lunedì 13 gennaio 2020

Il governo Conte di Montecristo


Tra uno sbadiglio e l'altro il governo Giuseppi va avanti. Trattasi del governo politico più soporifero della storia italiana. Persino alcuni governi tecnici erano più entusiasmanti.

Una cosa però non può che stupire: non è quel governo d'assalto liberista e fascista che vorrebbero i padroni (un PD o un Monti per fare qualche esempio). Certo, questo è comunque un progetto di lungo periodo da tirare fuori al momento opportuno. Nonostante le apparenze di governo dei poteri forti, non è infatti questo il loro volere. Le privatizzazioni estese di sanità e scuola pubblica procedono più a rilento del previsto e anche l'avvallamento atlantico ed europeo avviene sì, ma con non pochi mal di pancia. Insomma, Conte è un bravo scolaro ma non eccellente. Ciò è dato dalla natura delle forze di governo in campo: un PD zingarettiano molto più titubante, pur nella sua scorza interna servile e liberale, a causa di eccessive batoste elettorali e un 5 stelle non certo desideroso di fare la stessa fine, nonostante le recenti giravolte non dovrebbero illuderli in proposito. Giggì sarà pure scemo ma le addizioni almeno le sa fare: se andiamo ad elezioni senza niente in mano, lo scureggione mangiapanini ci fa a pezzi. Dunque che cosa si è fatto venire in mente? Governare senza servire troppo i padroni o almeno farlo discretamente, piano e poco, e portarsi a casa qualche contentino ed elemosina per il suo elettorato, come il reddito di cittadinanza. E lì i voti dovrebbero risalire. Da qui l'idea che a tutti è sembrata oscena e vergognosa di allearsi con il Satana in persona, il PD, ma che rispetto a quanto ho detto prima ha una sua logica. 



Ma. Ma c'è un ma. Ciò con cui Giggino non ha fatto i conti è la sete di sangue dei padroni italiani. La crescita italiana è fanalino di coda dell'Europa e i dividendi dei padroni italiani non sono ancora abbastanza alti. Nonostante le sforbiciate e le privatizzazioni persiste ancora il baraccone statalista ereditato dalla DC, indispensabile ai vari partiti per distribuirsi la macchina statale e soddisfare i propri uomini e i propri elettori. Per non parlare di un sistema sanitario elefantiaco e disorganizzato per quanto tra i migliori al mondo, ma assolutamente pubblico, per non parlare di scuola e università. Certo, tutti questi settori sono già stati pesantemente infiltrati dalle aziende attraverso partecipazioni e leggi ad hoc. Ma non basta. La crisi capitalistica si fa pesante e i capitalisti hanno bisogno di compotere col mercato. E come tutti i capitalisti, l'unico modo per farlo non sono tutte le scemenze di cui si riempono la bocca icompotenti come l'innovazione, la tecnologia e il merito ma sono le bastonate ai lavoratori, l'annullamento dei loro diritti, il loro sfruttamento e l'abbassamento dei loro salari. Da qui il sempre maggior numero di vertenze, dall'ILVA ad Arcerol Mittal. In tutti i casi il governo tentenna.

La deriva reazionaria che sta prendendo piede in tutto il mondo non fa ben sperare in questo senso. Ovunque ci voltiamo neoliberismo fa rima con fascismo. In questo senso chi strepita di populismi fascisti non è che un povero idiota senza appello. Quello che osserviamo è la reazione fascista padronale, a prescindere dal fatto che chi se ne fa portavoce è rosa (Lenin Moreno), blu (Macrì) o nero (Bolsonaro). In Italia si sta già creando in provetta il nuovo fascioliberismo: ovvero un governo del cessodestra a trazione salvianiana o (ancora meglio) meloniana. Epurata di ogni briciola di anti-europeismo, allineata al trumpismo-bannonismo e al sionismo, con qualche rimasuglio di timidissimo filo-putinismo che ai padroni italiani non dispiacerebbe, ma che non può esprimersi per diktat d'oltreoceano; questo è la rinnovata Lega di Matteo Salvini, un portentoso strumento nelle mani dei padroni. Questi infatti hanno visto che grazie al loro uomo sono stati in grado di far passare il divieto di blocco stradale, una legge fascista che azzoppa qualsiasi manifestazione, una manna per le future repressioni che si abbatteranno sui disperati. E non solo l'ha fatta passare, ma ha convinto anche molta gente che da quella legge verrà mazzuolata che si tratta di una buona legge e che chi vuole abolirla è un servo degli accoglioni piddini. I quali, pur avendolo promesso, non osano abolire l'infame decreto per il niet che gli viene dall'alto. 



I padroni si sono subito accorti dell'abilità incredibile di questa loro creatura. E la pompano come se non ci fosse un domani. Ormai da anni i media riportano qualsiasi scoreggia di Salvini e i suoi avversari si prestano a questa commedia. E preparano già il programma del prossimo governo: autonomia differenziata, Flat Tax e strette repressive sulle lotte sociali. Un programma pensato per disarticolare i rimasugli di statalismo da Prima Repubblica in una miriade di feudi e di Far West all'americana dove il più forte (le imprenditorie del Nord produttivo) beccano tutto. Spazzare via interi pezzi di welfare senza neanche prendersene la diretta responsabilità. 

Da ciò ne consegue un fatto. Il governo non è destinato a durare. Non tanto per l'eterogeneità della compagine governativa, ma per le pressioni centrifughe. Sia da fuori, nell'opposizione che i media consegnano felici al solo e unico Matteo Salvini, coadiuvato da Giorgia Meloni e dal vecchio magnaccia di Arcore (quest'ultimo molto più in sordina), ma anche da dentro, con il vecchio volpone Matteo Renzi che si è affrettato a scindersi insieme ai suoi sodali, forse però un tantino in anticipo sulla tabella di marcia e quindi costretto a continuare a sostenere il governo. Soffermiamoci su questo punto: perché scindersi proprio in questo momento e poi ritornare frettolosamente sui propri passi sostenendo il governo? Non possiamo, almeno per il momento, comprendere le reali implicazioni dietro questo gesto. Di certo sappiamo che il secondo (o il primo, a seconda del momento) Matteo, cioè il Renzi, ha l'abitudine, da maratoneta qual'è, di correre sempre troppo. Così è rovinato in passato e così rischia di rovinare di nuovo. Quest'azione azzardata di Renzi, per cui i commentatori politici di regime hanno digrignato i denti, è indicativa se non altro di un senso di distacco rispetto all'esperienza del governo Conte, pur dovendolo sostenere per mantenere la facciata. Il fatto che nel nuovo partito di Renzi, Italia Viva, sponsorizzato a destra e a manca dai soliti poteri, confluisca persino qualche politico del cessodestra e del peggior affarismo italiano, è la prova lampante che qualcosa sta bollendo in pentola. Non sappiamo ancora cosa, ma tutto fa propendere per una solidarietà col progetto del cessodestra salviniano al governo, non attraverso il voto ma attraverso il sabotaggio del governo dall'interno. 



D'altronde, pur nella sua titubanza, dettata unicamente da pavidità ed indecisione non certo da un istinto eroico, anche il cessosinistra deve cedere. Loro lo sanno da quando si sono arresi al nemico ormai 30 anni orsono, l'unico problema sono i loro elettori. Loro sanno che per servire i padroni del vapore in UE devono venire a patti con il più vergognoso nazismo ucraino e devono mandare in soffitta il loro supposto anti-fascismo nel nome dell'anticomunismo. Ed è per questo che hanno votato senza fiatare la mozione europea che equipara nazismo e comunismo, insieme ai loro sodali del Partito Socialista Europeo. L'unico problema sono i loro elettori, circuirli richiede tempo e soldi (Sardine). 

Insomma, ormai è tutto un gioco delle parti. Ma dietro ai commedianti c'è che sa giocare davvero. Che sia il buffone spompinapreti e sventolarosari a giocare la parte del nuovo garante degli interessi padronali dietro la fuffa di negri, presepi e crocifissi? Di certo la Lega, partito con una solida esperienza di governo regionale e comunale e con una solida base sociale nell'imprenditoria settentrionale, è il partito maggiormente candidato per questo ruolo. D'altronde, non ci sono tante altre alternative. La Meloni è niente più che una spalla, per quanto molto più in crescita. Il centrosinistra e i 5 stelle sono in bancarotta. La Lega si offre sempre di più come partito in linea col sistema e solo sotto questo profilo, si può comprendere l'elogio dell'euro fatto da Salvini sul Foglio, ormai comprimario nell'ascesa del buffone tramite la prezzemolina Annalisa Chirico. La zoccola d'alto bordo infatti, tra una spompinata al commendatore e una al politicante democristiano è riuscita a mettere insieme un bel po' di persone, che hanno benedetto la Santa Alleanza tra renziani e legaioli in un pubblico incontro. 




Perché dunque questo abbandono improvviso e definitivo della battaglia anti-euro proprio quando andava più tirata fuori dal cilindro per cavalcare l'opposizione a Conte? Semplicemente, perché la Lega ha necessità di accreditarsi con chi comanda IN QUESTO MOMENTO. Ovvero, la caduta del governo non è così lontana e questo sarebbe un altro punto a favore della nostra tesi. Come volevasi dimostrare. Il governo Conte di Montecristo si deve preparare alla vendetta...


Nessun commento:

Posta un commento