Una cosa alla volta. Innanzitutto dobbiamo ricordare che il socialismo, a differenza delle altre forme di organizzazione politica, non si basa su una dottrina che si presenta lì bella e pronta da applicare in ogni tempo e in ogni luogo, come la democrazia ammmeriggana esportata a suon di bombe. Il socialismo infatti, o almeno l'unica forma di socialismo che abbia potuto realmente contare qualcosa (quindi niente trozkismo e consiliarismo) è basata sul marxismo e sul metodo dialettico. Questo metodo permette di comprendere come la realtà sia in continuo mutamento e in continua evoluzione, pertanto bisogna sempre cercare di adeguare i pensieri nella propria testa alla realtà esterna e non il contrario, altrimenti si entrerebbe in una forma di idealismo soggettivista che ritiene il pensiero superiore alla materia, degradata a pura passività da cui trarre dei dati. Anche questo punto può portare il veganesimo a favore del marxismo: certo, lo sappiamo tutti cosa Marx e Engels pensavano dei vegetariani. Però sappiamo anche cosa pensavano degli omosessuali. Perché erano uomini del loro tempo, e soprattutto di loro non ci interessano le loro opinioni personali ma il metodo dialettico e il materialismo storico. Insomma, nella dialettica materialista l'animale è qualcosa di sussistente e realmente esistente al di fuori di noi, non è una semplice passività su cui esercitare la nostra egemonia. Una cosa che però ci insegnano Marx ed Engels è che della scienza, del dominio dell'uomo sulla natura non possiamo fare a meno, in quanto si tratta di un processo inarrestabile. Pertanto ogni cambiamento deve tenere conto di questo fatto, cosa che i compagni cinesi hanno ben capito ( e qua ci sarebbe da aprire una lunga parentesi).
Altro punto. Bisogna separare il veganesimo dall'ambientalismo, dall'ecosocialismo e da altre ideologie simili, sottomesse al capitale. Per fare riferimento a quanto appena detto, i compagni cinesi stanno facendo per l'ambiente più di quanto fanno gli ambientalisti da poltrona di casa nostra, che hanno sostenuto governi filo-padronali e soprattutto per nulla ambientalisti. Solo all'interno del socialismo ci sono possibilità per l'elevazione materiale e intelletuale dei proletari e quindi una maggiore possibilità di accettare e diffondere la dieta vegana, mentre nel paese capitalista per eccellenza (Usraele) il WASP medio drogato di televisione, hamburger e discorsi di Trump pensa che tutto il mondo attorno a lui deve perire per soddisfare il suo stile di vita insostenibile. Sono questi che comandano da quelle parti, i progressisti arricchiti delle città anche se sono vegani contribuiscono a far odiare alle masse questo stile di vita e non vengono votati da nessuno. Per non parlare delle minoranze universitarie, tutte intrise di differenzialismo e ridotte all'impotenza.
Inoltre, il vegano se vuole combattere per l'emancipazione degli animali deve prima emancipare gli uomini. Il progresso nei diritti degli animali non può separarsi da quello dei diritti degli uomini. Un uomo abbrutito e ignorante a causa della miseria a cui lo costringe il sistema capitalista di sicuro non si compra il seitan. Il vegano deve quindi prima combattere insieme ai proletari onnivori contro lo sfruttamento dei padroni (anche se sono vegani) e solo mentre ciò avviene può porre anche il problema dell'emancipazione degli animali. Questo può avvenire solo con la realizzazione del socialismo e può essere pensato solo attraverso un pensiero dialettico. In particolare ci viene in aiuto Mao, che parla di contraddizioni principali e secondarie. Compagni vegani, rassegnatevi, io mangio solo frutta e verdura tutto il giorno perché ritengo che si possa vivere benissimo senza massacrare in continuazione un altro essere vivente. Però capisco anche che questa mia presa di coscienza in questo momento non può esser universalizzata, mancando le condizioni per farlo. E questo lo sapeva benissimo Mao che ai marxista occidentali che pensavano dogmaticamente che il proletariato occidentale avrebbe liberato il Mondo, diceva che la contraddizione principale è tra paesi poveri che si devono sviluppare (anche in maniera capitalistica) e i paesi ricchi già sviluppati, a cui si aggiunge poi SOLO nelle zone più sviluppate il conflitto tra il proletariato e i capitalisti. Stessa cosa per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni degli animali.
Per concludere: perché stalinista? Perché i trozkisti sono carogne infami.
Attilio sei vivo? Cosa è successo su twitter?
RispondiEliminaChi minchia sei? Fuori dal mio Santo Blog!
RispondiElimina