore il termine migranti, non sono mica in Erasmus!). La globalizzazione e liberalizzazione delle economie africane, su cui i legaioli che oggi si lamentano dell'immigrazione non hanno mai aperto bocca, è la vera causa dell'emigrazione, processo dentro il quale ci stanno anche delle guerre, ma non solo.

Sul resto per ora mi taccio in cerca di altro materiale. 

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