tag:blogger.com,1999:blog-44333831658468028972024-03-13T12:07:05.902-07:00Stalinismo VeganoLord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.comBlogger22125tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-400752453646942192020-10-24T04:57:00.000-07:002020-10-24T04:57:13.809-07:00Elezioni in Bolivia: Le analisi non sono adatte ai riformisti (II)<p> <i>Traduzione dallo spagnolo fatta con un traduttore a solo scopo informativo e senza grandi pretese</i></p><p>di <b>Carlos Aquino G</b></p><p>Indubbiamente, noi che abbiamo una concezione dialettico-materialistica del mondo e della storia, tenendo conto della realtà concreta dell'offerta di opzioni elettorali e della situazione politica boliviana e regionale, non possiamo che accogliere con favore il trionfo dei candidati del MAS-IPSP.</p><p>Tuttavia, affinché le legittime sensazioni di gioia, euforia o felicità non offuschino ulteriormente la nostra capacità di analisi, è anche necessario sottolineare che - sia da parte del nuovo governo, sia da parte delle organizzazioni popolari e patriottiche, rivoluzionarie e antimperialiste in Bolivia e nel mondo, deve esserci una valutazione chiara e completa dei quasi 14 anni di gestione del governo da parte del MAS-IPSP, compresi i vari errori che hanno alimentato il suo logorio e la perdita di sostegno popolare operaio, e anche la qualifica del ruolo che ha svolto come partito di governo di fronte alle azioni di colpo di stato dello scorso novembre.</p><p>Va ricordato che, ad eccezione delle elezioni del 20 ottobre 2019, il voto presidenziale a favore del MAS-IPSP è stato abbastanza forte: 53,7% (2005), 63,9% (2009), 61,0% (2014), 47,08% (2019) e 54,85%[1] (2020); con una netta differenza rispetto alla seconda opzione più votata: 25,2% (2005), 37,2% (2009), 36,5% (2014), 10,57% (2019) e 25,93%[2] (2020).</p><p>Anche con l'eccezione delle elezioni dello scorso anno, le votazioni per il principale candidato dell'opposizione si sono mantenute entro una percentuale ben definita: 28,6% (2005), 26,7% (2009), 24,5% (2014), 36,51% (2019) e 28,92%[3] (2020).</p><p>Qualcuno potrebbe sostenere che l'eccezionalità dei dati delle elezioni di ottobre 2019 non sia dovuta a un "voto punitivo", ma piuttosto a una "astensione punitiva" (che, tra l'altro, è uno dei principali fenomeni elettorali che abbiamo visto in Venezuela negli ultimi 13 anni), ma i dati di partecipazione in Bolivia demolirebbero tale affermazione: 84,5% (2005), 95,7% (2009), 87,9% (2014), 88,3% (2019) e 88,4% [4] (2020).</p><p>In vista delle recenti elezioni del 18 ottobre, dieci organizzazioni politiche della sinistra boliviana (tra cui il Partito Comunista Boliviano, PCB) hanno firmato una dichiarazione in cui si sottolinea "Ribadiamo il nostro sostegno militante alla candidatura del Movimento al Socialismo-IPSP guidato dal binomio di Luis Arce Catacora e David Choquehuanca", sottolineando come essi abbiano "sostenuto le misure progressive del governo del MAS in un particolare momento storico, consapevoli delle nostre differenze strategiche, e critichiamo ciò che non è stato fatto", pur ratificando di continuare "con l'obiettivo di trasformare la condizione capitalistica dipendente della Bolivia nell'orizzonte della liberazione nazionale e della costruzione del socialismo" [5].</p><p>L'organo di stampa del PCB ha sottolineato che, in particolare, per i comunisti boliviani</p><p>"In 14 anni di governo "progressista", segnato da conquiste per le masse impoverite, trascurate ed emarginate, il potere politico dell'oligarchia e dei suoi accoliti è rimasto intatto e non è stato raggiunto il potere della classe operaia e dei lavoratori in generale.</p><p>"Il governo dello Stato plurinazionale, ignorando ciò che è accaduto con processi simili nel contesto latinoamericano, persisteva nel suo atteggiamento di avvicinamento alle élite economiche, ritenendo erroneamente che esse avrebbero accettato il processo di cambiamento rinunciando alle loro aspirazioni di controllo e di dominio [...].</p><p>"Il processo si è fermato ed è regredito a livelli allarmanti, è necessario rivedere criticamente e autocriticamente quanto è accaduto, per trovare il modo di riorientare un processo che non è patrimonio di un raggruppamento politico [...] ma di tutto il popolo boliviano.</p><p>"Le organizzazioni della sinistra, e il Partito comunista boliviano, sono obbligati a costruire e percorrere il cammino unitario per una vera indipendenza e sovranità nazionale, strutturata intorno a criteri di classe e popolari, rifiutando posizioni collaborazionistiche con classi e settori allineati con i grandi capitali nazionali e stranieri."</p><p>In questo contesto, l'editoriale del giornale comunista ha spiegato che il PCB "insieme a diverse organizzazioni politiche di sinistra, sta lavorando alla ricerca dell'unità d'azione di fronte alla situazione, per recuperare il movimento popolare, democratico, rivoluzionario, anti-imperialista e anti-oligarchico". Per affrontare la destra, le sue espressioni fasciste, sostenere la riconfigurazione dello Stato di diritto, sia attraverso le elezioni che attraverso qualsiasi mezzo di lotta [...]", per cui la sua posizione "non può essere quella di mero spettatore passivo, ma quella di protagonista e coadiutore nella sconfitta della fascizzazione su tutti i fronti di lotta [...]" [7]" [7].</p><p>Queste proposte sono difficili da comprendere per chi, a causa a causa dell'accecamento che produce la fiducia nei miraggi e nelle fantasie illusorie - e senza presumere che abbiano la volontà cosciente di ingannare -, ha decretato che "i trionfi della sinistra in America Latina" significano processi "irreversibili" di cambiamento e che la nostra regione non sta vivendo "un'era di cambiamento", ma un cambiamento di epoca"[8], assumendo l'inizio di una presunta "nuova era in America Latina"[9], ignorando i limiti oggettivi della partecipazione alle elezioni o ai governi all'interno delle regole di uno Stato borghese e confondendole con la portata e il contenuto della conquista del potere.</p><p>Ecco perché i protagonisti del "progressismo" latinoamericano, inebriati da uno stile di gestione personalista e messianico, hanno in varie occasioni aggiunto la loro voce e le loro azioni agli attacchi storici della destra contro le istanze e le forze di trasformazione rivoluzionaria - soprattutto quando non li sostengono nelle elezioni o diventano scomodamente critici -, facendo emergere epiteti come " la sinistra del 3% in opposizione permanente, senza vocazione al potere, abituata a protestare e a non proporre", e, sebbene questi personaggi amino dire "dobbiamo essere autocritici", quasi in coro - abituati alla subordinazione genuflessiana - recitano la sceneggiatura: "come diceva sant'Ignazio di Loyola, capite che, in una fortezza assediata, ogni dissidenza è tradimento". »[10]</p><p>1] Con il 97,68% dei risultati conteggiati, secondo l'Organismo Plurinazionale Elettorale (OEP) "Il consolidamento ufficiale dei risultati di conteggio è in corso.</p><p>2] Ibidem.</p><p>3] Ibidem.</p><p>4] Ibidem.</p><p>5] Unidad, n. 932, ottobre 2020, p.13.</p><p>6] Idem, p.10.</p><p>7] Idem, p.2.</p><p>8] RT, " América Latina no vive una época de cambios, sino un cambio de época", 24 novembre 2011.</p><p>9] Tavola rotonda, "El cambio de época en América Latina", 13 dicembre 2014.</p><p>10] Rafael Correa, "El cambio de época", 14 febbraio 2018.</p><p>Link originale: https://www.aporrea.org/internacionales/a296523.html</p>Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-41832729699414211912020-10-20T13:44:00.001-07:002020-10-20T13:44:06.972-07:00Il Partito Comunista delle Filippine, la Rivoluzione Filippina e la Situazione Internazionale<p> <a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/jms-interview.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="560" data-original-width="800" height="280" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/jms-interview.png" width="400" /></a></p><br /><p></p><p><i>Intervista a José Maria Sison</i></p><p><i>Presidente fondatore del Partito Comunista delle Filippine</i></p><p><i>Di Angel Marrades Rodriguez</i></p><p><i>Descifrando la Guerra</i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/01.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/01.jpg" width="400" /></a></div><br /><p><br /></p><p>1. La sua personale esperienza politica è iniziata con la sua militanza nelle organizzazioni patriottiche progressiste. Com'è stata questa esperienza e in che misura è ancora importante?</p><p>José Maria Sison (JMS): Per comprendere l'importanza di quel poco che abbiamo potuto fare per iniziare nel 1959 nel campus dell'Università delle Filippine, deve sapere che il vecchio Partito comunista nelle Filippine era stato quasi decimato e la spina dorsale del vecchio esercito di liberazione era stata distrutta tra il 1952 e il 1954. Durante la guerra fredda nelle Filippine, l'imperialismo statunitense aveva ordinato al suo governo fantoccio di promulgare la legge antisovversione nel 1957 e di usarla per condurre una caccia alle streghe anticomunista in collaborazione con la Central Intelligence Agency statunitense e con elementi clericali e fascisti della Chiesa cattolica dominante.</p><p>Noi, studenti attivisti e insegnanti patriottici e progressisti, non eravamo affatto spaventati dalla legge antisovversione, che minacciava di infliggere la pena di morte a chiunque fosse stato indicato come leader comunista da due testimoni. Al contrario, eravamo stati sfidati a combattere l'imperialismo statunitense e le classi sfruttatrici locali. Abbiamo rivendicato la libertà accademica dell'università e dei suoi membri di svolgere ricerche, rilasciare pubblicazioni e parlare di qualsiasi questione di interesse pubblico. Abbiamo fatto in modo di scrivere e intervenire per i diritti nazionali e democratici contro la dominazione straniera e feudale.</p><p>Abbiamo formato l'Associazione Culturale Studentesca dell'Università delle Filippine (SCAUP) nel 1959, anno in cui sono stato eletto presidente. Abbiamo dichiarato apertamente come obiettivo quello di studiare e imparare dalla storia rivoluzionaria del popolo filippino contro il colonialismo spagnolo e poi contro l'imperialismo statunitense e di lottare per continuare la rivoluzione democratica nazionale incompiuta, non più sotto la guida della borghesia liberale ma sotto quella del proletariato. Allo stesso tempo, abbiamo condotto in segreto incontri di studio sulla teoria e la pratica del marxismo-leninismo in relazione alla storia filippina e alle attuali condizioni del popolo.</p><p>Abbiamo rilasciato pubblicazioni e condotto incontri di studio e azioni di protesta di massa su temi di attualità nazionale dentro e fuori dal campus. Il cosiddetto Comitato per le attività anti-filippine (CAFA) del Congresso filippino ha tenuto una serie di audizioni a partire dal 1959 per sottoporre i membri della facoltà e gli studenti progressisti alla caccia alle streghe anticomunista. Il 15 marzo 1961, lo SCAUP riuscì ad organizzare 5.000 studenti per protestare davanti al Congresso. E poi abbiamo fatto irruzione nella sala d'udienza e abbiamo riempito le aule.</p><p>Per la prima volta dalla repressione dei primi anni Cinquanta, siamo riusciti a organizzare una manifestazione di migliaia di persone per difendere la pubblicazione dei nostri scritti antimperialisti e antifeudali. Siamo riusciti a porre fine all'inquisizione anticomunista e a generare un movimento di sfida e resistenza contro l'imperialismo statunitense e il sistema di governo sulla linea della liberazione nazionale e della democrazia.</p><p>2. Negli anni Sessanta, avete creato organizzazioni come MAN e MASAKA per mobilitare settori di diverse classi sociali che sostenevano la lotta patriottica e democratica per la liberazione delle Filippine. Cosa l'ha portata a scindersi dal PKP, organizzazione in cui prima era attivo, e alla costruzione del nuovo partito nel 1968?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/02.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/02.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Negli anni Sessanta ho avuto un ruolo chiave nell'organizzazione di diverse grandi formazioni di massa come Kabataang Makabayan nel 1964, nel consolidamento del Lapiang Manggagawa (Partito dei lavoratori) e nella sua ricostituzione come Partito socialista rispettivamente nel 1964 e nel 1965 e nella formazione del Movimento per l'Avanzata del Nazionalismo come fronte unito antimperialista e democratico. Non ho avuto parte nell'organizzazione del MASAKA nel 1963, ma in seguito sono stato incaricato dei corsi di aggiornamento per i quadri contadini veterani aperti all'alleanza operaia-contadina e discretamente al marxismo-leninismo.</p><p>Dopo il successo della manifestazione anti-CAFA del 1961, i dirigenti studenteschi dello SCAUP furono molto apprezzati dai dirigenti e dalle masse di studenti di altre università di Metro Manila. Così, siamo stati benvenuti quando abbiamo fatto una campagna per formare gruppi di studenti come lo SCAUP per portare avanti apertamente lo studio della lotta democratica nazionale e discretamente lo studio del marxismo-leninismo come guida teorica.</p><p>Le autorità del mio dipartimento nell'università non hanno apprezzato il mio ruolo nella manifestazione anti-CAFA e non hanno rinnovato la mia borsa di studio per l'insegnamento e la borsa di studio per i laureati. Così, ho guadagnato tempo organizzando circoli di studio segreti sul marxismo-leninismo in diverse università. Ho persino trovato il tempo di recarmi in Indonesia per studiare la lingua indonesiana e il suo movimento di massa nella prima metà del 1962.</p><p>Nella seconda metà del 1962 mi sono iscritto al Lapiang Manggagawa (Partito dei lavoratori) per un lavoro di educazione politica tra i membri del sindacato. Sono diventato il capo del dipartimento di ricerca e di educazione del partito. Mi occupavo della ricerca, della stesura delle dichiarazioni del partito, della stesura di pubblicazioni e dell'organizzazione di seminari. Gli studenti attivisti di varie università si univano ai lavoratori nei seminari. Più tardi si aggiunsero anche i figli dei leader contadini veterani delle regioni rurali vicino a Manila.</p><p>Ben presto siamo riusciti a lanciare azioni di massa su questioni nazionali contro il governo reazionario e le sue politiche pro-imperialiste, in particolare la sottomissione economica e militare agli Stati Uniti. Ancor prima di aderire al vecchio Partito Comunista (PC), noi dello SCAUP abbiamo adottato, alla fine del 1961, un piano per formare nei due anni successivi un'organizzazione giovanile completa, composta da studenti e giovani lavoratori, contadini, insegnanti e altri professionisti da chiamare Kabataang Makabayan (KM, Gioventù Patriottica). Abbiamo immaginato questo come uno strumento per aiutare la classe operaia a guidare il movimento per la liberazione nazionale e la democrazia.</p><p>Mi sono unito al vecchio PC nel dicembre 1962 su invito del suo segretario generale Jesus Lava attraverso un suo nipote. Egli mi designò immediatamente come membro del Comitato esecutivo che aveva formato e che si aspettava fosse l'embrione del Comitato centrale, che voleva ricostruire nel corso del tempo. Da alcuni anni non esisteva più un solo organo collettivo del Partito, né un ramo del Partito. Lava si nascondeva semplicemente a Manila, senza alcun legame con alcuna base di massa o forza armata, dal 1957, probabilmente, quando emanò la "politica del file unico" che praticamente liquidò il vecchio PC.</p><p>All'interno del Comitato esecutivo del vecchio PC, ho appreso dai documenti interni del vecchio PC e dalle mie conversazioni con i quadri operai e contadini veterani i fatti sugli errori della successione dei fratelli Lava divenuti segretari generali del partito (Vicente dal 1942 al 1947, José dal 1948 al 1950 e Jesus dal 1951 al 1964). Per conoscere a fondo gli errori, si può leggere il documento intitolato "Rettificare gli errori e ricostruire il Partito". Ho scritto la bozza di questo documento secondo la decisione del Comitato esecutivo a cinque nel 1965. Ma il documento fu respinto dalla maggioranza, composta da tre parenti stretti di Jesus, per aver criticato la schiera dei segretari generali di Lava.</p><p>Vicente Lava fu responsabile dell'errore opportunista di destra chiamato "ritiro per la politica di difesa" che faceva eco alla politica dei guerriglieri pro-americani chiamata "aspetta e guarda", che significava fare un lavoro di intelligence in preparazione della riconquista statunitense delle Filippine dalle mani dei fascisti giapponesi. A Jose Lava si deve la linea opportunista " di sinistra" della "vittoria in due anni" della lotta armata, senza badare al necessario lavoro di massa e alla rivoluzione agraria.Dopo l'arresto di José, Jesus Lava perse interesse nella lotta armata e si orientò verso l'opportunismo di destra, decidendo di liquidare l'esercito popolare nel 1955 e lo stesso vecchio PC nel 1957,</p><p>È stata la mia critica alla lunga storia di errori soggettivisti e opportunisti della schiera dei segretari generali Lava e all'emergere di importantissimi temi di attualità dal 1964 al 1966 che ha portato alla lotta tra le due linee nel vecchio PC e, alla fine, alla fuga dei rivoluzionari proletari, me compreso, dal vecchio PC. Le questioni di attualità hanno poi comportato il rifiuto dei revisionisti lavaiti di elaborare un piano definitivo per la ripresa della guerra popolare e di prendere una posizione definitiva contro il moderno revisionismo sovietico.</p><p>3: In che modo gli obiettivi democratici e nazionali sono legati agli obiettivi della rivoluzione socialista e alla dittatura del proletariato?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/03.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/03.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: La linea generale del PCF è quella di realizzare la rivoluzione democratica popolare, con una prospettiva socialista, attraverso una prolungata guerra di popolo contro il sistema di governo semicoloniale e semifeudale dominato dall'imperialismo statunitense e gestito dalle classi sfruttatrici locali di grandi compradori, proprietari terrieri e capitalisti burocratici.</p><p>L'obiettivo nazionale e democratico è quello di raggiungere la liberazione nazionale e sociale del popolo filippino sconfiggendo l'imperialismo statunitense e le classi sfruttatrici locali. Il PCF sta ora combattendo una guerra civile contro le classi sfruttatrici locali, ma è pronto a combattere una guerra di liberazione nazionale nel caso in cui gli Stati Uniti scatenino una guerra di aggressione.</p><p>È realizzando la rivoluzione democratica popolare che la classe operaia come classe dirigente costruisce l "esercito del popolo come componente principale della dittatura del proletariato o dello stato operaio. Una volta completata la rivoluzione democratica popolare attraverso la presa del potere politico, la classe operaia può iniziare la rivoluzione socialista e la trasformazione socialista dell'economia perché ha il potere statale di prendere tutte le principali decisioni della vita sociale, economica e politica della nazione.</p><p>4. Quale ruolo ha avuto il maoismo durante la costruzione del PCF, che dopo tutto è stato fondato il 26 dicembre 1968, il giorno del 75° compleanno di Mao. Abbracciare il maoismo ha significato rompere con il precedente PKP? Personalmente, come siete arrivati a Mao e come vi ha influenzato il suo pensiero? Fino a che punto è stato condizionato dalla Rivoluzione culturale cinese?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/04.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/04.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Noi, come rivoluzionari proletari, ci siamo distaccati dal vecchio PKP, che chiamavamo il partito revisionista lavaita, su questioni che riguardano direttamente la sua storia dal 1942 fino alle circostanze dal 1964 al 1966 nelle Filippine, come pure su questioni internazionali, in particolare riguardo alla lotta tra marxismo-leninismo e moderno revisionismo.</p><p>Abbiamo criticato gli errori soggettivisti e opportunisti della schiera dei segretari generali della stessa famiglia dal 1942 al 1964 e la linea revisionista dei loro seguaci, secondo cui la lotta armata dovrebbe essere evitata e il movimento di massa legale dovrebbe continuare all'infinito senza un piano chiaro per riprendere la lotta armata. Abbiamo preso la posizione che entro i prossimi 4 o 5 anni la rivoluzione armata sarebbe dovuta ricominciare sulla base della diffusione nazionale del movimento di massa e delle profonde radici del partito tra gli operai e i contadini.</p><p>Sulle questioni internazionali, ci siamo schierati con fermezza a favore del marxismo-leninismo contro il revisionismo moderno sovietico. Ci siamo schierati dalla parte del PC cinese su tutte le principali questioni del dibattito ideologico. Abbiamo espresso con franchezza la nostra posizione su questi temi che i rinnegati revisionisti alla Lava hanno cercato di evitare. All'inizio, essi si sono posti come se non avessero alcuna posizione e poi sono rimasti neutrali o centristi dal 1962 al 1964 e alla fine hanno ammesso di essere, dopo tutto, revisionisti filo sovietici.</p><p>Siamo stati guidati dal Marxismo-Leninismo-Pensiero di Mao Zedong nel ristabilire il Partito Comunista delle Filippine. Abbiamo applicato questa teoria nella critica, nel ripudio e nella rettifica degli errori lavaitici che hanno afflitto e indebolito il vecchio partito dal 1942 agli anni Sessanta, così come nell'analisi della storia delle Filippine e delle circostanze sociali e nell'adozione della linea generale della rivoluzione democratica popolare attraverso la lunga guerra di popolo contro l'imperialismo statunitense, il feudalesimo locale e il capitalismo burocratico.</p><p>Ho avuto la fortuna di essere in Cina nell'agosto del 1966, quando la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria (GPCR) era appena iniziata. Ho avuto conversazioni molto illuminanti con i membri del Comitato centrale del PCC e con i più alti responsabili della Scuola superiore del Partito del PCC. Sono tornato in Cina nel 1967 per fare un viaggio in tutto il Paese. Fu al seminario di Pechino per celebrare il 25° anniversario dei "Colloqui al Forum di Yenan", quando incontrai personalmente il compagno Mao Zedong. Questo è stato riportato dal "Beijing Review".</p><p>5. Malgrado sia un argomento così vasto, quali lezioni si possono trarre dalla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria? Come è stata studiata questa esperienza storica dal movimento rivoluzionario filippino?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/05.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/05.jpg" width="400" /></a></div><br /><p><br /></p><p>JMS: Il compagno Mao ha portato a una nuova e più elevata tappa, la terza, nello sviluppo della teoria e della pratica del marxismo-leninismo, proponendo la teoria e la pratica della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura proletaria attraverso la rivoluzione culturale (a partire dalla Grande rivoluzione culturale proletaria) per combattere il revisionismo, impedire la restaurazione del capitalismo e consolidare il socialismo.</p><p>La GRCP ha portato al culmine le conquiste teoriche e pratiche del compagno Mao lungo la linea marxista-leninista. È la componente più importante del pensiero di Mao Zedong oltre alle altre sue componenti. Serve a sottolineare la serie di importanti contributi del compagno Mao nella filosofia, nell'economia politica, nelle scienze sociali, nel movimento di rettifica nella costruzione dei partiti e nel prolungamento della guerra popolare nella nuova rivoluzione democratica. Il PCF ha cercato di imparare i principi e le lezioni della teoria e della pratica del GRCP e delle precedenti componenti del pensiero di Mao Zedong.</p><p>In filosofia, Mao ha elaborato e sviluppato la definizione di Lenin dell'unità degli opposti (dividere in due) come la legge più fondamentale della dialettica materialista. Applicò la dialettica materialista nel processo di acquisizione di conoscenze superiori dalla dialettica della teoria e della pratica, realizzando la nuova rivoluzione democratica attraverso la guerra popolare e nell'intraprendere la rivoluzione e la costruzione socialista.</p><p>Nell'economia politica, Mao trasse vantaggio nel trarre lezioni positive e negative dalla politica di Stalin di industrializzazione socialista e di collettivizzazione agricola. Ha criticato il rovesciamento revisionista della rivoluzione e della costruzione socialiste. E ha proposto la linea della costruzione socialista autosufficiente utilizzando l'industria di base e pesante come fattore trainante, l'agricoltura come base dell'economia e l'industria leggera come fattore ponte in condizioni di blocco imperialista, di tradimento revisionista e di calamità naturale durante il Grande Balzo In Avanti.</p><p>Nelle scienze sociali, Mao ha sviluppato ulteriormente la teoria e la pratica delle nuove fasi democratiche e socialiste della rivoluzione cinese. Ma il suo più importante risultato nelle scienze sociali è stato quello di riconoscere il problema del revisionismo moderno e la continuazione della lotta di classe e delle classi nella società socialista e di trovare delle soluzioni. Ha proposto una serie di campagne per sostenere, difendere e far progredire il socialismo, come la campagna contro la Destra, il Grande Balzo in Avanti, il movimento educativo socialista e, in ultima analisi, la rivoluzione culturale, mentre affrontava una maggiore resistenza da parte dei revisionisti e dei sostenitori del capitalismo all'interno del suo partito.</p><p>Nella costruzione del partito, Mao ha adottato e sviluppato ulteriormente l'insegnamento leninista sulla costruzione del partito d'avanguardia proletario. Si è distinto nello sviluppo del movimento di rettifica come campagna per educare i quadri e i membri del Partito alla teoria e alla pratica marxista-leninista, come metodo per identificare gli errori e le debolezze e per salvare il paziente dalla malattia nonché come metodo del Partito per servire meglio le masse, mobilitarle, farle acquisire potere e passare sotto la loro supervisione.</p><p>Nella guerra popolare, Mao aveva già dimostrato come le masse di lavoratori e contadini in difficoltà potessero sconfiggere un nemico superiore in termini di equipaggiamento militare e di personale addestrato attraverso la linea strategica della guerra popolare prolungata, circondando le città dalle campagne in paesi semicoloniali e semifeudali. Con la vittoria della nuova rivoluzione democratica ottenuta attraverso la guerra popolare, il proletariato rivoluzionario e il popolo ottengono il potere statale che permette loro di procedere alla rivoluzione socialista.</p><p>La teoria e la pratica del proseguimento della rivoluzione sotto la dittatura proletaria attraverso la GRCP è stata considerata il più grande contributo epocale di Mao. Essa mirava a combattere il revisionismo moderno, a impedire la restaurazione capitalistica e a consolidare il socialismo. Anche se la GRCPsarebbe stata sconfitta dalla controrivoluzione dengista, essa conferma e chiarisce tuttora come il socialismo possa essere sovvertito e distrutto dall'interno. Questa lezione guiderà le prossime rivoluzioni socialiste.</p><p>Noi rivoluzionari proletari filippini abbiamo studiato la GRCP come la risposta al problema del revisionismo moderno che si pone nella società socialista in vista della degenerazione dei burocrati e dell'intellighenzia in Unione Sovietica e altrove. Allo stesso tempo, abbiamo beneficiato della sua sottolineatura della linea rivoluzionaria proletaria del compagno Mao nelle nuove fasi democratiche e socialiste della rivoluzione cinese.</p><p>Come la Comune di Parigi del 1871, sconfitta dalla borghesia, la GRCP è stata sconfitta dalla controrivoluzione dengista e dalla restaurazione capitalista, ma ha stabilito i principi e i metodi di base per la futura adozione e l'ulteriore sviluppo nell'affrontare il problema del revisionismo e della degenerazione nelle future società socialiste.</p><p>6. La restaurazione del capitalismo in Cina non ha arrestato il movimento rivoluzionario che si stava sviluppando in India o nelle Filippine, così come quelli che si sarebbero sviluppati in seguito in Perù o in Nepal. Dal suo punto di vista, considera la mancanza di qualsiasi altro movimento rivoluzionario in tutto il mondo, ad eccezione del movimento filippino stesso e del suo omologo in India, una crisi ideologica, e quindi politica, all'interno del maoismo?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/06.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/06.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Possiamo essere certi che la crisi sempre più ricorrente e sempre più grave della sovrapproduzione e la tendenza delle potenze imperialiste a ricorrere al terrorismo di Stato e a condurre guerre di aggressione generano le condizioni per l'ascesa incontenibile delle lotte antimperialiste e democratiche e la rinascita della rivoluzione proletaria mondiale, nonostante i colpi di scena e le battute d'arresto che potrebbe subire. Lasciatemi spiegare.</p><p>Nella mia vita ho visto come la lotta antimperialista mondiale e la rivoluzione proletaria hanno raggiunto il loro apice negli anni Cinquanta, con un terzo dell'umanità già governata dai partiti comunisti e operai e dai movimenti di liberazione nazionale che avanzavano contro il colonialismo, l'imperialismo e il neocolonialismo, dopo che le potenze fasciste fallirono nel distruggere l'Unione Sovietica e nel fermare la rivoluzione cinese. Poi, la stessa Unione Sovietica è passata sotto il dominio revisionista nel 1956 e così la Cina nel 1976. Entrambi divennero capitalisti, con il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991.</p><p>Dal 1991 a circa il 2008, gli Stati Uniti godevano del fatto di di essere i vincitori della guerra fredda e l'unica superpotenza in un mondo cosiddetto unipolare, mentre il ricorrente peggioramento della crisi della sovrapproduzione e le interminabili guerre di aggressione degli Stati Uniti acceleravano il loro declino strategico. Gli Stati Uniti e la Cina sono diventati i principali partner nella promozione della politica neoliberale della globalizzazione imperialista per quattro decenni. Ora sono bloccati in un'aspra competizione e rivalità interimperialista. La restaurazione capitalista sia in Unione Sovietica che in Cina ha aggravato in modo massiccio e profondo la crisi del sistema capitalistico mondiale.</p><p>L'avanzata dell'antimperialismo, della democrazia e del socialismo è cumulativa, ma non sempre in linea retta. Ci sono i colpi di scena, gli alti e bassi della storia su diverse scale geografiche e temporali. Nel complesso, al momento, noi rivoluzionari proletari osserviamo l'intensificarsi delle contraddizioni interimperialiste e il dipanarsi della politica estremamente antiproletaria e antipopolare del neoliberismo. Vediamo ora l'ascesa delle lotte antimperialiste e democratiche in tutto il mondo. E vediamo le condizioni per la rinascita della rivoluzione proletaria mondiale proprio a causa dell'intensificarsi dei conflitti interimperialisti.</p><p>I movimenti rivoluzionari nelle Filippine, in India e altrove possono essere orgogliosi del fatto che si sono continuamente distinti come portatori di fiaccole della rivoluzione proletaria mondiale anche nei decenni di battute d'arresto della causa socialista su scala globale e di declino di certi movimenti rivoluzionari come quelli del Perù o della cooptazione di altri movimenti rivoluzionari come in Nepal. Ma le condizioni sono sorte ancora una volta per la rinascita delle lotte antimperialiste e la rinascita della rivoluzione proletaria mondiale.</p><p>I movimenti rivoluzionari hanno la loro parte di errori e debolezze di tanto in tanto, ma il compagno Mao ha fornito i principi e i metodi del movimento di rettifica. Interi movimenti rivoluzionari possono subire un grande declino come quello peruviano, che nei primi dieci anni della sua lotta armata negli anni '80 è stato molto eroico e promettente. Ma solo i rivoluzionari proletari di quel paese possono correggere gli errori e le debolezze del movimento. Questo è vero anche nel caso del Nepal, dove il partito di Prachanda al potere è ora sfidato dai rivoluzionari proletari che si sforzano di riprendere la guerra popolare.</p><p>7. La stessa domanda che vorrei porre riguarda la guerra popolare in Nepal, che, come già sapete, si è conclusa con la vittoria dei revisionisti. Quali sono secondo lei le ragioni della sconfitta del movimento rivoluzionario nepalese, una rivoluzione che in realtà era relativamente vicina alla vittoria sullo Stato? Qual è la posizione del PCF rispetto al revisionismo prachandaista e alla situazione attuale del Nepal?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/07.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/07.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Come la guerra popolare in Perù, quella in Nepal è stata un evento decennale che si è sviluppato brillantemente fino a infliggere duri e pesanti colpi alle forze militari nemiche di base a Kathmandu, costringendo la borghesia a scendere a compromessi e persino la monarchia a dissolversi. La dirigenza di Prachanda ha arrestato la guerra popolare prima che potesse distruggere completamente l'apparato burocratico e militare dello Stato reazionario e si è accontentata dello scioglimento della monarchia come vittoria della rivoluzione democratica.</p><p>Ma la linea marxista-leninista è che il proletariato attraverso il suo partito rivoluzionario guidi la nuova rivoluzione democratica e prenda il potere politico per iniziare la rivoluzione socialista. Non si tratta semplicemente di rovesciare la monarchia feudale, ma più essenzialmente lo Stato borghese. Altrimenti quello che pretende di essere un partito rivoluzionario proletario sta semplicemente svolgendo un incarico liberale borghese e si sta ritirando dalla rivoluzione proletaria-socialista...</p><p>8. Qual è la sua opinione personale sulla Guerra Popolare guidata dal Partito Comunista del Perù - Sendero Luminoso? E la sua opinione sul presidente Gonzalo?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/08.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/08.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div>JMS: La guerra popolare in Perù è scoppiata all'inizio degli anni Ottanta ed è stata un evento estremamente felice e stimolante per il proletariato e per il popolo non solo in Perù, ma in tutto il mondo, di fronte a eventi lugubri, come la controrivoluzione dengista e la restaurazione capitalista in Cina, che si sono aggiunti alla continua degenerazione del revisionismo sovietico moderno e alle avventure autolesionistiche del socialimperialismo sovietico.</div><div><br /></div><div>Ma penso che alcuni problemi o errori abbiano afflitto la dirigenza del partito e il movimento rivoluzionario e li abbiano fatti regredire nel corso dei loro dieci anni di lotta armata, soprattutto dopo la cattura di Abimael Guzman. Ma spetta ai rivoluzionari proletari del Perù fare le loro critiche e correggere gli errori, anche se molti osservatori rivoluzionari hanno notato che la dirigenza di Gonzalo è stata settaria ultra-sinistra e non è riuscita a usare pienamente il fronte unito come arma aggiuntiva nel corso della guerra popolare o che dopo la sua cattura è passato con la destra, giocando al negoziato di pace come possibile via d'uscita dal carcere, senza alcuna garanzia contro la confusione dei rivoluzionari e delle masse.</div><div><br /></div><div>9. Storicamente, le Grandi Dirigenze sono state il segno distintivo del maoismo, ma a differenza di quanto è accaduto in Perù, non hanno avuto nelle Filippine lo stesso ruolo che ha avuto il Pensiero di Gonzalo. Quali sono le ragioni di tutto questo?</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/09.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/09.jpg" width="400" /></a></div><br /><div>JMS: Per modestia, i compagni cinesi, anche durante gli anni entusiastici del GRPC, si sono astenuti dall'etichettare il Pensiero di Mao Zedong come maoismo, come se fosse sullo stesso piano del Marxismo e del Leninismo, anche se paradossalmente affermavano che il Pensiero di Mao Zedong era il terzo e finora il più alto stadio dello sviluppo della teoria e della pratica del proletariato rivoluzionario. Come etichetta ai grandi contributi di Mao, il Pensiero di Mao Zedong si era distinto dalle precedenti etichette come "ciò che pensa Mao" e poi "pensiero di Mao", con una piccola lettera p.</div><p>È merito del PC del Perù e del MRI avere anticipato tutte le altre entità nell'usare l'etichetta Maoismo in sostituzione di Pensiero di Mao Zedong. Ma non erano solo per la simmetria del maoismo rispetto al marxismo e al leninismo. Essi sostenevano che, adottando l'etichetta di maoismo, determinavano e definivano il suo contenuto per sminuire tutti gli altri PC per essere fuori linea e non usare il termine maoismo. Peggio ancora, Gonzalo o il PC del Perù hanno adottato il termine, Pensiero di Gonzalo, con l'immodesta pretesa che il termine significasse la sua stessa definizione del maoismo come terza fase del marxismo-leninismo e il suo Pensiero come il brillante sviluppo ulteriore, nonostante non avesse ancora ottenuto la vittoria totale nella rivoluzione peruviana.</p><p>Il PCF nel 1994 e subito dopo il PC dell'India (Guerra popolare, poi maoista) hanno seguito l'esempio usando la parola maoismo al posto di Pensiero di Mao Zedong per ragioni ben precise: In primo luogo, essi accettano i grandi contributi di Mao allo sviluppo della teoria e della pratica del marxismo-leninismo che costituiscono il terzo stadio dopo il marxismo e il leninismo; e in secondo luogo, è una questione di simmetria linguistica usare il maoismo al posto di Pensiero di Mao Zedong accanto al marxismo e al leninismo.</p><p>Ancora oggi, il PCF disapprova la pratica immodesta di alcuni partiti che chiamano la loro teoria guida con il nome dei loro principali leader, come Pensero di Gonzalo, Sentiero di Prachanda e la Nuova Sintesi di Avakian. Queste etichette sono immodeste e sono manifestazioni di idolatria puerile e di auto-indulgenza e auto-glorificazione dei leader stessi. I comunisti dovrebbero fare disinteressatamente il meglio che possono per condurre e far avanzare la rivoluzione e dimenticare di cercare la fama personale o di rivendicare per sé il merito che appartiene alle forze rivoluzionarie del proletariato e del popolo. Non sono stati gli stessi Marx e Lenin ad etichettare la loro collezione di idee e azioni con i loro rispettivi nomi.</p><p>10. Tornando alla crisi ideologica che il maoismo sembra soffrire, come valuta il fatto che sia i naxaliti che le Filippine non siano stati in grado di fungere da basi di appoggio per rilanciare la Rivoluzione in altri Paesi?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/10.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/10.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: La causa stessa del socialismo è stata in crisi negli ultimi 70 anni a causa dell'ascesa del revisionismo moderno in Unione Sovietica e poi in Cina, della restaurazione del capitalismo in questi due grandi Paesi e dell'imposizione del neoliberalismo al mondo intero da parte delle potenze imperialiste. È un bene che negli ultimi 50 anni ci siano stati partiti maoisti alla guida della rivoluzione armata nelle Filippine e in India, con una popolazione rispettivamente di oltre 100 milioni e di 1 milardo e 380 milioni di persone</p><p>Rispetto alla crisi ben più grande del socialismo degli ultimi 70 anni, è molto meno di una crisi di qualsiasi tipo, ideologica o di altro tipo, per il fatto che finora sembra che solo il PCF e il PCd'I (maoista) stiano portando avanti rivoluzioni armate che hanno una prospettiva socialista. È una buona cosa che questi due partiti si impegnino senza mollare la rivoluzione armata. Ma ci sono altri partiti maoisti in altri Paesi che stanno già facendo o preparando la rivoluzione armata, nonostante le delusioni per il declino della rivoluzione armata in Perù e la svolta revisionista di Prachanda in Nepal. Il rapido peggioramento della crisi del sistema capitalistico mondiale e l'aumento delle lotte antimperialiste su scala sempre più ampia segnalano la rinascita della rivoluzione proletaria-socialista mondiale.</p><p>Il CPP e il PC dell'India (maoista) sono partiti che portano avanti seriamente la rivoluzione democratica popolare attraverso una lunga guerra di popolo nei loro rispettivi Paesi. Essi svolgono seriamente anche un lavoro internazionale nello spirito dell'internazionalismo proletario e della solidarietà antimperialista con tutti i popoli. Sono consapevoli del fatto che le loro lotte rivoluzionarie contribuiscono alla rivoluzione proletaria mondiale, cercano il sostegno internazionale e sono sempre pronti a condividere le loro idee ed esperienze.</p><p>Ma nessuno di loro pretende di essere il leader o il centro della rivoluzione proletaria mondiale. Hanno aderito a organizzazioni, conferenze e seminari internazionali antimperialiste e comuniste.Ma non fanno l'immodesta pretesa di essere il centro dell'autorità o il tracciatore di linee per l'intero movimento comunista, a differenza di certi piccoli gruppi che si definiscono maoisti ed esagerano una componente del maoismo come la lunga guerra popolare e offuscano altre componenti del maoismo.</p><p>Come quelli che Lenin chiamava comunisti infantili, ci sono maoisti infantili la cui attività principale è quella di saltellare e predicare dogmaticamente che la guerra popolare protratta è sempre fattibile in tutti i tipi di paesi, indipendentemente dallo stato attuale delle condizioni sociali interne e dei conflitti inter-imperialisti. Ma se si guardano le biografie di questi infantilisti nei paesi imperialisti, hanno blaterato sulla guerra popolare per almeno due decenni per farsi apparire superiori ai veri maoisti che stanno effettivamente conducendo guerre popolari protratte nel tempo.</p><p>Questi pseudo maoisti non fanno un serio lavoro di massa e non creano alcuna organizzazione di autodifesa tra il popolo per una possibile resistenza armata. Sono dei piccoli pulcini in confronto alle bande fasciste. Questi maoisti infantili sono un fenomeno marginale e non coinvolgono né provocano alcuna grave crisi del maoismo. Né è una crisi il fatto che certi veri partiti maoisti siano ancora in procinto di cercare di raggiungere il livello di lotta armata e di protagonismo già raggiunto dal PCF e dal PCI (maoista).</p><p>11. Nel 1977 è stato arrestato dalla dittatura di Marcos, e non sarà rilasciato dal carcere fino al 1986 sotto il nuovo governo di Corazon Aquino e le sue politiche di "riconciliazione nazionale". Poco dopo, però, è dovuto andare in esilio, e da allora rimane a Utrecht. Può esprimere come è stata per lei personalmente la prigionia come per il movimento rivoluzionario? Come si è adattato il partito in un contesto di crescente repressione con il suo principale leader in galera?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/11.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/11.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Sono fiero e orgoglioso di poter dire che quando fui catturato nel 1977 il fondamento ideologico, politico e organizzativo del movimento rivoluzionario è diventato saldo e forte. La linea ideologica e politica marxista-leninista era ben consolidata grazie a corsi di studio di base, intermedi e avanzati tra i quadri e i membri del PCF, al movimento di rettifica contro gli errori lavaitici dal 1942 in poi ("Rettificare gli errori e ricostruire il partito") e all'analisi della storia e della società filippina (il libro di Amado Guerrero "Società e rivoluzione filippina") e al programma del PCF per una rivoluzione democratica popolare.</p><p>Da poco più di 100 membri del PCF nel 1969, erano già migliaia nel 1977, su scala nazionale e profondamente radicati tra i lavoratori e i contadini. Da soli nove fucili automatici all'inizio del 1969, il NEP li aveva aumentati a più di 2000 fucili automatici nel 1977. Da sole decine di migliaia di attivisti di massa nel 1968, erano già nelle centinaia di migliaia in vari tipi di organizzazioni di massa nel 1977. La base di massa rurale comprendeva 80.000 persone in un solo distretto di Tarlac nel 1969. Nel 1977 c'erano in totale due milioni di persone come base di massa in circa 40 fronti di guerriglia. Facevano anche parte del governo degli organi locali del potere politico o del governo democratico del popolo.</p><p>Le fondamenta del movimento rivoluzionario erano così forti da poter resistere ai grandi errori del soggettivismo e dell'opportunismo in varie regioni e in vari periodi dal 1981 al 1991. Questi errori non potevano fermare l'avanzamento generale del movimento anche se diminuivano il ritmo di crescita. Essi divennero oggetto di tempestive campagne di rettifica, come per esempio il Secondo Grande Movimento di Rettificazione dal 1992 al 1998, sotto la guida del documento del PCF "Riaffermare i principi fondamentali e correggere gli errori".</p><p>Quando il dittatore fascista Marcos fu rovesciato da gigantesche azioni di massa e dal ritiro del sostegno delle forze armate reazionarie, il PCF aveva a disposizione soltanto 6000 combattenti rossi a tempo pieno con fucili automatici in tutto il paese. Questi non erano sufficienti per impadronirsi di una città importante e cambiare l'equilibrio delle forze che era ancora a favore degli Stati Uniti e delle classi reazionarie. Ma l'ampio fronte unito antifascista era abbastanza forte da liberare tutti i prigionieri politici, me compreso. Le forze legali del movimento democratico nazionale furono formidabili e decisive nel promuovere gigantesche azioni di massa.</p><p>Tornai all'università per insegnare scienze politiche per un semestre e ebbi l'opportunità di scrivere un libro "Crisi Filippina e Rivoluzione" per affrontare il governo pseudo-democratico di Cory Aquino prima di lasciare le Filippine il 31 agosto 1986 per un giro di conferenze nella regione dell'Asia-Pacifico. Proprio come la mia detenzione politica dal 1977 al 1986, il mio soggiorno all'estero dalla fine del 1986 ad oggi non ha influito negativamente sull'avanzamento generale del movimento rivoluzionario nelle Filippine. Avevo intenzione di tornare in patria, ma il governo di Aquino mi ha annullato il passaporto e ha inventato una nuova accusa di eversione nei miei confronti. Così, sono stato costretto a chiedere asilo politico in Olanda, invece di consegnarmi al nemico.</p><p>12. La "rivoluzione EDSA" ha avuto luogo nel 1986, portando alla fine della dittatura di Marcos. Si può affermare che durante questo periodo il Partito comunista e il Nuovo Esercito Popolare si presentarono come l'avanguardia di questo movimento democratico. Tuttavia, fu Corazón Aquino, sostenuto dagli Stati Uniti, che alla fine prese il controllo del Paese. Come ha affrontato il movimento rivoluzionario questo momento storico? Quali errori hanno portato alla successiva dissoluzione di molti quadri politici?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/12.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/12.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Fin dalla sua fondazione nel 1968, il PCF si è sempre descritto come il distaccamento avanzato della classe operaia filippina e come la forza trainante della rivoluzione democratica popolare in quanto questione di principio, di politica e di linea. Il livello di sviluppo del movimento rivoluzionario era decisamente alto, nonostante le enormi difficoltà, ma non era ancora sufficiente a rovesciare l'intero sistema di governo. E' stato appena sufficiente a provocare il rovesciamento della dittatura fascista di Marcos e a partecipare all'ampio fronte unico per rovesciare Marcos e liberare tutti i prigionieri politici. L'imperialismo statunitense e le classi sfruttatrici locali di grandi compradori, proprietari terrieri e capitalisti burocratici erano ancora dominanti.</p><p>Durante i 14 anni di resistenza contro la dittatura fascista dal 1972 al 1986, il PCF era cresciuto fino a raggiungere alcune decine di migliaia di persone. Il NEP aveva acquisito 6000 fucili automatici attraverso la lotta armata e aveva organizzato forze ausiliarie e di riserva come le milizie popolari e le unità di autodifesa delle organizzazioni di massa. Alcuni milioni di persone erano in organizzazioni di massa clandestine sotto il controllo del governo democratico popolare. Le organizzazioni di massa legali del movimento democratico nazionale potevano radunare centinaia di migliaia di manifestanti a Manila. Ma queste non erano sufficienti a rovesciare l'intero sistema di governo.</p><p>Per consolidare il suo potere, Cory Aquino chiese di negoziare un cessate il fuoco a Manila. Un accordo di cessate il fuoco per 60 giorni venne raggiunto allo scopo di negoziare l'agenda sostanziale dei negoziati di pace. Ma le trattative per il cessate il fuoco furono sorvegliate dall'intelligence nemica e portarono all'arresto e all'uccisione di alcuni negoziatori e del personale. Prima dello scadere dell'accordo di cessate il fuoco, le guardie di sicurezza presidenziali assassinarono e ferirono i manifestanti contadini e i loro sostenitori urbani nel famigerato massacro vicino al palazzo presidenziale del 23 gennaio 1987. Questo portò al discredito del regime di Aquino e infiammò ulteriormente la guerra di popolo.</p><p>La garanzia più importante per il proseguimento della rivoluzione filippina è la perseveranza del PCF, del NEP e del FDNF sulla strada della guerra di popolo sulla linea della rivoluzione democratica popolare con una prospettiva socialista. In tempi di repressione, le forze patriottiche e democratiche nelle aree urbane hanno un posto dove andare in campagna per combattere molto meglio e in maniera più vantaggiosa per la liberazione nazionale e sociale del popolo.</p><p>13. Nel 1992, come lei sostiene nei suoi testi, è stato lanciato il Secondo Grande Movimento di Rettificazione per correggere gli errori della linea politica del partito e le sue deviazioni. Sia di destra che di sinistra. Direbbe che il movimento rivoluzionario si è rafforzato? In che misura sono stati raggiunti gli obiettivi del Secondo Grande Movimento di Rettificazione per l'attuale periodo rivoluzionario?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/13.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/13.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Il Secondo Grande Movimento di Rettificazione (SGMR) è stato lanciato nel 1992 per correggere le deviazioni soggettiviste e opportuniste dalla corretta linea ideologica, politica e organizzativa del PCF. Il PCF e il movimento rivoluzionario sono diventati molto più forti come risultato del SGMR. Divennero più vigorosi e più produttivi.</p><p>Il lavoro di massa è stato enfatizzato per compensare la perdita della base di massa dovuta alla prematura formazione di compagnie NEP e all'incuria del lavoro di massa. L'aumento del reclutamento dei partiti e l'espansione delle organizzazioni di massa compensarono anche la perdita di membri del PCF e di attivisti che erano stati puniti senza un giusto processo dagli opportunisti della "Sinistra" quando la loro linea fallì miseramente tra il 1985 e il 1988.</p><p>Dove gli errori avevano prodotto il loro effetto, il movimento di rettifica ha portato al rinvigorimento delle forze rivoluzionarie e all'espansione della base di massa. I fronti di guerriglia più soldi hanno aiutato i fronti di guerriglia che erano stati indeboliti dagli errori. Prima del 2000, il NEP era in grado di uccidere un generale sul campo e di catturarne un altro. E un terzo generale ha disertato per il NEP.</p><p>Cito i casi di questi generali per indicare che il movimento rivoluzionario si è rafforzato e ha avuto successo sia nell'annientamento che nella disintegrazione del nemico. Nel 2000 e nel 2001, il PCF riuscì ancora una volta a provocare il rovesciamento di un presidente, Joseph Estrada, per corruzione, ma non riuscì ancora a rovesciare l'intero sistema di governo.</p><p>A causa del SGMR, il movimento rivoluzionario ha fatto grandi passi avanti fino al 2005. I membri del PCF sono cresciuti di alcune decine di migliaia. I fronti della guerriglia sono saliti a più di 120 da circa 40 nel 1986. Il NEP è cresciuto di migliaia di unità e ha superato le perdite nelle aree in cui queste derivavano da errori.</p><p>Le organizzazioni di massa clandestine e gli organi locali del potere politico hanno continuato a guadagnare milioni di aderenti. Ma c'era un lato negativo nell'enfasi posta sul lavoro di massa dell'SGRM per combattere il punto di vista puramente militare e la precedente regolarizzazione prematura delle forze dell'Anp negli anni Ottanta.</p><p>Tutte le unità del NEP erano così preoccupate dal lavoro di massa da non poter rispondere efficacemente con delle controffensive alle campagne di repressione nemiche dal 2005 in poi. Ci sarebbe voluto un po' di tempo prima che si decidesse di avere un terzo di ogni plotone e compagnia del NEP in missione di combattimento con brevi periodi di riposo e due terzi nel lavoro di massa.</p><p>I combattenti vengono scelti a rotazione in modo che tutti abbiano esperienza di combattimento e contribuiscano ad accrescere le armi del NEP lanciando offensive tattiche per spazzare via le unità nemiche. Il piano a lungo termine del PCF è di aumentare la forza armata dell'NEP da 10.000 fucili ad alta potenza a 25.000 per raggiungere lo stallo strategico e lanciare offensive tattiche con compagnie e battaglioni.</p><p>14. Il NEP promuove la creazione del "Nuovo Potere" e del "governo del Popolo", in che cosa consistono e come sono organizzati? Quale ruolo svolge il " Rimodellamento " in questo processo negli ultimi decenni?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/14.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/14.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Costruire il nuovo potere o il governo democratico popolare significa creare gli organi locali del potere politico dal livello dei villaggi fino ai livelli municipale, distrettuale e provinciale. Il governo del popolo serve a oscurare il governo reazionario e a servire il popolo attraverso la riforma agraria, l'aumento della produzione, il miglioramento delle infrastrutture sociali, la fornitura di servizi sanitari, educativi e altri servizi sociali, la risoluzione delle controversie, la sicurezza interna e l'autodifesa del popolo, il soccorso in caso di calamità e la protezione dell'ambiente.</p><p>A seconda delle circostanze, gli organi rossi del potere politico possono combattere e soppiantare i governi locali delle classi reazionarie o impegnarli in una cooperazione di fronte unito contro il livello superiore del governo reazionario o l'intero governo reazionario nazionale. Il popolo filippino ha una certa esperienza nel disporre di un proprio sistema di governo rivoluzionario contro una potenza coloniale straniera o un governo tirannico.</p><p>Rimodellamento significa rimodellamento ideologico, politico e morale. I rivoluzionari proletari di qualsiasi origine di classe dovrebbero assumere la coscienza della classe proletaria afferrando i concetti di base del marxismo-leninismo non solo leggendo libri e frequentando corsi di studio formali, ma avendo stretti rapporti con le masse in difficoltà, imparando da loro attraverso l'indagine sociale e l'analisi di classe, impegnandosi nel lavoro di massa per risvegliarle, organizzarle, mobilitarle e unirle alle lotte per far avanzare la rivoluzione.</p><p>15. Una delle principali questioni che il movimento rivoluzionario deve affrontare riguarda l'ingresso nei centri urbani. Questa sembra essere una questione militare e il modo in cui la guerriglia dovrebbe funzionare e la strategia da perseguire. Tuttavia, potrebbe anche essere legata al rapporto tra il Partito e il popolo e al modo in cui entrambi si connettono. Di conseguenza, quali sforzi si stanno compiendo per raggiungere i suddetti obiettivi?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/15.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/15.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Prima della ripresa della rivoluzione armata nel 1969, c'è stato quasi un decennio di sviluppo del movimento legale antimperialista e antifeudale o democratico nazionale. Le forze legali di questo movimento hanno predisposto i fondamenti ideologici, politici e organizzativi per la ripresa della rivoluzione armata. Anche quando Marcos li mise fuori legge con la proclamazione della legge marziale nel 1972, le forze suddette entrarono in clandestinità e facilitarono l'integrazione di migliaia di attivisti di massa nel movimento rivoluzionario armato.</p><p>Nelle specifiche condizioni delle Filippine, che circondano le città dalle campagne nella lunga guerra popolare, c'è una certa linea di classe. Significa che il partito rivoluzionario del proletariato deve radicarsi tra le masse contadine come alleato rivoluzionario di base del proletariato. Il gran numero di contadini e la vastità della campagna forniscono l'ampio terreno sociale e materiale di manovra per preservare l'esercito del popolo, combattere il nemico e accumulare le armi sequestrate al nemico attraverso agguati e razzie.</p><p>Nell'attuale fase difensiva strategica della guerra popolare nelle Filippine, il PCF ha sottolineato l'importanza di condurre una guerriglia intensiva ed estensiva a partire da una base di massa sempre più vasta e radicata. Il PCF spera di ottenere qualcosa dalle squadre di guerriglia, dai plotoni e dalle compagnie nel processo di maturazione della difesa strategica, le stesse compagnie e gli stessi battaglioni che svolgeranno una regolare guerra mobile nella fase di stallo strategico.</p><p>Mentre la lotta armata rivoluzionaria si svolge principalmente nelle campagne delle Filippine, il NEP ha anche i partigiani armati delle città e le unità commando per effettuare alcuni tipi di offensive in aree urbane, autostrade e centri di disboscamento, piantagioni e operazioni minerarie. Si tratta di aree relativamente ben sorvegliate dal nemico, ma sono isolate e vulnerabili. Con il supporto di massa, il NEP può imparare ad avvicinarsi e ad attaccare questi obiettivi. Le offensive tattiche contro i siti preziosi del nemico lo costringono a prendere posizioni difensive e ad avere meno forze per eventuali offensive contro il NEP nelle campagne,</p><p>16. Come si sono sviluppate le relazioni del NEP con i nativi? Come riesce il NEP a rispettare la cultura indigena nella prospettiva della costruzione di una nuova società?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/16.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/16.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Fin dagli anni dello sviluppo del movimento democratico nazionale negli anni Sessanta e dalla ricostruzione del PCF nel 1968, il movimento rivoluzionario ha prestato grande attenzione alle popolazioni indigene, che sono circa il 15 per cento della popolazione, ma occupano gran parte del territorio filippino e che si trovano nelle regioni collinari e montuose che sono favorevoli alla guerra popolare. La più grande preoccupazione sociale del PCF è che la loro oppressione e il loro sfruttamento debbano essere risolti, che esercitino il loro diritto all'autodeterminazione nazionale, che facciano la rivoluzione salariale per la loro liberazione nazionale e sociale, che godano del rispetto per i loro precedenti ruoli nelle lotte rivoluzionarie contro il colonialismo e l'imperialismo e per il loro patrimonio culturale e approfittino del loro terreno che è estremamente favorevole alla guerra popolare.</p><p>Il PCF, il NEP, il FDNF e le organizzazioni di massa hanno dato la massima priorità all'educazione politica e all'organizzazione dei lavoratori, dei contadini, degli studenti, degli insegnanti e di altri professionisti delle comunità indigene. Così, fin dall'inizio, hanno svolto un ruolo importante nella rivoluzione democratica popolare attraverso la guerra popolare di lunga durata. Molti di loro sono diventati quadri dirigenti negli organi centrali e regionali di tutte le forze rivoluzionarie. E i loro popoli godono di autodeterminazione, autonomia e autogoverno nelle proprie comunità. Laddove le comunità locali sono miste nelle zone di confine, si segue la regola della rappresentanza proporzionale per consentire la loro partecipazione alla discussione delle questioni e al processo decisionale.</p><p>Il Programma di evoluzione democratica dei popoli che viene attuato dal PCF, dal NEP, dal FDNF, dalle organizzazioni di massa e dagli organi locali di potere politico critica l'oppressione e lo sfruttamento delle popolazioni indigene e di altre minoranze nazionali nei seguenti termini: "Le minoranze nazionali nelle Filippine sono state abusate e grossolanamente trascurate. L'imperialismo statunitense, il governo reazionario locale e le chiese cristiane hanno troppo a lungo considerato le minoranze nazionali come meri soggetti di carità borghese e di proselitismo cristiano. Le quattro milioni di persone appartenenti alle minoranze nazionali, specialmente quelle di Mindanao e delle province montane, possono essere attori importanti nel rovesciamento rivoluzionario dell'imperialismo del Stati Uniti e del feudalesimo. Il governo borghese, gli studiosi reazionari e gli sciovinisti cristiani parlano a voce alta del processo di integrazione nazionale, ma sono in realtà le classi sfruttatrici che sono le principali cause di abuso e di oppressione".</p><p>Il Programma dichiara la seguente linea d'azione: "La principale preoccupazione delle minoranze nazionali è la terra; gli abusi dei proprietari terrieri, dei disboscatori e dei latifondisti; e lo sfruttamento nelle miniere e nelle piantagioni. Un nuovo tipo di direzione, una direzione rivoluzionaria, va incoraggiata nell'affermarsi tra di loro in modo da soppiantare la direzione tradizionale che non è riuscita a proteggerle e che ha solo contribuito e partecipato al loro sfruttamento. Per quanto riguarda i filippini naturalizzati e i cittadini stranieri, l'approccio di classe deve essere adottato con fermezza per eliminare il razzismo e lo sciovinismo "malese".</p><p>17. Concentrandosi ora sulle relazioni affettive tra gli individui che vivono all'interno delle basi del Nuovo Potere create dal NEP dove si suppone che una relazione di coppia non riguardi solo le persone coinvolte ma l'intera comunità, come si spiega, malgrado nel socialismo coesistano elementi che appartengono alla società classista e altri che rappresentano la nuova società che sta per nascere, la persistenza del matrimonio come un prodotto istituzionale della società di classe?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/17.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/17.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Il PCF ha promulgato un Codice sulle relazioni familiari per i membri del Partito e per le masse. Quando un membro del Partito intende corteggiare qualcuno, deve informare il suo ufficio di Partito. Se l'altro componente del corteggiamento non è un membro del Partito, ci si sforza di farlo diventare almeno tale prima che il matrimonio sia approvato e realizzato in modo che la coppia si aiuti a vicenda nel lavoro rivoluzionario. Gli sposi sono tenuti a rimodellarsi e a evolversi come rivoluzionari proletari.</p><p>C'è il presupposto dell'attrazione romantica o sessuale tra i partner nel corteggiamento, ma le relazioni devono essere sviluppate e portate al livello di di amore proletario di classe e associazione rivoluzionaria. Il matrimonio tra i membri del Partito è monogamo. E si può ricorrere al divorzio se si dimostra l'incompatibilità, l'infedeltà o il tradimento politico da parte del trasgressore. Si tiene conto dei figli, se esistono.</p><p>Tra le masse nei fronti della guerriglia, il funzionario più responsabile del governo democratico popolare, del PCF, del NEP o di una qualsiasi delle organizzazioni di massa interessate può approvare il matrimonio ed esserne l'officiante. Ma i partner possono anche sposarsi con l'approvazione dell'organizzazione religiosa di loro scelta. Possono uscire dal fronte della guerriglia per tenere la cerimonia di matrimonio officiata da un funzionario del governo reazionario o di un'organizzazione religiosa, come una questione di costume sociale, una questione di politica del fronte unico e una necessità di permettere al maggior numero possibile di parenti e amici della coppia di partecipare alla cerimonia di matrimonio.</p><p>Tutte le coppie, che appartengano o meno al PCF, sono tenute a seguire le politiche, le leggi e i regolamenti che regolano i rapporti familiari e tutte le questioni relative ai buoni rapporti sociali a beneficio della comunità. Le buone relazioni sociali implicano il rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti democratici e la cooperazione per realizzare riforme sociali, economiche, politiche e culturali per raggiungere la giustizia sociale e migliori condizioni di vita.</p><p>18. Nel 2016, la vittoria elettorale di Duterte è stata accolta come un'opportunità per rilanciare i negoziati di pace e come quella di un presidente che avrebbe potuto essere progressivo contro l'imperialismo statunitense. Come valuta queste posizioni? Erano corrette?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/18.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/18.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Duterte ha avuto una lunga esperienza come capitalista burocratico e come alleato inaffidabile e instabile del FDNF nel sud di Mindanao in una serie di lotte contro i nemici comuni, compresi i militari reazionari e altri capitalisti burocratici. Un altro punto: era un mio ex studente di scienze politiche ed è diventato membro del Kabataang Makabayan.</p><p>Quando è diventato candidato alla presidenza, si è offerto di formare un governo di coalizione con il FDNF se eletto, di concedere un'amnistia incondizionata e di rilasciare tutti i prigionieri politici prima ancora dell'inizio dei negoziati di pace. Ancora oggi i partiti elettorali del movimento democratico legale, il Blocco Makabayan, non sostengono lui, ma Grace Poe. Già allora Duterte offrì i negoziati di pace quando divenne presidente.</p><p>Non emise alcuna amnistia generale per tutti i prigionieri politici, ma si offrì di nominare al suo gabinetto quattro comunisti per intrappolare il PCF in una posizione di resa. Ma gli dissi pubblicamente di nominare le persone in base ai loro meriti individuali perché non c'era ancora un accordo di pace. Invece dell'amnistia per tutti i prigionieri politici, solo 19 di loro sono stati rilasciati e lui ha cercato di ottenere in cambio un cessate il fuoco a tempo indeterminato e prolungato. Lo respingemmo. Così, i negoziati di pace sono praticamente naufragati nell'aprile del 2017, anche se ci sono state azioni e dichiarazioni da entrambe le parti che manifestavano sia la rottura dei negoziati di pace che i tentativi di rilanciare i negoziati di pace.</p><p>Nell'intraprendere i negoziati di pace, il PCF e l'FDNF devono essere guidati dalla politica e dalla tattica del fronte unico. Non potevano semplicemente respingere l'offerta dei negoziati di pace di Duterte senza prima esporlo come ostile ai negoziati di pace. Rifiutare completamente l'offerta di Duterte avrebbe fatto apparire il PCF e la FDNG come un partito bellicoso e avrebbe offeso l'ampia gamma di sostenitori della pace e milioni di persone.</p><p>19. C'è una chiara tendenza a identificare il governo di Duterte e la dittatura di Marcos. E' evidente che il primo sta intraprendendo una politica repressiva contro il popolo filippino che potrebbe essere simile al governo di Marcos. In che modo questa strategia, se perseguita dal Partito, è positiva per il movimento rivoluzionario? E tenendo conto dell'esperienza della cosiddetta "rivoluzione EDSA", che potrebbe essere diversa nel suo sviluppo, o del risultato che il movimento rivoluzionario può aspettarsi da un'eventuale caduta di Duterte.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/19.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/19.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>JMS: Come lei osserva, è positivo e vantaggioso per il movimento rivoluzionario sottolineare la somiglianza tra i regimi di Marcos e Duterte per la loro politica repressiva contro il popolo filippino. In effetti, sono simili nell'impegnarsi nel regno del terrore aperto. Duterte ha firmato la sua legge sul terrorismo di Stato in nome dell'antiterrorismo. E idolatra apertamente Marcos e lo emula nella strage e nella rapina.</p><div><div><br /></div><div>Se Duterte dovesse cadere prima o subito dopo il 2022, sarà a causa di gigantesche azioni di massa e del conseguente ritiro del suo sostegno da parte dei militari reazionari pro-americani. Questi militari pro-americani potranno ancora trasferire il potere al vicepresidente o al candidato presidenziale dell'opposizione nel 2022 in modo simile a quanto avvenuto per Cory Aquino come presidente nel 1986. Le forze legali del movimento democratico nazionale hanno la capacità di mobilitare il popolo per azioni di massa gigantesche. Ma il NEP non ha ancora abbastanza forze armate per prendere il potere a Manila.</div><div><br /></div><div>Nel frattempo, è meglio che il NEP accumuli le forze armate nelle campagne e aiuti il governo popolare a rafforzarsi lì. Tutti gli sforzi sono tesi a rafforzare l'alleanza operaia-contadina, a conquistare gli strati sociali medi e ad approfittare delle divisioni tra i reazionari. La cosa migliore che può accadere sfruttando le divisioni tra i reazionari è quando si combattono violentemente. Ma questo non succederà ancora a breve.</div><div><br /></div><div>20. Qual è la situazione attuale nelle Filippine dopo la pandemia? Come è stata gestita questa situazione dal Movimento Rivoluzionario delle Filippine e quale lavoro o compito è stato fissato per il popolo filippino?</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/20.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/20.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div>JMS: Anche prima della pandemia COVID-19, la crisi del sistema di governo era diventata più grave che mai. Dopo la chiusura della pandemia, Duterte ha usato i suoi poteri di emergenza per applicare misure più repressive contro il popolo e sottrarre il denaro pubblico promesso per sostenere la lotta medica contro la pandemia e fornire assistenza economica al popolo che è stato privato del lavoro e di altri mezzi di sussistenza. Il popolo è affamato ed estremamente arrabbiato contro il regime di Duterte.</div><div><br /></div><div>Le forze legali del movimento democratico nazionale stanno usando i social media e i webinar per sollevare obiezioni contro il regime e promuovere il risveglio, l'organizzazione e la mobilitazione della popolazione in tutti i modi possibili, nonostante le misure di blocco messe in atto dai militari e dalla polizia.</div><div><br /></div><div>Nelle campagne, le forze rivoluzionarie hanno più libertà d'azione a causa del minor numero di truppe dovuto al loro sforzo nel far rispettare le misure di blocco. Ma in alcune zone della campagna i militari sono impegnati in cosiddette operazioni militari mirate. Ma lo spazio è ampio nelle campagne per le manovre del NEP finalizzate all'evasione, alla difesa o all'offesa.</div><div><br /></div><div>21. In mezzo a una pandemia globale, secondo la sua personale opinione, verso quale direzione punta la politica estera borghese di Duterte? È ancora favorevole agli Stati Uniti o pensa che si stia spostando a favore della Cina?</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/21.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/21.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div>JMS: Duterte è sempre rimasto fedele all'imperialismo statunitense. Ha mantenuto tutti i trattati, gli accordi e le intese che rendono gli Stati Uniti ancora dominanti sull'economia, la politica, la cultura e l'esercito filippino. E il grande accordo tra gli Stati Uniti e Duterte è che quest'ultimo elimini la rivoluzione armata e dia agli Stati Uniti la proprietà illimitata della terra, delle risorse naturali, dei servizi pubblici e di tutte le attività commerciali.</div><div><br /></div><div>Il grande accordo tra Duterte e la Cina è che quest'ultima conceda i prestiti ad alto tasso di interesse promessi, pari a 24 miliardi di dollari, per progetti infrastrutturali troppo costosi. Ma la Cina è stata lenta nel mantenere la sua promessa perché vuole che Duterte ceda per primo i diritti sovrani filippini sul Mar delle Filippine occidentale. Duterte sta raccogliendo più denaro cinese dalle triadi criminali cinesi che contrabbandano droghe illegali e gestiscono casinò nelle Filippine.</div><div><br /></div><div>Servire due potenze imperialiste che sono ora in conflitto può diventare un grosso problema per Duterte. Lui ha permesso alla Cina di costruire e militarizzare sette isole artificiali nel Mar delle Filippine Occidentale, di possedere il 40 per cento della rete elettrica nazionale e, peggio ancora, di far costruire alla China Telcom torri cellulari nei campi militari per assistere l'esercito e la polizia nel miglioramento del loro sistema di comunicazione. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti mantengono personale e strutture in questi campi militari nell'ambito del Visiting Forces Agreement e del Enhanced Defense Cooperation Agreement.</div><div><br /></div><div>22. Qual è la posizione adottata dal PCF in merito alla rivalità esistente tra Cina e Stati Uniti, attualmente concretizzatasi in una guerra commerciale?</div></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/22.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/22.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div>JMS: Il PCF condanna gli Usa e la Cina come potenze imperialiste per le rispettive violazioni della sovranità nazionale filippina. Gli Stati Uniti e la Cina sono stati i due principali protagonisti della propagazione della politica neoliberale negli ultimi quattro decenni. Ma ora sono sempre più in conflitto tra loro perché i responsabili politici statunitensi sono giunti alla conclusione che la Cina ha approfittato della sua economia a due livelli (capitalismo di stato e capitalismo privato) per raggiungere obiettivi strategici economici e militari, ha manipolato le politiche commerciali e valutarie per ottenere vantaggi indebiti, ha usato il suo surplus di esportazioni e le sue riserve di valuta estera per esportare capitali e conquistare mercati e ha rubato la tecnologia statunitense dalle filiali statunitensi in Cina e dai laboratori di ricerca negli Stati Uniti.</div><div><div><br /></div><div>Il governo statunitense deve incolpare la Cina per fuorviare l'opinione pubblica americana sulla crisi della sovrapproduzione nel sistema capitalistico mondiale, per offuscare il fatto che il governo statunitense ha commesso la follia di spendere troppo per le forze militari statunitensi all'estero e per le guerre di aggressione e ha fatto concessioni alla Cina, come l'esternalizzazione della produzione (per avvalersi di manodopera cinese più economica a scapito dei posti di lavoro negli Stati Uniti), aumentando gli investimenti americani in Cina dopo le rivolte di massa del 1989 in decine di città cinesi e permettendo alla Cina di godere di grandi eccedenze commerciali e di intraprendere progetti ambiziosi come l'iniziativa Belt and Road.</div><div><br /></div><div>La crisi di sovrapproduzione del sistema capitalistico mondiale è diventata così grave che le contraddizioni inter-imperialiste si stanno aggravando e il settore dei servizi e le bolle del debito pubblico sono già in fase di implosione. Le contraddizioni inter-imperialiste tra Stati Uniti e Cina hanno preso il sopravvento perché sono ora le economie più grandi e gli Stati Uniti trovano conveniente, oltre che necessario, opporsi alla Cina come principale rivale economico in grado di riprodurre e rebrandizzare i prodotti che un tempo portavano i marchi statunitensi e come principale rivale politico per le armi militari ad alta tecnologia.</div><div><br /></div><div>23. Data l'attuale situazione caratterizzata da un aumento delle tensioni globali e della lotta tra le potenze imperialiste, come valuta l'attuale situazione internazionale? C'è qualche paese che potrebbe sostenere la rivoluzione nelle Filippine? Qual è la sua opinione su paesi come Cuba, Corea del Nord o Venezuela?</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/23.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/23.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div>JMS: Il neoliberalismo si sta dissolvendo. È servito ad aggravare la crisi di sovrapproduzione. Le contraddizioni interimperialiste si stanno intensificando. Gli Stati Uniti e la Cina si stanno abbattendo l'un l'altro. Ci si può aspettare che le potenze imperialiste siano più prese dai loro problemi interni, anche se sono allo stesso tempo invischiate nelle contraddizioni inter-imperialiste e vanno ad aggredire tanti altri paesi con atti di aggressione.</div><div><br /></div><div>L'aggravarsi della crisi del sistema capitalista sta generando condizioni favorevoli alla rivoluzione filippina. Essendo in un arcipelago, il popolo filippino deve essere autosufficiente nel condurre la lotta rivoluzionaria. Nella loro storia, sono stati in grado di sconfiggere il colonialismo spagnolo, sono stati il primo popolo asiatico a sconfiggere una potenza occidentale e sono poi riusciti a combattere bene contro la crescente potenza imperialista degli Stati Uniti a partire dal 1899.</div><div><br /></div><div>Ammiro le forze e i popoli antimperialisti di Cuba, della Repubblica Popolare Democratica di Corea e della Repubblica Bolivariana del Venezuela e di altri paesi per essersi opposti all'imperialismo statunitense e per aver combattuto contro di esso e i suoi lacchè. Le loro giuste lotte servono a sostenere la rivoluzione filippina. A sua volta, la rivoluzione filippina sostiene le loro stesse lotte.</div><div><br /></div><div>Bene se gli Stati Uniti si imprigionano nel loro territorio e in molti altri paesi, in modo da avere meno forza per concentrarsi sulle Filippine. È anche un bene che qualsiasi forza rivoluzionaria in un altro Paese possa estendere il sostegno morale e l'assistenza concreta per aiutare il popolo filippino nella sua lotta rivoluzionaria. Ma è meglio che il popolo filippino faccia affidamento su se stesso e non diventi dipendente dall'assistenza straniera anche quando questa si materializza.</div><div><br /></div><div>La rivoluzione democratica popolare in corso nelle Filippine ha dimostrato che può crescere in forza e avanzare anche mentre i grandi paesi socialisti non c'erano più e nessun paese straniero di qualsiasi tipo forniva alcun tipo di assistenza alla rivoluzione armata. Il popolo filippino è fiducioso di poter fare ulteriori passi avanti da solo, mentre la crisi del sistema capitalistico mondiale si aggrava e le potenze imperialiste e le classi reazionarie locali si trovano in una situazione peggiore che mai.</div><div><br /></div><div>24. In uno dei suoi documenti, "Sulla questione della guerra popolare nei paesi capitalisti industriali" è negata ogni possibilità di condurre una guerra popolare in un centro imperialista. Perché lo pensa? Quale dovrebbe essere il ruolo dei rivoluzionari in questi paesi? Come può costituirsi il proletariato rivoluzionario come classe dirigente se non applica i principi della Guerra Popolare?</div><div><br /></div></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/24.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/24.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div>JMS: Per essere precisi, ho affermato che guerra popolare di lunga durata è possibile e praticabile in una società semi-coloniale e semifeudale come quella pre-1949 della Cina e delle attuali India e Filippine, non può essere universalmente praticabile in nessun Paese imperialista in nessun momento. In condizioni di guerra diretta inter-imperialista come la seconda guerra mondiale, senza l'uso di armi nucleari, è stato ancora possibile fare la guerra partigiana o la guerriglia per un certo numero di anni sia nelle aree urbane che in quelle rurali dell'Europa occidentale.</div><div><br /></div><div>In questo momento, la popolazione agricola dei paesi imperialisti è diventata piuttosto esigua. Sia negli Stati Uniti che in Norvegia, dove alcuni maoisti infantili blaterano di una guerra popolare di lunga durata, la popolazione agricola è circa il due per cento della popolazione nazionale ed è composta solo da capitalisti agricoli monopolisti e da ricchi agricoltori, che utilizzano una massiccia meccanizzazione, a differenza dei tradizionali proprietari terrieri della Cina che sfruttavano una grande massa di contadini poveri e medi che utilizzavano strumenti agricoli primitivi.</div><div><br /></div><div>La linea strategica di Mao di circondare le città dalle campagne in una lunga guerra popolare funziona in paesi dove i contadini sono la maggioranza della popolazione nazionale e l'economia semi-feudale è in crisi cronica. Mao stesso ha detto che la guerra popolare di lunga durata, che poteva essere condotta in Cina, non può essere condotta in nessun altro paese imperialista con un'economia e un sistema di comunicazione altamente unificato e centralizzato e con una scarsità di contadini poveri e medi.</div><div><br /></div><div>Lasciamo pure che questi maoisti infantili comincino subito la lotta armata nelle campagne degli Stati Uniti o della Norvegia. Saranno spazzati via in meno di 30 minuti dalle squadre SWAT della polizia locale. Fino ad ora, nessun gruppo che abbia sostenuto una guerra popolare di lunga durata lo ha fatto in un paese imperialista. Piccoli gruppi armati di cospiratori senza un'ampia base di massa tra i lavoratori o in una comunità nazionale oppressa possono andare lontano all'interno di un paese imperialista, fin quando non inizia lo scontro a fuoco.</div><div><br /></div><div>Non ci dovrebbe essere confusione tra la pratica di Mao di prolungare la guerra popolare nella Cina semicoloniale e semifeudale come forma particolare di guerra e il concetto generale marxista del proletariato che rovescia lo Stato borghese con la violenza armata, come insegna da molto tempo il Manifesto Comunista. Soprattutto quando un gruppo si definisce maoista, dovrebbe capire perché in Cina è stata possibile una guerra popolare di lunga durata e perché da allora non abbiamo più visto un tale tipo di guerra verificarsi e avere successo nei paesi imperialisti.</div><div><br /></div><div>I rivoluzionari nei paesi imperialisti possono propagare la linea del Manifesto Comunista, della Guerra Civile in Francia e di Stato e Rivoluzione di Lenin affinché il proletariato stabilisca la sua dittatura di classe rovesciando lo Stato borghese. Verso questo obiettivo, i comunisti possono sviluppare un forte movimento della classe operaia attraverso un efficace lavoro ideologico, politico e organizzativo in sintonia con l'aggravarsi della crisi del sistema capitalistico e prepararsi a combattere lo sforzo disperato della borghesia monopolistica di utilizzare il fascismo contro la classe operaia...</div><div><br /></div><div>È facilmente concepibile, sulla base dell'esperienza storica e delle circostanze attuali, che si possano fare preparativi politico-militari per il rovesciamento della borghesia monopolistica, come esercizi di mobilitazione popolare per proteste di massa e serrate contro il nemico di classe, la formazione e l'addestramento di unità di autodifesa nei sindacati e in altre organizzazioni di massa e nelle comunità, il lavoro in stile bolscevico all'interno dell'esercito imperialista per future defezioni di massa delle truppe dalla parte rivoluzionaria, l'accumulo discreto di armi nelle mani dei rivoluzionari, e così via.</div><div><br /></div><div>25. C'è stata qualche volontà all'interno del PCF di ricostituire l'Internazionale comunista? Qual è la sua opinione sul Partito Internazionale e sul suo ruolo? In passato, all'interno dello stesso movimento maoista, ci sono stati alcuni tentativi, di porre in evidenza il Movimento Rivoluzionario Internazionale. Che opinione merita per voi?</div></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/25.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/25.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div>JMS: In questa intervista non parlo a nome del PCF. E non sono a conoscenza di alcuna intenzione del PCF di ricostituire l'Internazionale comunista. Ma penso che abbia più senso che il PCF faccia del suo meglio in questo momento per guidare la rivoluzione filippina, al fine di fare progressi significativi e quindi dare un contributo significativo alla lotta antimperialista mondiale e alla rinascita della rivoluzione proletaria mondiale.</div><div><div><br /></div><div>I partiti comunisti con più risorse e con più spazio politico possono cercare di riunire delegazioni comuniste di vari Paesi per conferenze o seminari. Ma non credo che sia saggio e praticabile per nessun partito o gruppo di partiti costituire un partito internazionale che metta i vari PC sotto il principio del centralismo democratico come ha cercato di fare il RIM. Il RIM si è messo nei guai per una serie di questioni come il desiderio di Gonzalo di negoziare la pace e poi la nuova sintesi di Avakian.</div><div><br /></div><div>Dalla dissoluzione della Terza Internazionale nel 1943 a causa delle condizioni della Seconda Guerra Mondiale, il concetto di un partito comunista internazionale che tratta i partiti comunisti di vari Paesi come sezioni nazionali è diventato obsoleto. Il principio e la prassi sono diventati l'uguaglianza e l'indipendenza dei partiti comunisti dei vari Paesi e il rispetto reciproco in quanto tali, sia che siano al potere o meno, sia che siano grandi o piccoli. Essi sono responsabili dell'applicazione del marxismo-leninismo nei loro rispettivi paesi, mentre sono vincolati dallo spirito e dal principio dell'internazionalismo proletario.</div><div><br /></div><div>26. A questo proposito, che contributo può dare il Movimento Rivoluzionario Filippino al Movimento Comunista Internazionale? Attualmente il Movimento Rivoluzionario Filippino è un'avanguardia ideologica all'interno del Movimento Comunista Internazionale?</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/26.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://cpp.ph/wp-content/uploads/2020/10/26.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div>JMS: Al momento, il PCF può dare un contributo significativo al movimento comunista internazionale guidando la rivoluzione filippina e, nel corso del processo, crescere in forza e fare progressi nella lotta. Quando vincerà la rivoluzione filippina, allora avrà le risorse e lo spazio politico per ospitare conferenze o seminari internazionali nelle Filippine. Ciò che il PCF può fare ora è condividere la sua esperienza rivoluzionaria e le sue opinioni su questioni nazionali e internazionali con altri partiti comunisti attraverso pubblicazioni, conferenze e seminari.</div><div><br /></div><div>Nel frattempo, il Dipartimento Internazionale del PCF può facilitare la partecipazione delle delegazioni del PCF a conferenze e seminari internazionali antimperialisti. Il PCF è convinto di assumere la giusta posizione su eventi e questioni nazionali e internazionali. Ma non credo che il PCF sia incline a proclamarsi immodestamente come l'avanguardia ideologica del Movimento Comunista Internazionale. Ciò è dimostrato più dalla pratica rivoluzionaria che da un'autoproclamazione.</div></div><div><br /></div><div><br /></div><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #444444; font-family: var(--font_serif); font-size: 14.994px; line-height: 1.6em; margin: 0px 0px 20px; text-indent: 20px;"><br /></p>Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-77359877205629431172020-10-06T05:01:00.003-07:002020-10-06T05:01:54.156-07:00La critica del confucianesimo e la lotta tra le due linee in seno al Partito comunista cinese (novembre 1974)<p><span style="font-size: small; text-align: justify;">Articolo a firma di Chin Shih-Pai di studio delle tesi del presidente Mao sulla critica del confucianesimo. Questo testo è uno di quelli che la redazione delle Opere di Mao Tse-tung ha ritenuto utile pubblicare assieme ai testi redatti da Mao Tse-tung o redatti sotto la sua direzione. Essi sono redatti da organismi o portavoci della linea e protagonisti delle iniziative politiche dirette da Mao Tse-tung e, a parere della redazione, aiuteranno il lettore a conoscere meglio sia la lotta di classe nel cui contesto si inserisce il pensiero di Mao Tsetung sia la comprensione che di essa ebbero i suoi più vicini compagni di lotta.</span></p><div style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.3333px;"><br /></span>Confucio era il rappresentante, sul piano ideologico, della classe dei proprietari di schiavi, la prima classe reazionaria rovesciata della storia. La sua ideologia che auspicava il regresso e la restaurazione risponde ai bisogni politici di tutte le classi reazionarie corrotte e moribonde. I capifila delle linee opportuniste in seno al nostro partito, Liu Shao-chi e Lin Piao compresi, hanno tutti utilizzato la dottrina di Confucio e di Mencio come arma ideologica nella loro opposizione al marxismo-leninismo e alla linea rivoluzionaria del presidente Mao. Già durante il movimento del 4 maggio 1919, nel corso della lotta per la rivoluzione antimperialista e antifeudale, il presidente Mao criticò la scuola confuciana in modo incisivo. Nel corso del successivo mezzo secolo, lottando contro le linee opportuniste in seno al partito, egli criticò ininterrottamente Confucio e i suoi seguaci. Questa critica faceva parte della critica alle linee erronee.<br />Il presente articolo si limita a esaminare una parte delle tesi, già rese pubbliche, del presidente Mao sulla critica del confucianesimo in modo da studiare l’esperienza storica accumulata dal nostro partito collegando questa lotta alla critica del confucianesimo.</div><div style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /><div style="text-align: center;"><b style="font-size: 20pt;">Periodo della rivoluzione di nuova democrazia</b></div></div><div style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 26.6667px;"><b><br /></b></span>Durante la prima Guerra civile rivoluzionaria (1924-1927), una dura lotta, la prima lotta tra le due linee nella storia del nostro partito, oppose la linea rivoluzionaria del presidente Mao alla linea opportunista di destra di Chen Tu-hsiu (1). Sebbene questi, che si teneva su posizioni democratico-borghesi, avesse lanciato la parola d’ordine rivoluzionaria “Abbasso la scuola confuciana”, successivamente la tradì del tutto e fece appello allo spettro di quella scuola quando applicò la sua linea opportunista di destra. A quel tempo i movimenti rivoluzionari operaio e contadino presero vigorosamente slancio in tutto il paese, in particolare il movimento contadino si sollevò tempestosamente. In questa svolta cruciale dello sviluppo della rivoluzione Chen Tu-hsiu oppose la dottrina di Confucio e di Mencio alla rivoluzione e alla linea rivoluzionaria proletaria del presidente Mao, dichiarando che “per un periodo piuttosto lungo, si deve seguire una linea di eclettismo e del giusto mezzo”. La linea di Chen Tu-hsiu, una linea opportunista di destra che “voleva l’unione e rifiutava la lotta”, comportava l’abbandono della direzione della rivoluzione nelle mani dei reazionari del Kuomintang e la salvaguardia della dittatura dei proprietari terrieri e della borghesia. Chen Tu-hsiu, che faceva coro con i controrivoluzionari, definì il movimento contadino “sinistrorso”, “oltranzista” e lo calunniò perfidamente gridando che “andava molto male”: la sua ambizione era di soffocare quel vigoroso movimento. Se si voleva proseguire nella rivoluzione, bisognava smascherare la natura reazionaria di questa linea e criticare la dottrina di Confucio e di Mencio sulla quale si basava questa linea che cercava di ingannare e spaventare la gente per combattere la rivoluzione.<br />Il <i>Rapporto d’inchiesta sul movimento contadino nello Hunan</i>, scritto dal presidente Mao nel marzo del 1927, costituì una requisitoria militante contro Chen Tu-hsiu e la dottrina di Confucio e di Mencio. Nel rapporto, egli criticò e denunciò l’opportunismo di destra di Chen Tu-hsiu, stigmatizzò le assurdità controrivoluzionarie che tacciavano di “eccessivo” il movimento contadino, espose il punto di vista dialettico rivoluzionario “per raddrizzare qualcosa bisogna piegarla in senso inverso” e criticò in modo incisivo la regola di condotta del “tenersi nel giusto mezzo”. Questa regola, arma teorica di Confucio per opporsi alle riforme sociali e restaurare lo schiavismo, venne utilizzata più tardi da tutti i reazionari e da tutti i conservatori nella loro opposizione alle riforme, alla rivoluzione e al progresso. Basandosi su questa regola di condotta assurda che difendeva gli interessi delle classi reazionarie e decadenti, Chen Tu-hsiu e soci rimproverarono al movimento contadino di essere “eccessivo” e impedirono ai contadini di spezzare il vecchio ordine “mangiatore e uccisore di uomini” della classe feudale dei proprietari terrieri. Rendendo colpo per colpo, il presidente Mao sottolineò: “La rivoluzione non è un pranzo di gala, né un’opera letteraria, né un disegno o un ricamo; non può avvenire con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, amabilità, cortesia, misura e generosità d’animo”. “La rivoluzione in campagna è l’abbattimento da parte dei contadini del potere feudale dei proprietari terrieri. A meno di dispiegare gli sforzi più grandi, i contadini non riusciranno mai a rovesciare il potere dei proprietari terrieri, potere che si è saldamente stabilito nel corso di millenni”. Quindi, “per raddrizzare qualcosa, bisogna piegarla in senso opposto; altrimenti non si può renderla dritta”. Queste brillanti idee del presidente Mao sono delle armi acuminate che incoraggiano i popoli rivoluzionari a osare lottare e osare vincere.<br />Nell’articolo, il presidente Mao enumerò quattordici importanti conquiste del movimento contadino per confutare le calunnie dei reazionari e degli opportunisti. Lodò calorosamente quel movimento, affermando che era “l’avanguardia della rivoluzione” e che “andava molto bene”. Molte delle quattordici conquiste erano né 119 più né meno che una dichiarazione di guerra alla dottrina di Confucio e di Mencio. Testimonianze eloquenti: le grandi masse contadine respinsero le “tre principali regole di condotta e le cinque virtù costanti”(2) raccomandate dalla predetta dottrina e insorsero per rovesciare il potere politico dei proprietari terrieri, l’autorità del clan (potere del tempio degli antenati e del capo del clan), l’autorità religiosa (potere fondato sul dio protettore della città e sulle divinità locali) e l’autorità maritale che opprimeva le donne. “Queste quattro forme di potere (politico, del clan, religioso e maritale) rappresentano il complesso dell’ideologia e del sistema feudale patriarcale e sono le quattro grosse corde che legano il popolo cinese e in particolare i contadini”. Combattere queste quattro forme di potere, il cui fondamento teorico riposa sulla dottrina di Confucio e di Mencio, significava criticare l’essenza stessa di questa dottrina. Senza alcuna ambiguità, il presidente Mao fece della lotta anticonfuciana una parte importante della lotta rivoluzionaria. La via percorsa successivamente dalla rivoluzione cinese mostra in modo eloquente che ogni progresso della rivoluzione e ogni passo avanti del popolo si è tradotto in una lotta contro la dottrina di Confucio e di Mencio e contro tutte le altre ideologie delle classi reazionarie e decadenti. Servirsi del marxismo-leninismo per criticare il confucianesimo è un compito militante di lungo respiro della rivoluzione cinese sul fronte politico e ideologico.<br />Dopo la liquidazione della linea capitolazionista di destra di Chen Tu-hsiu, per tre volte fece la sua apparizione nel nostro partito la linea opportunista “di sinistra”. Fu soprattutto l’opportunismo “di sinistra” di Wang Ming(3) che dominò più a lungo nel nostro partito e che gli causò i danni maggiori. Allo stesso modo di Chen Tu-hsiu questi opportunisti “di sinistra” erano tutti degli adoratori di Confucio e dei partigiani dell’idealismo e della metafisica confuciana. Essi si opponevano al fatto che la verità universale del marxismo-leninismo fosse combinata con la pratica della rivoluzione cinese, non capivano niente né della teoria della rivoluzione cinese né della pratica guidata da questa teoria e non facevano né inchieste né studi sulla storia e sulle condizioni reali della Cina. Facendo passare l’idealismo soggettivista per materialismo dialettico diffondevano concezioni mistiche del tipo profetico vantato dai partigiani di Confucio e di Mencio per diffamare e combattere il marxismo-leninismo. L’idealismo soggettivista era il fondamento ideologico della loro linea che raccomandava “una lotta dura senza unione”.<br />Per liquidare completamente sul piano ideologico queste linee opportuniste, il presidente Mao scrisse alcune opere brillanti come <i>Contro la mentalità libresca</i>, <i>Sulla pratica</i> e <i>Sulla contraddizione</i>. In queste opere fece il bilancio dell’esperienza storica accumulata nelle lotte contro le linee opportuniste “di sinistra” e di destra, criticò l’idealismo e la metafisica confuciani dei loro autori, continuò, salvaguardò e sviluppò il materialismo storico e dialettico.<br />In <i>Contro la mentalità libresca</i>, il presidente Mao afferma: “Diciamo che il marxismo è una teoria giusta, non perché Marx è un ‘profeta’, ma perché la sua teoria si è verificata nella nostra pratica, nella nostra lotta. Abbiamo bisogno del marxismo nella nostra lotta. Accettando questa teoria, non abbiamo in mente alcuna idea formalistica o mistica come quella di ‘profeta’”. Confucio si fece passare per un “saggio” e i suoi adoratori di tutti i tempi portarono alle stelle sia lui che i suoi pari assimilandoli a dei “profeti”. Ciò significa mettere l’apriorismo, teoria idealista, contro la pratica rivoluzionaria delle masse popolari e tutte le idee progressiste che rispondono ai bisogni dello sviluppo sociale. Criticando con acutezza il punto di vista idealista, estremamente errato, degli opportunisti “di sinistra”, che consideravano il marxismo “profetico”, il presidente Mao sottolineò che la teoria rivoluzionaria proveniva dalla pratica rivoluzionaria, che quella doveva verificarsi in questa e che l’idea mistica di “profeta” era del tutto incompatibile col marxismo. Il sottotitolo di <i>Sulla pratica</i>, il rapporto tra la conoscenza e la pratica, tra il sapere e l’azione, mostra chiaramente che la critica è rivolta direttamente contro l’apriorismo idealista di Wang Ming e di Confucio che disprezzavano la pratica e ritenevano che conoscenze e capacità fossero innate. In modo penetrante il presidente Mao espose la teoria materialista dialettica della conoscenza: pratica-teoria-pratica, osservando esplicitamente: “La nostra conclusione è l’unità storica, concreta, di soggettivo e oggettivo, di teoria e pratica, di sapere e di azione; siamo contro tutte le concezioni errate ‘di sinistra’ o di destra, separate dalla storia concreta”. In <i>Sulla contraddizione</i>, criticò di nuovo, in modo diretto, il pensiero metafisico di Wang Ming e denunciò il carattere reazionario della tesi metafisica predicata da Tung Chung-chou(4) , capo degli adoratori di Confucio della dinastia degli Han occidentali (206 a.C. - 8 d.C.) secondo la quale “il Cielo è immutabile, immutabile è il Tao”. Questa filosofia reazionaria tenta di far credere che i regimi di sfruttamento e di oppressione esistono dall’antichità ed esisteranno per sempre, per opporsi così alle riforme sociali e alla rivoluzione popolare. Questa concezione metafisica fu al servizio, durante i secoli, della decadente classe dominante feudale. Recuperando queste logore armi della dottrina di Confucio e di Mencio, gli opportunisti miravano a salvaguardare la dominazione reazionaria del Kuomintang, a sabotare la causa rivoluzionaria del popolo e a impedire il progresso della storia. I comunisti e tutti i rivoluzionari hanno il compito di denunciare senza esitazioni le linee erronee della reazione e della metafisica, di diffondere la dialettica relativa alle cose e ai fenomeni e di contribuire al loro cambiamento in modo da giungere alla rivoluzione.<br />Quello stesso Wang Ming che si pretendeva “bolscevico al cento per cento” ma detestava mortalmente il materialismo dialettico, passò, al tempo della Guerra di resistenza contro il Giappone (1937-1945), dall’ultrasinistra all’estrema destra, predicando “tutto attraverso il fronte unito” e “tutto per il fronte unito”. Era un ritorno alla linea opportunista di destra di Chen Tu-hsiu dell’“unione senza lotta” e assegnava al Kuomintang la direzione della Guerra di resistenza contro il Giappone. Per avvalorare la sua linea erronea, egli avanzò di nuovo la dottrina di Confucio e di Mencio, predicando chiassosamente che bisognava far regnare “fedeltà, pietà filiale, benevolenza, coraggio, riti, giustizia, sobrietà e pudore” presentati come “tradizioni magnifiche della grande nazione cinese”. Sbraitava che bisognava agire in modo che le classi, i partiti e gli eserciti che prima erano antagonisti “si facessero concessioni reciproche”, “si rispettassero” e “si amassero” sotto la bandiera della “benevolenza e dell’amore”. In realtà voleva che il Partito 121 comunista cinese e il popolo cinese si prosternassero davanti a Chiang Kai-shek e lo lasciassero torchiare la nazione a suo piacimento, per poi tradirla e infine capitolare. La linea opportunista di destra di Wang Ming danneggiò gravemente gli interessi del partito e del popolo. Il presidente Mao scrisse allora <i>Sulla nuova democrazia</i>, <i>L’orientamento del movimento giovanile</i>, <i>Introduzione a “Il Comunista”</i>, <i>Contro lo stile stereotipato nel partito</i>, <i>Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte</i>, nei quali fece il bilancio dell’esperienza storica della lotta tra le due linee, avviata dal Movimento del 4 maggio e sottolineò che la lotta contro lo stile stereotipato nel partito era la continuazione della lotta contro lo stile stereotipato della vecchia Cina(5). Il movimento di rettifica dello stile di lavoro a Yenan(6), personalmente diretto dal presidente Mao, permise di eliminare radicalmente le influenze della linea di Wang Ming sul piano ideologico e politico e di criticare il confucianesimo.<br />La teoria della “natura umana” lodata dalle classi sfruttatrici è alla base della concezione del mondo di tutte le classi sfruttatrici reazionarie e degli opportunisti. Essi usano sempre questo concetto ipocrita per ingannare il popolo, attenuare le distinzioni tra le classi, minare la volontà di lotta e sabotare la lotta rivoluzionaria. Wang Ming non fece eccezione. Issando la bandiera confuciana della “benevolenza e dell’amore” cercò di celare la natura della sua linea capitolazionista. Nei suoi <i>Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte</i>, il presidente Mao osservò in modo penetrante: “Quanto al preteso ‘amore dell’umanità’, non è mai esistito un amore così generale da quando essa è divisa in classi. Tutte le classi dominanti del passato si sono compiaciute di predicare un tale amore e molti ‘saggi’ hanno fatto lo stesso, ma nessuno lo ha ancora messo realmente in pratica, dato che è una cosa impossibile nella società divisa in classi”. I “saggi” criticati in questo brano dal presidente Mao hanno come rappresentante numero uno quel Confucio che diceva a ogni piè sospinto che “un uomo benevolo ama tutti i suoi simili”. Ciò costituisce sia una ferma denuncia dell’essenza ideologica della linea capitolazionista di Wang Ming che una tagliente critica del carattere reazionario e ipocrita della dottrina di Confucio e di Mencio.<br />Per smascherare la natura di classe dei reazionari sia all’interno che all’esterno del paese e dei capifila delle linee opportuniste, tutti adoratori di Confucio, il presidente Mao fece osservare in <i>Sulla nuova democrazia</i>: “In Cina esiste anche una cultura semifeudale, riflesso della politica e dell’economia semifeudale del paese; i suoi rappresentanti comprendono tutti coloro che vantano il culto di Confucio, lo studio del canone confuciano, la vecchia morale e le vecchie idee e che si oppongono alla nuova cultura e alle nuove idee. La cultura imperialista e la cultura semifeudale sono due sorelle molto unite che hanno contratto un’alleanza reazionaria per opporsi alla nuova cultura cinese. Queste culture reazionarie sono al servizio degli imperialisti e della classe feudale e devono essere abbattute”. Il fatto che le culture imperialista e semifeudale diventassero due sorelle molto unite era il riflesso della politica e dell’economia della vecchia Cina, semifeudale e semicoloniale. Mossi dal comune obiettivo reazionario di sfruttare e di opprimere il popolo cinese, l’imperialismo e la La critica del confucianesimo e la lotta tra le due linee in seno al PCC Mao Tse-tung - OPERE 122 classe feudale dei proprietari terrieri collaborarono sul piano politico e strinsero un’alleanza sul piano culturale. La dottrina di Confucio e di Mencio, ideologia a favore della reazione e della restaurazione dei proprietari di schiavi in declino, è stata sempre, nella storia cinese, subordinata alle forze delle classi reazionarie e corrotte. Dopo l’invasione dell’imperialismo, la Cina fu subordinata alle forze d’aggressione imperialiste e la dottrina di Confucio e di Mencio diventò il pilastro spirituale dell’opposizione al popolo e alla rivoluzione. L’aggressione culturale imperialista si combinò con la dottrina di Confucio e di Mencio per ingannare e addormentare il popolo cinese. Nella storia moderna e contemporanea della Cina, Tseng Kuo-fan(7), Li Hung-chang(8), Chiang Kai-shek e Wang Ching-wei(9) sono stati tutti adoratori di Confucio e del suo canone e nello stesso tempo si sono prosternati davanti a ciò che è straniero, vero tradimento nazionale. I capifila delle linee opportuniste in seno al partito, essendo agenti dei proprietari terrieri e della borghesia, veneravano tutti Confucio e le cose straniere; alcuni di loro diventarono persino degli agenti del nemico e dei traditori della nazione. Ma “ogni azione regressiva provoca in definitiva un risultato contrario a quello che prevedono i suoi istigatori. A questo non vi sono mai state eccezioni né in passato né nel presente, né presso di noi né all’estero”. Le culture imperialista e semifeudale, queste due sorelle unite nella sventura, non poterono impedire la marcia in avanti del popolo cinese il quale, sotto la direzione del presidente Mao e del Partito comunista cinese, continuò a riportare grandi vittorie nella sua lotta contro l’imperialismo e il feudalesimo.<br />Durante la Guerra di liberazione (1946-1949) la Cina si trovò di fronte a una battaglia decisiva in cui si scontravano due futuri e due destini. Per mantenere la loro dominazione sanguinaria, i reazionari del Kuomintang e gli scribacchini al loro soldo issarono di nuovo la sinistra bandiera di Confucio. Liu Shao-chi, rinnegato, agente del nemico e traditore della classe operaia, divenne il loro agente nel nostro partito. Egli era da sempre un ammiratore di Confucio: già nel 1925, quando fu imprigionato, tradì la causa e potè in tal modo uscire di prigione portando con sé i <i>Quattro libri</i> (cioè i quattro classici della scuola confuciana: <i>il Grande studio</i>, <i>l’Invariabile mezzo</i>, i <i>Colloqui di Confucio</i> e le <i>Opere di Mencio</i>) donatigli da un signore della guerra reazionario. Si intrufolò poi nuovamente nelle file rivoluzionarie. Nel 1939 pubblicò per la prima volta il suo sinistro libro sul perfezionamento individuale, che lodava la dottrina di Confucio e di Mencio(10). Al tempo della Guerra di liberazione cominciò coll’avanzare il programma reazionario della “nuova fase di pace e democrazia” per opporsi alla guerra di popolo, poi pretese che bisognava “sull’esempio di Confucio, incoraggiare l’indulgenza” nel<br />tentativo di impedire al popolo, diretto dal nostro partito, di conquistare la vittoria su scala nazionale. Fare la rivoluzione fino in fondo o bloccarla a metà strada? Ecco una questione di importanza capitale da cui dipendevano il futuro e il destino della Cina. In <i>Condurre la rivoluzione</i> fino in fondo, scritta a quell’epoca, il presidente Mao criticò severamente l’“indulgenza” confuciana osservando acutamente: “Il popolo cinese non prova mai pietà per i cattivi della specie dei serpenti; ritiene assolutamente a ragione che coloro che dicono 123 perfidamente che bisogna averne compassione, anche a costo di sfidare l’usanza del paese o di mancare di grandezza d’animo, ecc., non sono dei veri amici del popolo cinese”. “Fare la rivoluzione fino in fondo significa usare metodi rivoluzionari per annientare risolutamente, radicalmente, integralmente e totalmente tutte le forze della reazione”. Guidato dalla linea rivoluzionaria del presidente Mao, il popolo cinese, irresistibile, spazzò via il nemico. Era arrivata l’ora in cui la dinastia di Chiang Kai-shek sarebbe totalmente sprofondata e sarebbe sorta una nuova Cina sotto la dittatura del proletariato.<br />In quel momento cruciale della rivoluzione, le forze reazionarie, che non si rassegnano mai alla sconfitta, presero a dibattersi blaterando, al modo di Confucio e di Mencio, di “benevolenza, giustizia e virtù” per rimproverare con virulenza al potere rivoluzionario di essere sprovvisto di “benevolenza”. Allora il presidente Mao scrisse <i>Sulla dittatura democratica popolare e altre opere</i>, nelle quali criticò in modo incisivo la teoria del “governo basato sulla benevolenza” predicata da Confucio e da Mencio e confutò categoricamente gli attacchi lanciati dai reazionari, da Liu Shaochi e dai suoi soci contro la dittatura del proletariato. Restituendo colpo su colpo, sottolineò: “Noi non siamo benevoli. È perfettamente vero. Noi non useremo mai una politica di benevolenza verso le attività reazionarie degli elementi e delle classi reazionarie”. L’apparato statale è sempre uno strumento di violenza attraverso il quale una classe ne opprime un’altra e non qualcosa di “benevolo”. Confucio, il fondatore della teoria del “governo basato sulla benevolenza” fece giustiziare Chao Cheng-mao che diffondeva delle idee di riforme, tre mesi dopo aver preso il potere. All’insegna della parola d’ordine “Sterminare i banditi è praticare la benevolenza”, Chiang Kai-shek, il capofila della controrivoluzione, massacrò migliaia e migliaia di comunisti e di altri rivoluzionari. I governi imperialisti, che avevano la bocca piena di parole come benevolenza, giustizia, virtù, non le hanno mai messe in pratica e non hanno mai detto la verità. Erano invece quotidianamente occupati a svolgere attività controrivoluzionarie. Risulta così chiaramente l’essenza estremamente ipocrita e reazionaria della teoria del “governo basato sulla benevolenza”. Non esiste un tale governo al di sopra delle classi, esiste solo la dittatura esercitata da una classe sull’altra: “Tutta l’esperienza accumulata dal popolo cinese nel corso di molte decine d’anni ci insegna ad applicare la dittatura democratica popolare”. “Se il popolo rivoluzionario non riesce a padroneggiare il metodo che permette di esercitare la dominazione sulle classi controrivoluzionarie, allora non sarà in grado di mantenere il potere statale, la reazione, interna ed esterna, lo rovescerà per restaurare la sua dominazione in Cina e il disastro si abbatterà sul popolo rivoluzionario”. Il presidente Mao espose in modo profondo la quintessenza della teoria marxista dello Stato ed elaborò un grande programma per installare e consolidare la dittatura del proletariato in Cina. La critica del “governo basato sulla benevolenza” espresse il completo fallimento del complotto ordito dai reazionari del paese e dell’estero e dagli opportunisti in seno al partito, che cercavano di servirsi della dottrina di Confucio e di Mencio per ostacolare l’avanzata della rivoluzione cinese.<br /><span style="font-size: large;"><b><br /></b></span></div><div style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><b>Periodo della rivoluzione socialista</b></span></div><div style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 26.6667px;"><b><br /></b></span>Con la fondazione della Repubblica popolare cinese, il nostro paese entrò nel periodo della rivoluzione socialista che ha, come contraddizione principale, quella tra proletariato e borghesia. Lotte ripetute e accanite opposero la linea rivoluzionaria proletaria del presidente Mao alle linee revisioniste di Liu Shao-chi e di Lin Piao. Seguire la via socialista o capitalista, consolidare la dittatura del proletariato e far avanzare la rivoluzione o restaurare il capitalismo e far girare indietro la ruota della storia: era questo il punto nodale di tali lotte. L’essenziale della dottrina di Confucio e di Mencio era la restaurazione e la regressione; sotto il socialismo, per restaurare il capitalismo, i capifila dell’opportunismo sposano sempre questa dottrina. Il suo spettro si è reincarnato nei revisionisti controrivoluzionari. Di conseguenza, durante questo periodo, la lotta tra le due classi e le due linee è sempre stata unita alla lotta tra coloro che combattono il confucianesimo e coloro che lo venerano.<br />Nell’imminenza della fondazione della Repubblica popolare cinese, Liu Shao-chi, agente fedele dei proprietari terrieri e della borghesia, iniziò le sue attività di opposizione alla rivoluzione socialista. Predicando in modo molto esplicito che “lo sfruttamento ha i suoi meriti” e che bisogna “consolidare l’ordine della nuova democrazia” e “proteggere la proprietà privata”, Liu Shao-chi voleva in realtà edificare il capitalismo e non il socialismo. Sulla scia di questa linea politica reazionaria, lui e i suoi agenti negli ambienti letterari e artistici presentarono al pubblico <i>La vita di Wu Hsun</i>(11), film reazionario che esaltava in modo isterico il culto di Confucio e si opponeva alla rivoluzione popolare. Il personaggio glorificato dal film era un difensore del feudalesimo e un adoratore di Confucio, tanto spregevole quanto vile. Lodandolo, Liu Shao-chi e i suoi simili volevano elogiare Confucio e diffondere la dottrina di Confucio e di Mencio. Il presidente Mao diresse di persona la critica di questo film e mise a nudo il volto laido di quegli adoratori di Confucio che erano Liu Shao-chi e soci. Egli disse: “Per molti autori lo sviluppo della storia non è la sostituzione del nuovo col vecchio, ma il mantenimento a tutti i costi del vecchio per impedirgli di scomparire; non è il rovesciamento, attraverso la lotta di classe, dei governi feudali, reazionari, che devono essere rovesciati, ma, come avvenne per Wu Hsun, la negazione dell’esistenza della lotta di classe da parte del popolo oppresso e la capitolazione davanti a quei governi”. Questo giudizio colpì nel punto debole i revisionisti e tutti gli adoratori di Confucio e assestò un colpo decisivo alla dottrina di Confucio e di Mencio.<br />Ma la lotta è proseguita. Nel corso della rivoluzione e dell’edificazione socialista è spesso successo che i revisionisti abbiano fatto ricorso a questa dottrina per preservare e mantenere il vecchio sistema. Nel 1953, confutando le idee reazionarie dei proprietari terrieri e della borghesia compradora che si opponevano alla trasformazione socialista, il presidente Mao fece notare che Confucio aveva avuto in larga misura un modo d’agire dispotico e dei comportamenti fascisti. Detto altrimenti, Confucio era un irriducibile reazionario e tutti i rivoluzionari e i patrioti dovevano 125 rompere con le sue pratiche. A partire dal secondo semestre del 1955, con lo slancio della trasformazione socialista nel nostro paese, centinaia di milioni di contadini, presero di buon grado la via della cooperazione. Liu Shao-chi e soci si fecero nuovamente avanti per ribadire la vecchia solfa del giusto mezzo; calunniarono la cooperazione affermando che era “troppo presto” per farla, che le cooperative erano “troppo numerose” e ordinarono di ridurne drasticamente il numero. Il presidente Mao pubblicò allora <i>Sul problema della cooperazione agricola</i> e pubblicò un’antologia dal titolo <i>Alta marea del socialismo nelle campagne cinesi</i> in risposta alle attività sabotatrici di Liu Shao-chi e soci. Nella nota introduttiva a un articolo della raccolta, egli criticò in modo approfondito Confucio e il suo canone nonché l’abbietto Liu Shao-chi il quale, in omaggio a Confucio e per tornare agli antichi, si era recato in “pellegrinaggio” a Chiufu (paese natale di Confucio, nella provincia del Shantung). Mao Tse-tung sottolineò: “La popolazione del paese natale di Confucio ha creato una cooperativa socialista. Ancora molto povera dopo più di duemila anni, essa ha visto la sua vita economica e culturale cominciare a trasformarsi nel corso dei tre anni successivi alla fondazione della cooperativa. Ciò prova che il socialismo che edifichiamo è effettivamente qualcosa di mai intrapreso dagli antichi. Esso è infinitamente superiore ai ‘canoni’ confuciani. Consiglio a chi si è compiaciuto di andare a visitare il tempio e il bosco di Confucio di recarsi in questa cooperativa”. Risulta chiaramente da questa profonda analisi di classe che la dottrina di Confucio e di Mencio non è minimamente utile al popolo lavoratore e che solo il socialismo può salvare la Cina e dare felicità al popolo. In un tempo relativamente breve, il nostro popolo, diretto dal partito, ha realizzato, nell’essenziale, la trasformazione socialista per ciò che riguarda la proprietà dei mezzi di produzione.<br />Nel 1955, nel corso della lotta per criticare il gruppo controrivoluzionario di Hu Feng, il presidente Mao difese risolutamente la dittatura del proletariato e confutò tutti gli attacchi lanciati contro di essa dai controrivoluzionari. Criticando una lettera sinistra di quel gruppo, il presidente Mao fece notare: “In quella lettera, la formula ‘le forze feudali latenti massacrano furiosamente’ rivela il terrore provato dal gruppo controrivoluzionario di Hu Feng di fronte alla grande lotta condotta dalle forze rivoluzionarie del nostro popolo per reprimere le forze controrivoluzionarie. Questo sentimento è comune a tutte le classi, a tutti i gruppi e a tutti gli individui che si oppongono alla rivoluzione. Ciò che li spaventa è proprio quello che rallegra le masse popolari rivoluzionarie”. L’attacco e le calunnie contro il proletariato, tacciato di essere “una forza feudale latente”, da parte del gruppo controrivoluzionario di Hu Feng, erano tipicamente reazionari, la tipica posizione di chi adora il confucianesimo e si oppone alla scuola legista(12). Questa lotta permise a tutto il popolo di ricevere una profonda educazione sulla questione di come individuare i gruppi e gli elementi controrivoluzionari e migliorare il suo livello di coscienza sulla lotta contro il nemico.<br />Nel 1958, guidato dalla linea generale del partito: “Edificare il socialismo secondo i principi di dispiegare ogni sforzo, di andare sempre avanti, di rapidità, quantità, qualità ed economia”, e osando pensare, esprimersi e agire, tutto il La critica del confucianesimo e la lotta tra le due linee in seno al PCC Mao Tse-tung - OPERE 126 popolo si lanciò nel grande balzo in avanti. Il presidente Mao scrisse una calorosa epigrafe per il primo trattore fabbricato dalla classe operaia cinese: “Gli umili sono i più intelligenti, i nobili i più sciocchi!”. Era una conclusione che costituiva una critica profonda della concezione reazionaria della storia predicata da più di duemila anni dai discepoli di Confucio e di Mencio secondo la quale “in alto si trova l’intelligenza, in basso la stupidità” e un grande incoraggiamento alle centinaia di milioni di rivoluzionari; le masse popolari non avevano mai manifestato un morale e una combattività così elevati. “Tutte le ideologie decadenti e tutti gli altri elementi marci che esistono nella sovrastruttura si vanno di giorno in giorno disgregando. Certo, ci vuole ancora del tempo per spazzar via tutti questi residui, ma la loro scomparsa è certa, inevitabile”. I folgoranti attacchi lanciati dal proletariato contro la borghesia nei settori della sovrastruttura, compresi i settori culturali, impressero un energico slancio alla causa socialista.<br />Il rapido progresso della rivoluzione e dell’edificazione socialista in Cina suscitò il terrore e l’odio della borghesia e dei suoi agenti nel nostro partito, come Liu Shaochi, Lin Piao, Peng Teh-huai e soci. Nel 1959, in occasione dell’ottava sessione plenaria del Comitato centrale uscito dall’ottavo Congresso del partito, Peng Tehhuai, gettando la maschera, attaccò perfidamente la linea generale del partito, si oppose al grande balzo in avanti, alle comuni popolari e al movimento rivoluzionario di massa nel tentativo di impadronirsi della direzione del partito e del potere statale e di rovesciare la dittatura del proletariato. Sotto la direzione del presidente Mao tutto il partito mise tempestivamente nell’impossibilità di nuocere la linea opportunista di destra di Peng Teh-huai e nel corso della lotta denunciò in modo approfondito la sua concezione reazionaria del mondo. Peng Teh-huai non è mai stato un marxista. Già all’epoca della Guerra di resistenza contro il Giappone aveva propagandato “la libertà, l’uguaglianza e la fraternità” nonché il precetto confuciano “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Il presidente Mao aveva osservato che queste posizioni erano antimarxiste, borghesi e dirette a ingannare il popolo. Prima del trionfo della rivoluzione, predicare quel precetto confuciano significava riconciliare le classi, opporsi all’uso della guerra rivoluzionaria e ad altri metodi politici per abbattere il nemico e liquidare la rivoluzione. Dopo la vittoria della rivoluzione, predicare questo precetto significava compiangere i proprietari terrieri, i contadini ricchi, i controrivoluzionari, i cattivi elementi e gli elementi di destra rovesciati, liquidare la dittatura del proletariato e restaurare il capitalismo. Ecco l’essenza dell’opportunismo di destra di Peng Teh-huai. La critica fatta dal presidente Mao di questo punto di vista reazionario è estremamente importante nel senso che ci permette di attenerci alla teoria marxista delle classi e della lotta di classe e della dittatura del proletariato. Finché esisteranno le classi e la lotta di classe, si porrà solo la questione “di fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”, di contare strettamente sulla dittatura del proletariato per colpire risolutamente il nemico e difendere gli interessi del proletariato e del resto del popolo.<br />Dopo l’annientamento della linea opportunista di destra di Peng Teh-huai, Liu Shao-chi si fece portavoce della tendenza anticinese, anticomunista e 127 controrivoluzionaria provocata dall’imperialismo, dal revisionismo e dalla reazione sul piano internazionale e sollevò un funesto vento di restaurazione controrivoluzionaria. Nel 1962 Liu Shao-chi fece ripubblicare per la terza volta il suo sinistro libro sul “perfezionamento individuale” impregnato di idee perniciose ispirate a Confucio e a Mencio. In quel libro egli passa sotto silenzio la dittatura del proletariato, la lotta tra la borghesia che vuole la restaurazione e il proletariato che vi si oppone; anzi, predica con calore il perfezionamento individuale tra quattro mura e lontano dai tre grandi movimenti rivoluzionari (la lotta di classe, la lotta per la produzione e la sperimentazione scientifica) e chiede ai comunisti di imparare i precetti confuciani “fedeltà e indulgenza”, “rendere il bene per il male”, “sopportare l’ingiustizia nell’interesse della comunità”, “sopportare le umiliazioni e sopportare pesanti fardelli”, ecc. Egli diede inoltre il suo appoggio a un simposio nefasto in cui si cantavano le lodi di Confucio. Agendo in tal modo, Liu Shao-chi voleva avviare una “evoluzione pacifica” ricorrendo alla dottrina di Confucio e di Mencio, avviare la sua linea revisionista e controrivoluzionaria, rovesciare la dittatura del proletariato e restaurare il capitalismo. Rispondendo alle furiose attività cospirative di Liu Shaochi e soci, il presidente Mao lanciò, in occasione della decima sessione plenaria del Comitato centrale uscito dall’ottavo Congresso del partito, il grande appello: “Non dimenticare mai l’esistenza delle classi e della lotta di classe” e formulò in modo ancora più completo la linea fondamentale del partito per tutto il periodo storico del socialismo. Nel 1963 scrisse il famoso articolo <i>Da dove vengono le idee giuste? </i>nel quale criticò la teoria idealista della conoscenza ripresa da Liu Shao-chi e confutò i sermoni fatti da questi sul “perfezionamento individuale” allo scopo di opporsi alla rivoluzione proletaria e alla dittatura del proletariato.<br />La grande Rivoluzione culturale proletaria scatenata e diretta personalmente dal presidente Mao è un generale regolamento di conti con la linea revisionista e controrivoluzionaria di Liu Shao-chi e un profondo movimento di critica di Confucio. Nella <i>Circolare del 16 maggio</i> (1966) del Comitato centrale del Partito comunista cinese, documento programmatico di quella rivoluzione, il presidente Mao inserì un passaggio per confutare l’assurdità diffusa da Liu Shao-chi e dai suoi simili secondo la quale “tutti sono uguali di fronte alla verità” e per criticare i pretesi rapporti di benevolenza, giustizia, virtù esaltati dalla dottrina di Confucio e di Mencio. Egli sottolineò in modo esplicito: “I rappresentanti della borghesia che si sono infiltrati nel partito, nel governo, nell’esercito e nei diversi ambienti culturali costituiscono un’accozzaglia di revisionisti controrivoluzionari”. “Sono dei lacchè fedeli della borghesia e dell’imperialismo e d’accordo con loro si attengono ostinatamente al sistema ideologico col quale la borghesia opprime e sfrutta il proletariato, si attengono ostinatamente al regime capitalista, si oppongono all’ideologia marxistaleninista e al regime socialista. Sono una banda di controrivoluzionari anticomunisti che vanno contro il popolo; la lotta contro di noi è per loro una lotta all’ultimo sangue nella quale non vi è la benché minima ombra di uguaglianza. La lotta contro di loro non può quindi che essere per noi una lotta all’ultimo sangue, i nostri rapporti con loro non sono in alcun modo dei rapporti d’uguaglianza, ma dei rapporti di La critica del confucianesimo e la lotta tra le due linee in seno al PCC Mao Tse-tung - OPERE 128 oppressione di una classe da parte di un’altra classe cioè dei rapporti di dittatura del proletariato sulla borghesia nei quali non c’è né uguaglianza né coesistenza pacifica né alcunché d’altro tra classi sfruttatrici e classi sfruttate, né niente di tutto ciò che si chiama umanità, giustizia, virtù, ecc.”. In tal modo il presidente Mao Tse-tung ha tracciato un giusto orientamento per questa rivoluzione: criticare il revisionismo, la dottrina di Confucio e di Mencio e tutte le altre ideologie delle classi reazionarie e decadenti e ha messo in luce la sua natura di grande rivoluzione politica diretta a consolidare la dittatura del proletariato e a prevenire la restaurazione del capitalismo. Nel corso di questa rivoluzione, seguendo gli insegnamenti del presidente Mao, il partito, l’esercito e tutto il popolo si sono impegnati in una lotta all’ultimo sangue contro la linea revisionista e controrivoluzionaria di Liu Shao-chi e hanno riportato una vittoria decisiva, che ha consolidato e rafforzato notevolmente la dittatura del proletariato in tutti i campi della sovrastruttura, compreso l’insieme dei settori culturali.<br />Dopo aver distrutto il quartier generale borghese capeggiato da Liu Shao-chi, il nostro partito ne annientò un altro diretto da Lin Piao. Lin Piao era un discepolo di Confucio. Nel suo covo abbondavano i rifiuti ideologici della dottrina di Confucio e di Mencio e aleggiava un tanfo nauseabondo dato dal culto di Confucio<br />e dal ritorno agli antichi. Lin Piao fece un amalgama di questa dottrina, destinata al mantenimento e alla restaurazione della schiavitù e delle assurdità revisioniste e ne fece il fondamento ideologico della sua linea revisionista e controrivoluzionaria. Egli riprese il programma avanzato da Confucio per risuscitare il sistema schiavista: “moderarsi e far ritorno ai riti”, che considerava la cosa più importante. Per “far ritorno ai riti”, cioè restaurare il capitalismo e rovesciare la dittatura del proletariato, si affrettò a lanciare un programma politico che consisteva nel mantenere a tutti i costi il posto di presidente della repubblica e il suo programma teorico idealista che consisteva nella teoria del “genio”. Scoprendo il complotto di Lin Piao e soci diretto a impadronirsi del potere e a restaurare il capitalismo, il presidente Mao ribadì la direttiva che non esiste più la carica di presidente della repubblica; in risposta al programma teorico di Lin Piao e di Chen Po-ta, criticò in modo particolare la teoria del “genio” osservando acutamente che non possiamo che attenerci alla posizione del marxismo-leninismo e non dobbiamo assolutamente fare causa comune con i sofismi di Chen Po-ta sulle seguenti questioni: sono gli eroi o gli schiavi a fare la storia? Le conoscenze (le capacità fanno parte delle conoscenze) sono innate o acquisite? Bisogna praticare l’apriorismo, teoria idealista o la teoria materialista del riflesso? La profonda critica dell’apriorismo fatta dal presidente Mao mostra che il rinnegato e traditore Lin Piao che pretendeva di essere un “genio”, “un nobile tra i nobili”, “un superuomo” e “un destriero celeste” dotato di doni divini era in realtà uno sciocco che andava contro la corrente della storia.<br />Mentre chiamava in aiuto lo spettro di Confucio ed esaltava la sua dottrina e quella di Mencio, Lin Piao si diffondeva in maledizioni definendo “feroce” l’imperatore Shi Huang-ti dei Chin e “repressiva” la scuola legista, coll’intento di combattere la dittatura del proletariato. Molto tempo fa il presidente Mao criticò in modo incisivo questo punto di vista reazionario. Nel 1958, in occasione della 129 seconda sessione plenaria del Comitato centrale uscito dall’ottavo Congresso del partito, egli confutò i perfidi attacchi lanciati da Lin Piao contro la decisione dell’imperatore Shi Huang-ti dei Chin di “bruciare i libri e seppellire vivi i letterati confuciani”(13), approvò completamente il ruolo positivo svolto da quell’atto rivoluzionario, mise in luce il ruolo progressista della violenza rivoluzionaria e denunciò la natura reazionaria degli attacchi contro quell’imperatore, attacchi lanciati in realtà contro la violenza rivoluzionaria e la dittatura del proletariato. Attaccando questa dittatura mediante la denigrazione dell’imperatore Shi Huangti dei Chin, Lin Piao sollevò una pietra e se la fece cadere sui piedi.<br />I capifila delle linee opportuniste hanno sempre invocato Confucio in loro aiuto, ma Confucio non può salvarli dalla sconfitta. Lin Piao, che si paragonava a “un destriero celeste che percorre lo spazio, andando e venendo a suo piacimento”, subì una sconfitta completa nei suoi due tentativi di colpo di Stato controrivoluzionario(14). Il risultato fu che dopo essere stato smascherato, fuggì alla disperata per andare a consegnarsi al nemico, tradendo il partito e la patria e rimettendoci la pelle.<br /><span style="font-size: large;"><b><br /></b></span></div><div style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span style="font-size: large;"><b>Un’esperienza storica importante</b></span></div><div style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 26.6667px;"><b><br /></b></span>Non è un caso che in Cina tutti i capifila delle linee opportuniste hanno venerato Confucio e hanno lodato il confucianesimo. In quanto rappresentanti delle classi sfruttatrici infiltrate nel partito comunista, essi avevano la stessa impronta di quelle classi marce e decadenti; è quest’impronta che determina immancabilmente la loro opposizione alla rivoluzione e al progresso e le loro attività per la restaurazione e il regresso. Confucio ne fu il protagonista, il primo in ordine di tempo. Continuata e sviluppata dai reazionari del passato, l’ideologia confuciana diventò una dottrina sistematica diretta al mantenimento della dominazione reazionaria e rispondente ai bisogni politici di tutta la reazione, corrotta e moribonda. Fu inevitabilmente usata come arma ideologica dai capifila delle linee opportuniste in seno al partito nella loro opposizione alla rivoluzione proletaria e alla dittatura del proletariato.<br />Confucio formulò non solo una linea politica reazionaria diretta a restaurare la schiavitù, ma anche una linea ideologica reazionaria caratterizzata dall’idealismo e dalla metafisica. Egli diffondeva freneticamente la teoria idealista della “volontà del Cielo” e l’apriorismo secondo il quale “le conoscenze sono innate”, allo scopo di “provare” che la classe reazionaria dei proprietari di schiavi aveva ragione a opprimere e a sfruttare e di giustificare le azioni che andavano contro la direzione della storia commesse dall’aristocrazia proprietaria di schiavi. Le linee opportuniste nel partito “si caratterizzano per la rottura tra soggettivo e oggettivo, per la separazione tra conoscenza e pratica”. I loro capifila seguivano una linea ideologica reazionaria “dal soggettivo all’oggettivo”, la cui origine era, tra le altre, l’apriorismo, teoria idealista predicata da Confucio. In <i>Sulla pratica</i>, il presidente Mao spiegò in modo approfondito le caratteristiche ideologiche di tutti questi testardi: “Le loro idee sono avulse dalla pratica sociale; non sanno andare davanti al carro della società e guidarlo, gli si trascinano dietro, lamentandosi che cammini troppo in fretta e cercano di riportarlo indietro e di farlo marciare in senso inverso”. Allo stesso modo di Confucio, i capifila delle linee opportuniste in seno al partito facevano tutti parte di questa razza. Per impedire l’avanzata della rivoluzione e riportare indietro la storia, gli opportunisti non possono non ricorrere all’idealismo e alla metafisica reazionaria di Confucio e ne fanno la loro base filosofica.<br />Dato che le classi dominanti reazionarie incoraggiarono e imposero la linea politica e ideologica reazionaria di Confucio, la sua ideologia diventò il pensiero dominante della società cinese feudale, semifeudale e semicoloniale in declino. Il presidente Mao afferma: “Le classi dominanti educavano gli studenti nella dottrina di Confucio, obbligavano il popolo a credere al sistema confuciano come a un dogma religioso”. Egli osservò inoltre che la liberazione definitiva di tutto il popolo dalla dottrina di Confucio e di Mencio “richiede ancora grandi sforzi e resta un compito immenso da portare a termine sulla via della trasformazione rivoluzionaria”. Decenni di lotta hanno provato che questo giudizio del presidente Mao è assolutamente giusto. La dottrina di Confucio e di Mencio esercita ancora una certa influenza su tutti i settori della società. Di conseguenza, chiunque pratichi in Cina l’opportunismo ricorre immancabilmente a questa dottrina utilizzandone la tradizionale influenza per vendere la sua merce. È questa la causa storica del culto di Confucio praticato da tutti i capifila delle linee opportuniste in Cina.<br />Risalendo alla loro origine ideologica e di classe, il presidente Mao ha colto questa caratteristica delle linee opportuniste nel nostro partito. Egli ha sempre unito la critica di queste linee a quella della dottrina di Confucio e di Mencio in modo da difendere il marxismo, attenersi alla rivoluzione proletaria e alla dittatura del proletariato. È questa un’importante esperienza storica accumulata dal nostro partito nelle lotte tra le due linee. Al tempo della rivoluzione di nuova democrazia, il nostro partito e il nostro popolo rivoluzionario avevano il compito fondamentale di impadronirsi del potere. Issando la sinistra bandiera della dottrina di Confucio e di Mencio, i capifila delle linee opportuniste miravano a mantenere la dominazione reazionaria dell’imperialismo, del feudalesimo e del capitalismo burocratico in Cina. Per questo a quel tempo la lotta tra le due linee, che opponeva l’anticonfucianesimo al culto del confucianesimo, si svolse principalmente attorno a queste questioni fondamentali: bisogna fare la rivoluzione e portarla fino in fondo? Come avere una giusta comprensione delle leggi della rivoluzione cinese di nuova democrazia? Al tempo della rivoluzione socialista, dopo la presa del potere da parte del proletariato, questa lotta è stata centrata su queste domande fondamentali: bisogna consolidare la dittatura del proletariato? Bisogna proseguire la rivoluzione sotto la dittatura del proletariato? Bisogna seguire la via socialista o la via capitalista? I capifila delle linee opportuniste hanno continuato a invocare lo spettro di Confucio di “moderarsi e far ritorno ai riti”, per rovesciare cioè la dittatura del proletariato e restaurare il capitalismo. Nel corso delle lotte tra le due linee nei diversi periodi storici, il presidente Mao mise a nudo la comune natura reazionaria delle linee opportuniste 131 e della dottrina di Confucio e di Mencio, criticando Confucio e rivelando i rapporti tra questa e quelle. Col continuo approfondimento della rivoluzione socialista, la lotta per criticare il revisionismo e la dottrina di Confucio e di Mencio continuerà a svilupparsi e a guadagnare in profondità su tutti i fronti, in tutti i campi dell’ideologia e della cultura e trasformerà l’uomo nella sua concezione del mondo. Questa critica, che eliminerà le influenze tradizionali di questa dottrina e di tutte le altre ideologie delle classi reazionarie e decadenti, è estremamente importante per combattere e prevenire il revisionismo, consolidare la dittatura del proletariato e impedire la restaurazione del capitalismo.<br /><br /><br /><b>NOTE</b></div><div style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br />1. Chen Tu-hsiu era professore dell’università di Pechino e diventò famoso come redattore della rivista Gioventù nuova. Tra i fondatori del Partito comunista cinese,<br />ne divenne segretario generale grazie alla reputazione che acquistò durante il Movimento del 4 maggio e all’inesperienza del partito che era stato appena fondato. Le idee deviazioniste di destra rappresentate da Chen Tu-hsiu in seno al partito degenerarono in una linea capitolazionista durante l’ultimo periodo della rivoluzione del 1924-27. A quel tempo i capitolazionisti abbandonarono volontariamente la direzione del partito sulle masse contadine, sulla piccola borghesia urbana, sulla media borghesia e in particolare sulle forze armate. Ciò provocò la sconfitta di quella rivoluzione. Dopo la sconfitta della rivoluzione nel 1927, Chen Tu-hsiu e un pugno di capitolazionisti cedettero al pessimismo, persero fiducia nel futuro della rivoluzione e divennero dei liquidazionisti. Adottarono la posizione reazionaria trotskista e formarono con i trotskisti un gruppuscolo antipartito. Di conseguenza, Chen Tu-hsiu fu espulso nel novembre 1929 dal partito.<br />2. Le “tre principali regole di condotta” e le “cinque virtù costanti” furono formulate da Tung Chung-chou, pensatore reazionario della classe dei proprietari terrieri del II secolo a.C. Le tre regole di condotta sono: “il sovrano guida i ministri, il padre guida i figli e il marito guida la moglie”, cioè la volontà del Cielo vuole che l’imperatore, il padre, il marito abbiano il potere assoluto di dominare mentre i ministri, i figli e le donne hanno il dovere di obbedire. Esse trovarono la loro incarnazione nel potere politico, del clan, religioso e maritale che diventarono quattro grosse corde che legarono per più di duemila anni il popolo cinese, soprattutto i contadini. Le cinque virtù costanti sono cinque principi che si pretendono immutabili: benevolenza, giustizia, riti, intelligenza e lealtà, criteri morali reazionari raccomandati dalla scuola confuciana per mantenere e conciliare i rapporti nell’ambito delle tre regole.<br />3. La linea opportunista “di sinistra” di Wang Ming dominò nel partito nel corso del periodo che va dalla quarta sessione plenaria (gennaio del 1931) del Comitato centrale uscito dal sesto Congresso del partito alla riunione dell’Ufficio politico del Comitato centrale che ebbe luogo a Tsunyi (provincia del Kweichow) nel gennaio del 1935. Questa riunione la fece finita con il dominio della linea errata e diede una nuova direzione al Comitato centrale capeggiata da Mao Tse-tung. La linea erronea “di sinistra” regnò particolarmente a lungo (quattro anni) nel partito e provocò danni estremamente La critica del confucianesimo e la lotta tra le due linee in seno al PCC Mao Tse-tung - OPERE 132 gravi al partito e alla rivoluzione. Le conseguenze funeste dell’applicazione di questa linea si manifestano nel fatto che circa il 90 per cento degli effettivi del Partito comunista cinese, dell’Esercito rosso cinese e delle basi d’appoggio furono perduti e che decine di milioni di persone, nelle basi rivoluzionarie, furono sottoposte alla feroce repressione esercitata dal Kuomintang. Tutto ciò frenò i progressi della rivoluzione cinese.<br />4. Tung Chung-chou (179 circa-104 a.C.) era il rappresentante della scuola confuciana al tempo della dinastia degli Han occidentali e un pensatore reazionario della classe dei proprietari terrieri. Per consolidare la dominazione autocratica feudale, propose di “praticare il culto esclusivo del confucianesimo e di screditare le altre scuole” facendo così di quella dottrina l’ideologia ortodossa. Continuando e sviluppando la teoria reazionaria della volontà del Cielo predicata da Confucio e da Mencio, creò un sistema teologico. Riteneva che nel mondo tutte le cose fossero ordinate dal Cielo (Dio) con uno scopo determinato e che era sempre il Cielo che aveva concesso all’imperatore feudale il potere di dominare. Diffuse il punto di vista metafisico che “il Cielo è immutabile, immutabile è il Tao” e formulò il dogma reazionario delle “tre principali regole di condotta” e delle “cinque virtù costanti” in modo da dare un fondamento teorico alla politica di consolidamento della dominazione e dell’ordine feudali.<br />5. Nella Cina feudale, dal XV al XIX secolo il sistema degli esami imperiali prevedeva una dissertazione redatta secondo un piano particolare, che comprendeva otto divisioni. Le ultime quattro divisioni erano composte ciascuna da una tesi e da un’antitesi, il che, in totale, dava otto parti. Di conseguenza, questo tipo di dissertazione si chiamava “saggio in otto parti”. Era un tipo di scritto privo di ogni contenuto che giocava con le parole e si preoccupava solo della forma. Ogni parte doveva seguire regole immutabili e fare uso di un determinato numero di caratteri; bisognava quindi, per comporla, conformarsi meccanicamente alle formule richieste dal soggetto. Lo “stile stereotipato nel partito” designa il modo di scrivere di alcuni esponenti delle file rivoluzionarie; essi non procedevano ad alcuna analisi dei fatti, si contentavano di usare a casaccio termini ed espressioni rivoluzionari e i loro articoli erano solo un’interminabile vaniloquio come i “saggi in otto parti”.<br />6. Il movimento di rettifica dello stile di lavoro è un movimento generale per l’educazione marxista e per lo studio del marxismo in tutto il partito, tramite la critica e l’autocritica. Il movimento di rettifica dello stile di lavoro a Yenan designa il movimento che si sviluppò nel 1942 a Yenan e nelle basi d’appoggio antigiapponesi contro il soggettivismo, il settarismo e lo stile stereotipato nel partito.<br />7. Tsen Kuo-fan (1811-1872) era un funzionario del governo dei Ching. Dopo lo scoppio della guerra contadina del Regno celeste dei Taiping si accanì a organizzare una forza armata controrivoluzionaria e diventò il traditore e il boia che, in connivenza con le forze delle potenze estere, represse i Taiping. Impugnando la bandiera a brandelli del razionalismo idealista, calunniò e attaccò violentemente le idee antifeudali dei Taiping.<br />8. Li Hung-chang (1823-1901) era un funzionario reazionario della fine della dinastia dei Ching. Dopo lo scoppio della guerra contadina del Regno celeste dei Taiping, divenne anche lui un traditore e un boia che, in collusione con le forze d’aggressione straniere, represse i Taiping. Partigiano irriducibile del tradimento nazionale e della capitolazio- 133 ne, concluse con gli aggressori stranieri diversi trattati che svendevano i diritti sovrani della Cina e umiliavano il paese e aprì la via all’aggressione imperialista in Cina.<br />9. Wang Ching-wei (1883-1944), supertraditore, allo scoppio della Guerra di resistenza contro il Giappone era vicepresidente del Kuomintang. Lasciò Chungking, sede del governo del Kuomintang e si arrese nel dicembre 1938 agli aggressori giapponesi. Nel 1940 assunse le funzioni di presidente del governo nazionale fantoccio a Nanchino. Pretendeva che quello che i traditori della nazione chiamavano “pacifismo” fosse “l’essenza del confucianesimo” e considerava “estremamente assurda” l’opposizione a quella dottrina.<br />10. Il libro di Liu Shao-chi si intitola Come diventare un buon comunista.<br />11. La vita di Wu Hsun è un brutto film che calunnia le tradizioni rivoluzionarie del popolo cinese e predica la dottrina di Confucio e di Mencio. Wu Hsun, vissuto all’epoca della dinastia dei Ching, era un lacchè della classe dei proprietari terrieri. Ma il film lo presenta come “un grande personaggio” che si sacrificava per dare la possibilità di istruirsi ai figli dei contadini poveri.<br />12. Il legismo è una scuola politico-filosofica sorta in Cina nel periodo dei Regni Combattenti (475-221 a.C.). Il maggiore esponente della scuola fu Han Fei, vissuto nel III secolo a.C. La scuola legista si contrapponeva alla scuola confuciana in quanto sosteneva la distinzione tra morale e politica e proponeva un buon governo basato su di un imparziale sistema legislativo.<br />13. L’imperatore Shi Huang-ti dei Chin (259-210 a.C.) stabilì il primo impero feudale unificato dei proprietari terrieri della storia cinese. “Bruciare i libri e seppellire vivi i letterati confuciani” è una misura dittatoriale presa da questo imperatore contro le forze schiaviste di restaurazione per consolidare il potere della classe feudale dei proprietari terrieri.<br />14. Nell’agosto del 1970, nel corso della seconda sessione plenaria del Comitato centrale uscito dal nono Congresso del partito, Lin Piao scatenò un putsch controrivoluzionario che fallì; nel marzo dell’anno successivo elaborò un piano di colpo di Stato armato controrivoluzionario chiamato Progetto di lavoro 571 e l’8 settembre scatenò un putsch armato diretto ad attentare alla vita del presidente Mao e a costituire un Comitato centrale parallelo. Sconfitto, il 13 settembre prese in gran segreto un aereo per cercar rifugio nelle braccia del revisionismo sovietico e si schiantò al suolo a Ondor Haan, in Mongolia</div><p align="justify" lang="zxx" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></p><p align="justify" lang="zxx" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><p align="justify" lang="zxx" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><p align="justify" lang="zxx" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><p align="justify" lang="zxx" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p>Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-74926215124290626652020-01-26T12:34:00.001-08:002020-01-26T12:38:55.790-08:00Emilia Paranoica<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://staticfanpage.akamaized.net/musicfanpage/wp-content/uploads/2013/09/meloni-ferretti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="770" data-original-width="586" height="320" src="https://staticfanpage.akamaized.net/musicfanpage/wp-content/uploads/2013/09/meloni-ferretti.jpg" width="243" /></a></div>
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Se i 5 Stelle vogliono essere consumati e distrutti, era un po' che non si annoiavano, il PD aspetta un'emozione sempre più indefinibile. In effetti cosa se non la famosa canzone dei CCCP è metafora dell'attuale auto-distruzione sinistrata in Emilia?<br />
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"Emilia di notti, dissolversi stupide sparire una ad una,<br />
Impotenti in un posto nuovo dell'ARCI."<br />
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Potrebbe essere la nenia terrificante che martella nelle teste di Bonaccini e della sua truppa sardinata mentre i barbari espugnano l'ultima cittadella. Il cantante dei CCCP, Giovanni Lindo Ferretti, aveva capito l'antifona già da tempo (infatti la canzone è degli anni 80') ed era salito con largo anticipo sul carro del vincitore della destra. Ma con una una certa coerenza bisogna dire, per cui secondo me bisogna rifiutare qualsiasi ipotesi di tradimento. </div>
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Mentre il giochetto del citofono di Salvini, attentamente calcolato e studiato, ha già da molto spostato quel definitivo 2% di elettori verso la Lega, avventuriamoci in qualche riflessione, col rischio di scrivere un articolo che di qui a qualche ora potrebbe invecchiare, nel caso il cessosinistra vincesse.</div>
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Ebbene sì, l'opinione dello scrivente è che la Lega vincerà le prossime elezioni di Emilia Romagna. E anche ammesso che non le vincesse, sarebbe una casualità fortuita che rimanderebbe l'agonia del PD a data da destinarsi. La vittoria della Lega in Emilia è nell'aria esattamente come era nell'aria la vittoria di Trump in America, nonostante tutte le quintalate di sondaggi artefatti e contrari. Potremmo dire che la sondaggistica serve proprio per mascherare questi fenomeni nell'astratta matematizzazione, la quale perdendo quintali e quintali di qualità rischia di non cogliere le tendenze storiche.</div>
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Il Partito Democratico ha puntato la sua intera campagna sull'elettorato urbano. Non c'è praticamente nessuna tematica che potrebbe conquistare le periferie. Ecologismo verde, sardine, l'odio della plebe, l'invidia del povero verso chi ha successo. L'Emilia Paranoica descritta nella canzone dei CCCP è invece proprio quella delle periferie, dove non si trova affatto più quella vita bucolica agrestre o quel senso di comunità primigenio che sta nelle teste degli ideologi reazionari. Anzi queste periferie sono la roccaforte del nichilismo, piene di individui annoiati, isolati, senza futuro e senza prospettive, senza nemmeno poter godere di quel simulacro di divertimento che garantiscono i centri urbani. </div>
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Ecco, questo qua, oltre ovviamente alle famiglie benestanti di periferia, è il bacino elettorale della Lega. I falliti, i miserabili impotenti, i risentiti verso il sistema. Attenzione, non stiamo dicendo i "proletari", col che si potrebbe pensare che la Lega sia la nuova sinistra (scemenza che non commenterei nemmeno). Quella che segue la Lega è una generica plebe composta di piccola borghesia frustrata, con anche pezzi di proletari ma solo perché superificialmente è impossibile distinguerli. A questi il sardino Mattia Sartori non ha che da proporre di stare zitti e in silenzio quando icompetenti parlano, di smetterla di odiare e di volere male. </div>
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<a href="https://www.iltempo.it/resizer/670/-1/true/1575648443787.jpg--ii_sogno_di_bonaccini.jpg?1575648443000" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="376" data-original-width="670" height="223" src="https://www.iltempo.it/resizer/670/-1/true/1575648443787.jpg--ii_sogno_di_bonaccini.jpg?1575648443000" width="400" /></a></div>
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Dove il PD mobilita le folle oceaniche sardinate, e il sostegno delle sardine a Bonaccini ormai è diventata una cosa impossibile da nascondere, è nei centri urbani, e le sardine sono composte da quei nichilisti compiuti con sedere parato da loro stessi o dai genitori che sono nietschianamente in grado di vivere e di farsi portatori della volontà di potenza che impera nel neoliberismo, senza il risentimento mendace del popolino. </div>
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Questa base di massa del PD non può certo consentirgli di governare più, dato che l'Emilia Paranoica delle periferie si ingrossa sempre di più a causa delle riforme neoliberiste. Perché, diciamocelo, il modello Emilia Romagna era già una stronzata ai tempi di Berlinguer. Serviva per coprire la rincorsa del PCI verso poltronifici e carrierismo. Il risentimento verso un modello corrotto e nepotista di gestione del pubblico e dell'erario è andata praticamente a totale vantaggio della Lega. Il nuovo disegno dominante di cooptare la critica anti-sistema è totalmente riuscito: un partito come i 5 stelle annichilito dall'esperienza di governo, la reazione leghista che ne approfitta.<br />
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Questi sono i dati per chi vuole vederli, per chi non è annebbiato da quel perverso gioco abbrutente della società dello spettacolo, nella quale i politici non sono che buffoni e nella quale gli ideali posticci e post-moderni non sono che coperture per uno scontro inter-borghese che gioca anche in Italia la sua partita, e che per i poveracci usati come milizie dai vari schieramenti non vedrà alcun vantaggio.<br />
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Questa la sostanza dello scontro in atto. E le alternative, comunque presenti soprattutto a sinistra, saranno schiacciate da questa contrapposizione frontale e dal ricatto padronale del voto utile. Ormai sono anni che ci dicono: dai sai già che dal nostro giochetto elettorale non potrai ottenere granché, ma cosa ti costa? Vota, incazzati, sardinizzati, gretizzati, fascistizzati, costruisci la tua triste pantomima postmoderna priva di idee, basta che giochi dentro il sistema. Perchè se invece ti incazzi veramente, come in Francia, in Cile, in Libano e in varie altre parti del mondo, lì le mazzate partono pesanti. E anche se sei tu e quattro tuoi amici a scioperare, sarai buttato in cella per l'infame decreto o sarai comunque bastonato a dovere.<br />
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Insomma, questa è la reale situazione per chi voglia vederla. Brutta, bella? Il negativo si converte sempre in positivo, bisogna solo sapere qual'è, per non industriarsi per conto d'altri a convertire il proprio positivo col proprio negativo. Per chi abbia voglia della dolce droga del potere, di intontirsi in mezzo a schermi, social e cagnare televisive, se si sente male c'è sempre un po' di MDMA, qualche antidepressivo e un video di gattini e passa tutto.<br />
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<a href="https://www.dolcevitaonline.it/wp-content/uploads/2016/12/mdma-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="452" data-original-width="800" height="225" src="https://www.dolcevitaonline.it/wp-content/uploads/2016/12/mdma-2.jpg" width="400" /></a></div>
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Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-90324826867821619282020-01-15T11:45:00.002-08:002020-01-15T11:45:34.933-08:00Brancaccio definitivo su CraxiByoblu, 15 gennaio 2020 – Dopo la sciocchezza delle tangenti generatrici di debito pubblico, va di moda in questi giorni un’altra favola politica: quella che celebra Craxi come un “sovranista” della prima ora, una sorta di tenace oppositore dei poteri forti della grande finanza globale. In realtà Craxi sostenne la compressione dei disavanzi primari tramite una maggior tassazione sul lavoro, fu acerrimo nemico delle rivendicazioni salariali, fu tra i primi architetti delle privatizzazioni, e soprattutto fu tra i primi sostenitori di una “modernizzazione” basata sull’apertura del paese ai processi di liberalizzazione finanziaria e di integrazione negli assetti capitalistici europei e globali. Quando si rese conto che questo “globalismo ante litteram” sarebbe caduto sulla sua testa e su quella di un’intera classe politica, era ormai troppo tardi. Un’intervista all’economista Emiliano Brancaccio dell’Università del Sannio.<div>
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/6IlOt_3csOw/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/6IlOt_3csOw?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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<a href="https://www.emilianobrancaccio.it/2020/01/15/la-favola-del-craxi-sovranista/">https://www.emilianobrancaccio.it/2020/01/15/la-favola-del-craxi-sovranista/</a></div>
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<i>Da verdersi anche il video in cui approfondisce molto più oggettivamente questo concetto, dove parla di "Craxi globalista ante-litteram". (NDA)</i></div>
Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-25453545253526586052020-01-13T14:49:00.001-08:002020-01-14T01:45:45.229-08:00Il governo Conte di Montecristo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fstatic.globalist.it%2Ffoto%2F2018%2F12%2F13%2F00051351-satira.jpeg&f=1&nofb=1" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="410" data-original-width="700" height="187" src="https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fstatic.globalist.it%2Ffoto%2F2018%2F12%2F13%2F00051351-satira.jpeg&f=1&nofb=1" width="320" /></a></div>
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Tra uno sbadiglio e l'altro il governo Giuseppi va avanti. Trattasi del governo politico più soporifero della storia italiana. Persino alcuni governi tecnici erano più entusiasmanti.<br />
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Una cosa però non può che stupire: non è quel governo d'assalto liberista e fascista che vorrebbero i padroni (un PD o un Monti per fare qualche esempio). Certo, questo è comunque un progetto di lungo periodo da tirare fuori al momento opportuno. Nonostante le apparenze di governo dei poteri forti, non è infatti questo il loro volere. Le privatizzazioni estese di sanità e scuola pubblica procedono più a rilento del previsto e anche l'avvallamento atlantico ed europeo avviene sì, ma con non pochi mal di pancia. Insomma, Conte è un bravo scolaro ma non eccellente. Ciò è dato dalla natura delle forze di governo in campo: un PD zingarettiano molto più titubante, pur nella sua scorza interna servile e liberale, a causa di eccessive batoste elettorali e un 5 stelle non certo desideroso di fare la stessa fine, nonostante le recenti giravolte non dovrebbero illuderli in proposito. Giggì sarà pure scemo ma le addizioni almeno le sa fare: se andiamo ad elezioni senza niente in mano, lo scureggione mangiapanini ci fa a pezzi. Dunque che cosa si è fatto venire in mente? Governare senza servire troppo i padroni o almeno farlo discretamente, piano e poco, e portarsi a casa qualche contentino ed elemosina per il suo elettorato, come il reddito di cittadinanza. E lì i voti dovrebbero risalire. Da qui l'idea che a tutti è sembrata oscena e vergognosa di allearsi con il Satana in persona, il PD, ma che rispetto a quanto ho detto prima ha una sua logica. </div>
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<a href="https://static.ilmanifesto.it/2019/02/02pol-conte-1-lapresse.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="213" src="https://static.ilmanifesto.it/2019/02/02pol-conte-1-lapresse.jpg" width="320" /></a></div>
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Ma. Ma c'è un ma. Ciò con cui Giggino non ha fatto i conti è la sete di sangue dei padroni italiani. La crescita italiana è fanalino di coda dell'Europa e i dividendi dei padroni italiani non sono ancora abbastanza alti. Nonostante le sforbiciate e le privatizzazioni persiste ancora il baraccone statalista ereditato dalla DC, indispensabile ai vari partiti per distribuirsi la macchina statale e soddisfare i propri uomini e i propri elettori. Per non parlare di un sistema sanitario elefantiaco e disorganizzato per quanto tra i migliori al mondo, ma assolutamente pubblico, per non parlare di scuola e università. Certo, tutti questi settori sono già stati pesantemente infiltrati dalle aziende attraverso partecipazioni e leggi ad hoc. Ma non basta. La crisi capitalistica si fa pesante e i capitalisti hanno bisogno di compotere col mercato. E come tutti i capitalisti, l'unico modo per farlo non sono tutte le scemenze di cui si riempono la bocca icompotenti come l'innovazione, la tecnologia e il merito ma sono le bastonate ai lavoratori, l'annullamento dei loro diritti, il loro sfruttamento e l'abbassamento dei loro salari. Da qui il sempre maggior numero di vertenze, dall'ILVA ad Arcerol Mittal. In tutti i casi il governo tentenna.</div>
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La deriva reazionaria che sta prendendo piede in tutto il mondo non fa ben sperare in questo senso. Ovunque ci voltiamo neoliberismo fa rima con fascismo. In questo senso chi strepita di populismi fascisti non è che un povero idiota senza appello. Quello che osserviamo è la reazione fascista padronale, a prescindere dal fatto che chi se ne fa portavoce è rosa (Lenin Moreno), blu (Macrì) o nero (Bolsonaro). In Italia si sta già creando in provetta il nuovo fascioliberismo: ovvero un governo del cessodestra a trazione salvianiana o (ancora meglio) meloniana. Epurata di ogni briciola di anti-europeismo, allineata al trumpismo-bannonismo e al sionismo, con qualche rimasuglio di timidissimo filo-putinismo che ai padroni italiani non dispiacerebbe, ma che non può esprimersi per diktat d'oltreoceano; questo è la rinnovata Lega di Matteo Salvini, un portentoso strumento nelle mani dei padroni. Questi infatti hanno visto che grazie al loro uomo sono stati in grado di far passare il divieto di blocco stradale, una legge fascista che azzoppa qualsiasi manifestazione, una manna per le future repressioni che si abbatteranno sui disperati. E non solo l'ha fatta passare, ma ha convinto anche molta gente che da quella legge verrà mazzuolata che si tratta di una buona legge e che chi vuole abolirla è un servo degli accoglioni piddini. I quali, pur avendolo promesso, non osano abolire l'infame decreto per il niet che gli viene dall'alto. </div>
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<a href="https://www.sostenitori.info/wp-content/uploads/2018/06/matteo-salvini-posa-681x397.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="397" data-original-width="681" height="186" src="https://www.sostenitori.info/wp-content/uploads/2018/06/matteo-salvini-posa-681x397.jpg" width="320" /></a></div>
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I padroni si sono subito accorti dell'abilità incredibile di questa loro creatura. E la pompano come se non ci fosse un domani. Ormai da anni i media riportano qualsiasi scoreggia di Salvini e i suoi avversari si prestano a questa commedia. E preparano già il programma del prossimo governo: autonomia differenziata, Flat Tax e strette repressive sulle lotte sociali. Un programma pensato per disarticolare i rimasugli di statalismo da Prima Repubblica in una miriade di feudi e di Far West all'americana dove il più forte (le imprenditorie del Nord produttivo) beccano tutto. Spazzare via interi pezzi di welfare senza neanche prendersene la diretta responsabilità. </div>
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Da ciò ne consegue un fatto. Il governo non è destinato a durare. Non tanto per l'eterogeneità della compagine governativa, ma per le pressioni centrifughe. Sia da fuori, nell'opposizione che i media consegnano felici al solo e unico Matteo Salvini, coadiuvato da Giorgia Meloni e dal vecchio magnaccia di Arcore (quest'ultimo molto più in sordina), ma anche da dentro, con il vecchio volpone Matteo Renzi che si è affrettato a scindersi insieme ai suoi sodali, forse però un tantino in anticipo sulla tabella di marcia e quindi costretto a continuare a sostenere il governo. Soffermiamoci su questo punto: perché scindersi proprio in questo momento e poi ritornare frettolosamente sui propri passi sostenendo il governo? Non possiamo, almeno per il momento, comprendere le reali implicazioni dietro questo gesto. Di certo sappiamo che il secondo (o il primo, a seconda del momento) Matteo, cioè il Renzi, ha l'abitudine, da maratoneta qual'è, di correre sempre troppo. Così è rovinato in passato e così rischia di rovinare di nuovo. Quest'azione azzardata di Renzi, per cui i commentatori politici di regime hanno digrignato i denti, è indicativa se non altro di un senso di distacco rispetto all'esperienza del governo Conte, pur dovendolo sostenere per mantenere la facciata. Il fatto che nel nuovo partito di Renzi, Italia Viva, sponsorizzato a destra e a manca dai soliti poteri, confluisca persino qualche politico del cessodestra e del peggior affarismo italiano, è la prova lampante che qualcosa sta bollendo in pentola. Non sappiamo ancora cosa, ma tutto fa propendere per una solidarietà col progetto del cessodestra salviniano al governo, non attraverso il voto ma attraverso il sabotaggio del governo dall'interno. </div>
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<a href="https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Ftse4.mm.bing.net%2Fth%3Fid%3DOIP.7fw2_l5W6ncOg1U8bUOgTgHaEu%26pid%3DApi&f=1" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="302" data-original-width="474" height="203" src="https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Ftse4.mm.bing.net%2Fth%3Fid%3DOIP.7fw2_l5W6ncOg1U8bUOgTgHaEu%26pid%3DApi&f=1" width="320" /></a></div>
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D'altronde, pur nella sua titubanza, dettata unicamente da pavidità ed indecisione non certo da un istinto eroico, anche il cessosinistra deve cedere. Loro lo sanno da quando si sono arresi al nemico ormai 30 anni orsono, l'unico problema sono i loro elettori. Loro sanno che per servire i padroni del vapore in UE devono venire a patti con il più vergognoso nazismo ucraino e devono mandare in soffitta il loro supposto anti-fascismo nel nome dell'anticomunismo. Ed è per questo che hanno votato senza fiatare la mozione europea che equipara nazismo e comunismo, insieme ai loro sodali del Partito Socialista Europeo. L'unico problema sono i loro elettori, circuirli richiede tempo e soldi (Sardine). </div>
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Insomma, ormai è tutto un gioco delle parti. Ma dietro ai commedianti c'è che sa giocare davvero. Che sia il buffone spompinapreti e sventolarosari a giocare la parte del nuovo garante degli interessi padronali dietro la fuffa di negri, presepi e crocifissi? Di certo la Lega, partito con una solida esperienza di governo regionale e comunale e con una solida base sociale nell'imprenditoria settentrionale, è il partito maggiormente candidato per questo ruolo. D'altronde, non ci sono tante altre alternative. La Meloni è niente più che una spalla, per quanto molto più in crescita. Il centrosinistra e i 5 stelle sono in bancarotta. La Lega si offre sempre di più come partito in linea col sistema e solo sotto questo profilo, si può comprendere l'elogio dell'euro fatto da Salvini sul Foglio, ormai comprimario nell'ascesa del buffone tramite la prezzemolina Annalisa Chirico. La zoccola d'alto bordo infatti, tra una spompinata al commendatore e una al politicante democristiano è riuscita a mettere insieme un bel po' di persone, che hanno benedetto la Santa Alleanza tra renziani e legaioli in un pubblico incontro. </div>
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<a href="https://www.dagospia.com/img/foto/01-2019/matteo-salvini-annalisa-chirico-3-1105111.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="585" data-original-width="800" height="234" src="https://www.dagospia.com/img/foto/01-2019/matteo-salvini-annalisa-chirico-3-1105111.jpg" width="320" /></a></div>
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Perché dunque questo abbandono improvviso e definitivo della battaglia anti-euro proprio quando andava più tirata fuori dal cilindro per cavalcare l'opposizione a Conte? Semplicemente, perché la Lega ha necessità di accreditarsi con chi comanda IN QUESTO MOMENTO. Ovvero, la caduta del governo non è così lontana e questo sarebbe un altro punto a favore della nostra tesi. Come volevasi dimostrare. Il governo Conte di Montecristo si deve preparare alla vendetta...</div>
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Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-3075185940969747812019-12-19T10:41:00.000-08:002019-12-19T12:14:56.461-08:00Delirio trotskista contro il Partito Comunista di Grecia (KKE)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-rMEOtKoAwSg/XfvEO2dB19I/AAAAAAAAAFk/wMNCReKNawIJKbVi9m_TqTuevwqlFFBggCLcBGAsYHQ/s1600/Corbis-JS1565556.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="1000" height="192" src="https://1.bp.blogspot.com/-rMEOtKoAwSg/XfvEO2dB19I/AAAAAAAAAFk/wMNCReKNawIJKbVi9m_TqTuevwqlFFBggCLcBGAsYHQ/s320/Corbis-JS1565556.jpg" width="320" /></a></div>
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<i>"[...]Stalin, con una svolta apparentemente "ultrasinistra", presentò la socialdemocrazia come sorella gemella del fascismo, rifiutando la politica leninista del fronte unico contro la reazione, e per questo corresponsabilizzandosi (assieme alla socialdemocrazia) per la disfatta storica del movimento operaio tedesco di fronte a Hitler."</i><br />
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<i><br /></i></div>
<i>"Peraltro non a caso questo corso politico fu rapidamente convertito nel suo esatto contrario dal 1934-'35, con la politica dei fronti popolari con la cosiddetta borghesia democratica e liberale, con tanto di ingresso nei suoi governi (Spagna): ciò che archiviava la politica bolscevica di opposizione di principio ai governi Kerenskij che aveva consentito la rivoluzione d'Ottobre e su cui fu fondata l'Internazionale Comunista."</i><br />
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Queste due frasi non sono pronunciate da due persone diverse, ma fanno parte del <a href="https://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=6339">medesimo comunicato del Partito Comunista dei Lavoratori</a>. Non sto scherzando, vedere per credere. A quanto pare lo Stalin di un periodo ha torto prima col Lenin di un periodo e poi in un altro periodo con il Lenin di un altro periodo ancora. Se li scambiamo di posto, otteniamo che Stalin in entrambi i periodi era coerente con Lenin! Per chi non voglia perdere la sua esistenza nel leggere i comunicati di chi prende lo 0,02% e si mette a fare la lezioncina, vi farò un breve riassunto dei deliri febbrili contenuti in questo articoletto.</div>
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Al comunicato segue infatti un accusa delirante di un partitello dello zero virgola contro il KKE, reo di attuare una strategia settaria e di non buttarsi in mezzo all'onda della rivoluzione verso lo 0,01% di consensi del grande e conosciutissimo (???) OKDE-Spartakos (la mia è una stima, perché non si sono mai presentati alle elezioni, troppo impegnati ad organizzare il proletariato o forse a perdere militanti che entravano in Syriza). </div>
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Persino loro sono costretti a riconoscere che "[...]<i>il KKE fu in grado di guidare un vero movimento rivoluzionario negli anni '40 (Resistenza, guerra civile)[...]" MA "[...]in ogni caso la sua leadership era allo stesso modo impegnata nella strategia dei fronti popolari, e pertanto consegnò letteralmente il potere nelle mani dei partiti borghesi greci." </i></div>
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Non si capisce dunque. Il KKE è stato in grado di guidare un movimento di resistenza, ma ha consegnato il paese ai borghesi greci??? Combattendo una lunga guerra di resistenza durata fino al 49'??? Certo, inizialmente consegnarono le armi, ma qui si pretende la perfezione assoluta da parte di chi non è manco in grado di farsi votare da sua nonna! </div>
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Allo stesso modo si attribuiscono prima delle giustamente criticate svolte riformiste e di alleanza con governi borghesi negli anni 90', ma quando queste svolte vengono corrette (cosa più unica che rara, considerando la fine che hanno fatto i partiti comunisti europei nello stesso periodo). "Eh sì ma è tutto uguale come prima, è solo una svolta burocratica." Insomma, se fossi prevenuto direi che la loro è una critica di parte che vuole a tutti i costi attribure una colpa all'organizzazione rivale e non riuscendo a trovarla si accanisce sul niente. Ma passiamo oltre. </div>
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<i>"Nel movimento di massa, il KKE ha sempre seguito una tattica assolutamente settaria, con le sue manifestazioni e cortei separati e con un atteggiamento estremamente ostile verso tutte le altre correnti del movimento operaio. Tuttavia, sarebbe un errore considerare "ultrasinistro" questo settarismo; esso è più che altro una politica settaria atta a difendere le posizioni del partito nel sistema politico tradizionale e consolidato. Ciò è evidente nell'esplicito legalitarismo del KKE."</i></div>
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Verrebbe da chiedersi quali sono queste sedicenti correnti del movimento operaio. E fra l'altro si tratta di un'affermazione falsa, dato che il PAME, il sindacato di riferimento del KKE, ha al suo interno anche componenti socialiste e socialdemocratiche. Che il KKE voglia invece stare lontano dagli agenti provocatori trotskisti, dalle canaglie reazionarie rosate di Syriza e dagli opportunisti, è invece cosa sacrosanta. </div>
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<i>"Nei fatti, il KKE ha duramente rifiutato e denunciato ogni movimento sul quale non poteva avere controllo, specialmente i movimenti di carattere esplosivo. Ha vergognosamente denunciato la splendida ribellione del dicembre 2008, quando i giovani, gli immigrati e i settori più giovani della classe operaia protestarono e si rivoltarono in massa per più di tre settimane. Il KKE si oppose in maniera così netta al movimento che venne elogiato dalla stampa borghese (1) e dai politici della borghesia, incluso il più importante leader dell'estrema destra all'epoca (2)."</i><br />
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Infatti la famosa "rivolta" non era altro che una guerra di incappucciati, teppisti e anarchici che andavano in giro per le strade a spaccare vetrine e a cercare l'estetica della rivolta. In questa "rivolta" non c'era neanche un po' di classe operaia o lavoratori, ma solo lumpenproletariat black block che come sappiamo anche noi a partire da Genova sono utilizzati dalla polizia come pretesto per bastonare i manifestanti. Il KKE ha fatto benissimo a tenersi lontano da loro (infatti questo movimento non ha prodotto assolutamente nulla!), denunciando però l'uccisione del quindicenne da parte della polizia che aveva scatenato i disordini.</div>
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<i>"Nel giugno 2011, il KKE denunciò il movimento degli "indignati" greci, che bloccò centinaia di piazze ad Atene e in tutta la Grecia per due mesi e provocò tre giorni di sciopero generale."</i><br />
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E forse hanno fatto bene, perché quel movimento si è poi sciolto come neve al sole.<br />
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<i>"Nell'ottobre del 2011, al culmine del movimento di massa contro l'austerity, il KKE fu anche coinvolto in un vergognoso episodio: durante lo sciopero generale del 19-20 ottobre difese fisicamente il Parlamento da settori di manifestanti che volevano attaccarlo. La manifestazione finì con un violento attacco dei gruppi anarchici contro il blocco del KKE, attacco che fu ugualmente inaccettabile dal momento che prese di mira la base operaia e militante di quel partito."</i></div>
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Questa è una falsa e vergognosa calunnia. Il KKE e il PAME, insieme ad altre organizzazioni, stavano guidando la manifestazione, quando gruppi di infiltrati e provocatori hanno compiuto violenze contro i manifestanti guidati dal PAME e dal KKE. Non c'è mai stato alcun tentativo di attaccare il Parlamento, solo un attacco vigliacco, pusillanime e gratuito di teppisti al soldo della polizia fascista. Tanto che un sindacalista del PAME è rimasto ucciso! Il fatto che il PCL e i suoi sodali portino avanti questa narrazione fasulla, che si dimostra tale anche per il fatto che i manifestanti in piazza li hanno portati il KKE e il PAME, mentre i trotskisti non se li caga nessuno, dimostra solo quanto facciano parte della medesima centrale trotskista al soldo dei padroni, per dividere e calunniare il movimento operaio.<br />
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Chi abbia voglia di conoscere la reale verità, non ha che da leggersi <a href="http://int.kne.gr/2011-10-09-14-20-07/89-article-of-the-internatiosnal-relations-section-of-the-cc-of-the-kke-in-relation-to-the-statements-of-the-international-media-on-the-murderous-attack-on-the-large-demonstration-of-pame">questo articolo</a> di risposta del KKE, in cui vengono smentite tutte le calunnie del teppume trotskista:<br />
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<i>"Nel luglio 2015 il KKE si rifiutò di schierarsi in occasione del referendum sul trattato di austerità della Grecia con il FMI e l'UE. Il KKE disse che questa sua posizione era dovuta al fatto che non avevano fiducia nel governo di Syriza, ma in realtà era per soddisfare la piccola borghesia conservatrice che temeva una possibile rottura con con l'euro nel caso di una vittoria del No. Antarsya, il fronte di cui OKDE-Spartakos fa parte, fece una campagna per un triplo No: votare No al referendum, dire No al governo di Syriza e allo stesso tempo dire No all'UE e al FMI."</i><br />
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Ammetto che per me questa decisione del KKE è stata infelice. Bisogna schierarsi sempre contro l'UE quando c'è l'occasione e poi fare pressione sugli opportunisti come Tsipras che non vanno sino in fondo. In ogni caso, l'accusa di volere con questa decisione soddisfare la piccola borghesia conservatrice è un'accusa faziosa e assolutamente inaccettabile, fatta tra l'altro canagliescamente e senza portare uno straccio di prova a favore. </div>
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<i>"Nel febbraio 2016 il KKE guidò una parte importante della mobilitazione di agricoltori che fu in grado di bloccare le autostrade, per poi abbandonare la lotta dopo solo poche settimane, in seguito a un negoziato inconcludente con il governo."</i><br />
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Per la precisione, il KKE con gli agricoltori ha portato avanti la lotta, attraverso i blocchi stradali fatti dagli agricoltori, per 40 giorni (altro che poche settimane), cosa che i nostri amici trotskisti non sarebbero mai in grado di fare. Per maggiori informazioni vedere <a href="https://inter.kke.gr/en/articles/Farmers-The-struggle-continues-with-other-forms/">qua</a>.</div>
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<i>"È chiaro che, per quanto radicale possa essere la retorica del KKE, anche in periodi diversi, la sua vera attività politica si riduce a cercare di preservare lo status quo, e di aderire all'ideologia e alle paure piccolo-borghesi. Questo è ancora più chiaro quando si guarda alle posizioni del KKE sulla cosiddetta questione nazionale."</i><br />
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Io lo chiamo avere una strategia di massa per cercare di farsi votare da uno spettro elettorale più ampio della propria nonna. Ma io sono un reazionario piccolo-borghese. </div>
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<i>"Il KKE [...] pur non arrivando a unirsi ai raduni nazionalisti contro la Macedonia, adotta pienamente questa narrazione dell'"irredentismo" macedone rifiutando il diritto dei macedoni a chiamare il loro Stato come desiderano, contro la coercizione di uno Stato capitalista molto più forte del loro, cioè la Grecia."</i><br />
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Immagino che a questo punto i nostri rivoluzionari instransigenti saranno anche a favore dell'entrata della Macedonia nella NATO, da sempre staterello mafioso del cazzo al pari del Kosovo, creato artificialmente come corridoio di droga e di jihadismo? Ma di cosa stiamo parlando!?</div>
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<i>"Il KKE, ad esempio, ha sempre mantenuto la sua posizione nazionalista in merito alle relazioni con la Turchia, il principale avversario del capitalismo greco nell'area. I leader del KKE continuano a denunciare le presunte aggressioni unilaterali della Tuchia, e accusano continuamente i governi greci di essere sottomessi allo Stato turco."</i><br />
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Mamma mia, che vergogna!<br />
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<i>"Omettendo totalmente di adempiere al compito principale dei comunisti nei nostri paesi, cioè quello di dimostrare le aggressioni della "nostra" classe borghese, il KKE alimenta la propaganda nazionalista che divide il popolo greco e il popolo turco, e coltiva all'interno della classe operaia un sentimento di unità nazionalista, che serve solo agli interessi dei capitalisti."</i></div>
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Qualcuno informi i nostri "amici" che uno dei partiti con cui il KKE ha più rapporti è il Partito Comunista di Turchia, che ha avuto una buona performance alle ultime elezioni (eleggendo un sindaco) e che l'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai è stato gestito ad Izmir da KKE e PKT INSIEME! Se non è internazionalismo tra turchi e greci, non so proprio come definirlo!</div>
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<i>"Questa politica del mettersi in ginocchio davanti ai riflessi conservatori ha assunto forme sempre più vergognose, come il recente sostegno del KKE a uno sciopero apertamente razzista contro i campi di rifugiati nell'isola di Samos."</i><br />
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Bisogna vedere cosa intendono con sostegno, dato che il KKE condanna sempre fermamente ogni politica di divisione razziale e ha fatto recentemente un comunicato in cui invita a difendere i rifugiati e a dargli dignitosa sistemazione. Insomma, frasi a cazzo come al solito. E un'altra vergognosa calunnia, come sempre, senza fonte! </div>
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<i>"Questa politica spiega </i>(COME??? NDT!)<i> anche molte altre posizioni di questo partito, come ad esempio il rifiuto della legalizzazione delle droghe leggere e l'opposizione alle unioni civili tra coppie dello stesso sesso."</i><br />
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Fermo restando che non sono d'accordo col KKE su queste posizioni, ritengo che queste siano semplicemente espressione di un'arretratezza della loro base a livello di mentalità. Non di certo di un'impostazione nazionalista e reazionaria, altrimenti potenzialmente chiunque abbia qualche idea arretratata sarebbe un reazionario in tutto e per tutto! Sarebbe stato un reazionario pure Fidel Castro, che ha fatto ben di peggio! O sarebbero reazionari ancora adesso i cubani, che sono contro la legalizzazione delle droghe leggere!</div>
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<i>"È quindi evidente che definire il KKE un partito rivoluzionario o anticapitalista sarebbe estremamente illusorio. Nonostante i suoi zig zag a sinistra, il KKE resta infatti un partito riformista post-stalinista."</i><br />
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Ringraziamo il cielo che i veri rivoluzionari e anticapitalisti ci guidano fermamente con la loro salda manina!</div>
Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-86386655081439376722019-12-17T01:43:00.002-08:002019-12-17T12:48:29.606-08:00Corbynite sempre più grave, e siamo alla parte 3<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-QnXOTWv61-A/XfijLJmxh1I/AAAAAAAAAFY/FQulFOvpf08z6Z7VWdS3MoluuARerzJrQCLcBGAsYHQ/s1600/jeremy-corbyn.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-QnXOTWv61-A/XfijLJmxh1I/AAAAAAAAAFY/FQulFOvpf08z6Z7VWdS3MoluuARerzJrQCLcBGAsYHQ/s400/jeremy-corbyn.jpg" width="400" /></a></div>
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Dopo la sesquipedale mazzata che i lavoratori britannici hanno riservato all'opportunista Corbyn e a tutta la congrega di trotskisti e blairiani che gli va dietro, rifiutandosi di votare quel programma di vuote ciarle e speculazioni sul niente quando nei fondamentali si ribadiva fedeltà a NATO e perculamento della volontà degli inglesi chiedendo un secondo referendum, la sinistra è in lutto.<br />
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Perché, diciamocelo, questo era ormai l'ultimo cavallo vincente su cui puntare. In UE tutti i riformisti, con la loro pietosa moderazione e tendenza al sotterfugio e al compromesso, sono stati fatti a pezzi. Podemos, Melenchon, Linke, subiscono batoste una dietro l'altra, con la notevole eccezione del Partito del Lavoro del Belgio che è un ex partito comunista ma con tendenze sempre più socialdemocratiche. Ma nessuno come i confusionari trotskisti e centrosocialari della sinistra radicale aveva riposto così tanta fiducia nelle potenzialità taumaturgiche del vecchio leader inglese, se non per rimanerne poi delusi.<br />
<br />
Esatto, perché a sinistra che si taglia le palle, segue destra che ne approfitta. Ormai è un copione collaudato, un spettacolo ripetuto e già visto, fino alla noia. Ecco, il sinistro corbynita è quello che assistendo a questi tediosi polpettoni televisivi, rimane ogni volta stupito che l'assassino è il maggiordomo.<br />
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Il più indicativo dei piagnistei è il seguente.<br />
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<a href="https://www.rivoluzione.red/gran-bretagna-lezioni-delle-elezioni-non-e-il-momento-di-piangersi-addosso-ma-di-organizzarsi/">Sinistra Classe Rivoluzione</a><br />
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<i>"Il Partito laburista si sarebbe dovuto mantenere sulla posizione del 2017 e spiegare che, su base capitalista, stare dentro o fuori dall’UE non avrebbe fatto alcuna differenza. La classe operaia continuerà ad essere sfruttata e oppressa fino a quando non abbandoniamo il capitalismo e cambiamo alle fondamenta la società su basi socialiste."</i><br />
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Notizia del giorno. Quinta colonna complottista blairiana o meno, Corbyn è un socialdemocratico, dunque non vuole minimamente uscire dal capitalismo. Per questo tentenna così tanto sull'UE, un comunista direbbe chiaro e tondo che bisogna uscire dall'UE mobilitando le masse popolari e uscendo dal capitalismo. Un socialdemocratico, invece, è sempre molto in confusione perché non sa se riformare l'UE o il capitale nazionale, e per sicurezza non li riforma entrambi.</div>
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Tralasciamo poi la confusione massima sul problema dell'UE. Le masse popolari vanno guidate a viva forza contro i banchieri, i burocrati e l'alta finanza di Bruxelles, se c'è qualcosa che Corbyn doveva fare non è spiegare che "tanto non fa alcuna differenza" ma che semmai Johnson fa il gradasso ma poi si inchina a Bruxelles e fa passare un accordo che mantiene tutte le bruttute del Mercato Unico Europeo. Insomma, un'inculata. Ma invece abbiamo Corbyn che ci dice che l'UE tutela l'ambiente e i diritti dei lavoratori. Ma vaffanculo! </div>
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<i>"Non c’è bisogno di dire che l’idea che Johnson e i Conservatori siamo capaci di risolvere i problemi che affliggono la classe operaia e le loro famiglie sia un’illusione. Johnson è uno spaccone. I Tories non risolveranno i loro problemi, anzi, li renderanno molto peggiori. I Tories sono stati al potere durante lo scorso decennio – un decennio di austerità e di tenore di vita in calo. Adesso prepareranno un nuovo attacco contro la classe operaia."</i><br />
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Semmai i nostri compagni ci dovrebbero spiegare in che modo Corbyn, se non attraverso tante belle parole, sia capace di risolvere i problemi che affliggono le masse popolari inglesi. Perché se critichi un'illusione per favorirne un'altra, si passa semplicemente dalla padella alla brace. In che modo Corbyn potrebbe invertire le misure di austerità stando dentro la NATO, riportando l'UK dentro l'UE, senza la benché minima critica al capitalismo ma anzi impostandosi su un blandissimo riformismo? Perché alla fine non c'è più illuso di chi crede che gli altri siano illusi. </div>
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<i>"I militanti laburisti dovrebbero opporsi all’ultima campagna per rimuovere Corbyn. Quest’ultimo non dovrebbe dimettersi sotto questa pressione. Noi diciamo: basta alla caccia alle streghe contro Corbyn!"</i><br />
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Frase preceduta dalle accuse standard di tradimento alla quinta colonna blairiana. Verrebbe da chiedersi: ma se mezzo partito attacca continuamente Corbyn e invoca lo sterminio degli antisemiti annidati nel partito, che diavolo potrebbero fare al potere? A sto punto a Corbyn converrebbe farsi un partito suo piuttosto che insistere dentro un partito filo-borghese e padronale. Chiaramente no, perché Corbyn è ormai abituato da quando sta nel Labour a buttare al cesso le sue prese di posizione nel nome della "unità" del partito, come ha sempre fatto. Lui ha sempre continuato a prendere lo stipendio da parlamentare quando il suo partito faceva le peggio porcate. Perché Corbyn non è il grande rivoluzionario che i sinistri si sono immaginati, ma è un intrigante come tutti gli opportunisti, tendente al compromesso col grande capitale. Nel frattempo i blairiani se ne sbattono le palle dell'unità e cacciano tutti i non-allineati a Israele e Sua Maestà. </div>
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<i>"Il Marxismo è lungimirante. Analizza i processi nella loro interezza. La storia non segue un linea retta: il periodo attuale ha un enorme volatilità e il centro politico sta sparendo. Questo riflette una crisi profonda del sistema capitalista."</i></div>
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E' chiaro come il sole che i nostri compagni allora non sono marxisti, perché hanno la stessa lungimiranza di un pesce rosso. </div>
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<i>"Ci saranno sempre spostamenti a destra sul percorso. Ma questi prepareranno svolte ancora più grandi a sinistra. Ciò continuerà fino a quando la classe operaia troverà una via d’uscita, rompendo con il capitalismo."</i><br />
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Ecco qua, abbiamo ottenuto la teoria politica opportunista nella sua interezza. Poco poco, piano piano. Gradualismo. Diamo un colpettino a sinistra fino a quando il capitalismo non crolla. Peccato che il capitale è talmente forte che ti da una mazzata che ti riporta tutto indietro. E se non resisti vieni schiacciato. Però un colpetto alla volta. </div>
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<i>"La classe operaia, bloccata dal fronte politico, tenderà a guardare verso il fronte della lotta nei luoghi di lavoro. Ciò lo vediamo già con le lotte dei lavoratori delle poste e ferrovie. Lavoratori e giovani entreranno in azione nei luoghi di lavori e nelle piazze."</i></div>
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E poi passerà il Labour a pigliare tutto con qualche vuota promessa e di queste manifestazione non si farà niente. E i nostri compagni daranno battaglia per le future elezioni. E i nostri oracoli si strapperanno le barbe bianche e canute. </div>
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<i>"Eventi, eventi e ancor più eventi trasformeranno la coscienza. Una stabilizzazione non è possibile, come vediamo internazionalmente con rivoluzioni che scoppiamo dal Cile al Sudan fino in Libano."</i><br />
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A parte l'infantile esagerazione del termine "rivoluzioni", dato che si tratta di primi vagiti da organizzare meglio, ma paragonare paesi dove si crepa di fame al centro della finanza mondiale è quantomeno ridicolo. Ai bambini le illusioni e le sciocchezze di perdonano, compagni quanti anni avete? </div>
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<i>"Abbiamo bisogno urgentemente di costruire le forze del marxismo per fornire una spina dorsale al movimento; per provvedere determinazione e prospettiva per cambiare la società. Abbiamo bisogno di chiarezza. Abbiamo bisogno di un’analisi di classe per guidarci. Abbiamo bisogno di una voce marxista per il Partito laburista e la gioventù. Facciamo appello a tutti di unirsi a noi e aiutarci a costruire tutto ciò."</i><br />
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Finalmente una frase sensata. Infatti i nostri non hanno né chiarezza, né analissi di classe, né una voce marxista. Se vogliono gli posso fornire se non altro una voce, con cui mandarli a quel paese! </div>
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<i>"Il successo dei Tories evaporerà come neve al sole. Preparerà la via per una svolta massiccia a sinistra nella società – e, alla fine, per una trasformazione socialista della società. Abbiamo bisogno di costruire, organizzare e preparare le forze necessarie per ottenere ciò."</i><br />
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Il requiem per l'intelligenza è appena stato suonato.<br />
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Ma veniamo ad un altra questione. Infatti una parte delle organizzazioni opportuniste italiane e dei confusionari come questi qui sopra, ha condiviso il discorso di Corbyn successivo alla sconfitta. Prendiamo quello condiviso da quelli più patetici e senza speranza, <a href="http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=40443">Rifondazione Comunista</a>.<br />
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Citiamo alcune parti del discorso di Corbyn, che sebbene espresso nella maniera più patetica possibile, da cane bastonato, non lascia intravvedere la benché minima autocritica.<br />
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<i>"La polarizzazione del paese rispetto alla Brexit ha reso tutto più difficile per un partito con un forte sostegno elettorale da entrambe le parti. Credo che abbiamo pagato un prezzo per essere visti da alcuni come un tentativo di superare le divisioni o di ripetere il referendum."</i></div>
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E' il mantra di tutti gli opportunisti e specialmente di Corbyn che bisogna "unire, invece che dividere". In questo discorso non c'è un briciolo di analisi di classe, di contraddizioni. Solo vuoto irenismo. Fra l'altro, bisogna notare come i conservatori sono stati molto più astuti nel riuscire a superare queste divisioni, avevano anche loro divisioni sulla Brexit ma sono riusciti a metterle da parte. Corbyn invece per tenere insieme due posizioni inconciliabili è rovinato brutalmente. E gli sta bene. </div>
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<i>"Non c’è una soluzione rapida per superare la sfiducia di molti elettori. Essere paternalisti e accondiscendenti non li conquisterà. I lavoratori devono conquistare fiducia in sé stessi. Ciò significa un paziente lavoro di ascolto e di collaborazione con le comunità, soprattutto quando il governo intensifica il suo assalto. Significa garantire che la classe lavoratrice, in tutta la sua diversità, sia la forza trainante all’interno del nostro partito."</i><br />
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Questo discorso, che fa gridare di gioia gli opportunisti nostrani, abituati a farsi truffare in governi col PD, non è altro che un pietoso flatus vocis. Quale rappresentanza c'è nel Labour della classe lavoratrice? Il Labour è un partito opportunista, dominato e tenuto in pugno da oligarchie finanziarie che non vogliono cedere di un millimetro il loro potere. Gli stessi parlamentari prima vicini a Corbyn stanno brigando per silenziare anche quei due pietosi programmi socialdemocratici che il vecchio inglese ha portato nel partito. E' il caso di John McDonnell, che ha imposto a Corbyn di cambiare idea sulla Brexit. Insomma, altro che partito della classe lavoratrice! Al limite il Labour è il partito della aristocrazie sindacali, quelle che ingannano i lavoratori prospettandogli miglioramenti impossibili all'interno del sistema. </div>
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<i>"Gli attacchi dei media contro il partito laburista negli ultimi quattro anni e mezzo sono stati più feroci che mai – e naturalmente questo ha un impatto sull’esito delle elezioni. Chiunque si batte per un vero cambiamento sarà accolto dalla forza dell’opposizione mediatica."</i><br />
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Attacchi senza nome, senza volto. Un discorso accondiscendente, per nulla scomodo, che non fa nessun nome. Gli unici sul banco degli imputati sono Trump, Johnson e qualche generico miliardario. Il resto delle contraddizioni scompare. Tutto nel nome della "unità"!</div>
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<i>"Ho passato la mia vita a lottare per questi obiettivi e continuerò a farlo. La politica della speranza deve prevalere."</i><br />
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E con questa invocazione <i>a là </i>Ernest Bloch, il discorso si conclude. Un discorso assolutamente vuoto e inconcludente, che ha fatto gridare di gioia i confusionari e gli opportunisti nostrani. Dato che l'inconcludenza e la vuotezza richiama altra inconcludenza e vuotezza. </div>
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Per oggi la rassegna è concluse, rinviamo alla prossima volta!</div>
Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-353462323909573152019-12-14T06:31:00.000-08:002019-12-14T06:31:30.918-08:00Juche Vegano LGBT e ascetico<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-c20c9XHzxhE/XfTt1DxnRrI/AAAAAAAAAEw/FE-eX9Vhn9M8C7c_G0c_S28Jyt4-aDlLACLcBGAsYHQ/s1600/download%2B%252811%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="479" data-original-width="700" height="218" src="https://1.bp.blogspot.com/-c20c9XHzxhE/XfTt1DxnRrI/AAAAAAAAAEw/FE-eX9Vhn9M8C7c_G0c_S28Jyt4-aDlLACLcBGAsYHQ/s320/download%2B%252811%2529.jpg" width="320" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-tovf9YltdrA/XfTucHeBTkI/AAAAAAAAAE4/jpqn0L_i3NYo11Ivr9p1yRs9DkUsJY7rwCLcBGAsYHQ/s1600/Vegan-Festival-Korea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="215" data-original-width="380" height="181" src="https://1.bp.blogspot.com/-tovf9YltdrA/XfTucHeBTkI/AAAAAAAAAE4/jpqn0L_i3NYo11Ivr9p1yRs9DkUsJY7rwCLcBGAsYHQ/s320/Vegan-Festival-Korea.jpg" width="320" /></a></div>
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<br />Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-55223845447580832612019-12-12T14:08:00.000-08:002019-12-12T14:08:29.438-08:00Che cos'è la dialettica? (1)Nel vano tentativo di infilare qualche concetto in quelle zucche vuote che vi ritrovate, cercherò di spiegarvi uno dei pochi concetti utili e interessanti che la filosofia abbia partorito, ovvero la dialettica.<br />
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Quindi, cos'è la dialettica? Senza farci le pippe coi termini greci, è essenzialmente il metodo filosofico che invece di separare gli opposti (bene e male, bianco e nero, la mia intelligenza e la vostra stupidità) li mette in rapporto tra di loro. Ciò può essere sintetizzato dalla frase di Hegel "Essere e nulla sono lo stesso" o la tesi sempre hegeliana della complementarità degli opposti. Attraverso l'incontro tra opposti si ha la contraddizione. Questa non è intesa come contraddizione in atto come pensate voi scimuniti. Quando si parla di contraddizione in atto si intende che ad esempio i due assunti "Voi fate schifo" o "Voi non lo fate" possono essere entrambi veri, cioè simultaneamente e allo stesso tempo. In questo caso si tratta di contraddizione in atto. Quella che intende Hegel è invece contraddizione in divenire. Ovvero, attraverso la contraddizione ogni opposto trapassa nel suo altro. Così dalla morte nasce vita, dall'ignoranza l'intelligenza e dal bisogno di figa la figa stessa.<br />
<br />
Con questo Hegel risolve brillantemente le fuffate della metafisica e la manda in soffitta. Infatti per millenni sti perdigiorno con la barba bianca avevano cercato un fondamento ultimo sopra al quale fondare la conoscenza e avevano fallito miseramente, producendo solo una serie di vuote ciarle e vaneggiamenti senza senso. Hegel invece scopre che il fondamento stesso della realtà non si trova cercando un fondamento perfetto, senza macchia, il famoso Essere benigno e buono sopra il quale fondare ogni moralità e saggezza, ma che il fondamento è immanente alla realtà stessa, è lo scontro tra opposti, è la realtà nel suo muoversi e nel suo divenire.<br />
<br />
Engels aveva ben chiaro questo punto, come scrive nel "Ludwig Feuerbach e il punto d'approdo della filosofia classica tedesca":<br />
<br />
<i>"Ma la vera importanza e il carattere rivoluzionario della filosofia hegeliana [...] consistevano appunto nel fatto che essa poneva termine una volta per sempre al carattere definitivo di tutti i risultati del pensiero e dell'attività umani." </i><br />
<i><br /></i>
Ora, questa mia ricostruzione dei fatti non la ritroverete in nessun manuale di filosofia. Gli attacchi scomposti e rabbiosi di quasi tutti i filosofi contro Hegel lo dimostrano. I filosofi non vogliono far sapere in giro che Hegel ha definitivamente mandato in soffitta i filosofi 200 anni orsono e tentano di rifarsi e rivendersi nei modi più disparati: cucina pop-filosofica, presenzialismo televisivo, culto del Grande Altro, libri incomprensibili. Infatti, non si trova oramai neanche un filosofo che non dica cose già contenute in Hegel o nei suoi predecessori, fatte eccezione per Nietzsche e tutta la schiatta dei suoi epigoni, anche se la sua è una filosofia regressiva e reazionaria che non ha apportato alcun progresso al pensiero ma solo un regresso irrazionalistico.<br />
<br />
Torniamo dunque alla nostra dialettica. Hegel insomma ha scoperto e approfondito il metodo dialettico, che è comunque presente e conosciuto già prima di lui ma mai è stato formalizzato con tanta precesione. Il problema di Hegel è che non riesce a superare la filosofia, ma deve pensare la sua dialettica come un processo di accrescimento dello Spirito. Così nella Scienza della Logica all'inizio abbiamo le rappresentazioni confuse dell'essere che piomba nel nulla e viceversa. Ed è qui che entra in gioco la negazione della negazione. Infatti ogni negazione di qualcosa non si risolve in nulla, ma nel ritorno della cosa che nega in se' stessa e quindi di una riaffermazione della sua identità. Attraverso la negazione, cioè la determinazione di un altro da se', la cosa si conferma nella sua identità. Quindi attraverso la negazione della negazione e per vari passaggi si arriva dal puro Divenire al vero Essere, inteso come concettualità.<br />
<br />
Qui c'è credo l'errore principale di Hegel, che è determinato da limiti storici e umani. Hegel infatti non concepisce la dialettica nella sua applicazione alle forze produttive, alla natura e ai complessi avvenimenti umani come avviene con Marx. La pensa invece come un processo di astrazione in cui si parte dalle opposizioni del Divenire, o a quelle della coscienza, riproverando, spesso non a torto, a Kant di non averle risolte ma di esserci rimasto invischiato ( si parla delle famose antinomie ). Da qui però solo la coscienza attraverso la Ragione può mettere ordine nel reale, comprendendolo attraverso il Concetto, che si sostanzia nell'Idea (che è la contraddizione risolta in se stessa). Dunque alla fine ritorniamo sempre lì.<br />
<br />
So che voi non avrete capito una mazza. Certo Hegel non è sempre facilmente comprensibile, ma sempre meglio di leggere le masturbazioni di Nietzsche di cui voi sarete appassionati. In pratica, la filosofia hegeliana fa grandi passi avanti nella chiarificazione della dialettica, ma è ancora invischiata in limiti oggettivi del suo tempo. Poi per fortuna arriva Marx, prende per il culo gli speculatori che si richiamano ad Hegel non capendo che lui manda in soffitta i filosofi, non pubblica manco il libro in cui li sfotte perché sarebbe una fuffata da filosofi e decide invece di mettersi a studiare insieme ad Engels come funziona il capitalismo.<br />
<br />
Marx avrebbe voluto dedicarsi alla formulazione di una Logica che trattasse il problema della dialettica. Il problema è che non ha avuto tempo e alla fine è morto prima di realizzarla. Engels si dedica parzialmente al problema e ci riesce abbastanza magistralmente. Nell'Antiduring, Engels ridicolizza uno degli ennesimi parolai metafisici e nel farlo chiarifica numerosi problemi della dialettica. Certo, il testo risente di posizioni e dibatti dell'epoca ma ha comunque un grande valore.<br />
<br />
Nel testo per esempio Engels chiarifica che la dialettica deve essere materialista, altrimenti si finisce nel misticismo di Hegel o peggio. Ciò comporta una concezione scientifica e realista della realtà, nella quali le leggi di essa possono essere conosciute e fatte proprie dall'uomo. Questi elementi erano già presenti in Marx, che infatti approva e commenta positivamente il libro di Engels, ma lo erano in forma sparsa e senza sistematicità.<br />
<br />
La cosa interessante di questo testo di Engels è che anch'esso ha una forma dialettica, nel senso che è scritto a partire da una polemica col sedicente filosofo socialista During, e a partire dalla critica spesso molto caustica e sarcastica contro di lui si delineano le posizioni del materialismo dialettico. Inoltre Engels introduce per la prima volta la distinzione tra idealismo e materialismo, a cui riduce l'intera storia della filosofia. Il materialismo dialettico di Engels sarebbe l'evoluzione delle antiche teorie materialiste e atomiste di Democrito e Epicuro, andando avanti fino ai materialisti francesi dell'Ottocento. Il problema di queste teorizzazioni del materialismo è che sono ancora metafisiche, nel senso che pongono la verità del materialismo ma in maniera astorica e speculativa. La dialettica di Hegel permette di illuminare e concretizzare questo vecchio materialismo, ovviamente togliendogli la scorza idealista e speculativa.<br />
<br />
Il primo che compie questo tentativo è il filosofo tedesco Feuerbach, esponente di sinistra della filosofia hegeliana, il quale è citato da Marx e Engels con un favore molto maggiore rispetto agli altri filosofi di questa corrente, che sono trattati con disprezzo e sarcasmo (non del tutto ingiustificato...). Il problema di Fuerbach è che pur saldando la dialettica hegeliana con il materialismo, rimane su posizioni essenzialmente speculative e non è così in grado di superare del tutto l'idealismo, rimanendo dentro categorie astoriche. Il materialismo storico di Marx e Engels permette di superare le secche di questi pensatori. A differenza loro, il metodo dialettico viene applicato alle concrete forme storiche materiali. Inoltre le posizioni puramente speculative devono trovare la loro concretezza nella realtà storica effettiva, non rinchiudersi in prospettive separate dall'ambito della prassi. Da qui la famosa frase sui filosofi che avrebbero solo interpretato il mondo, senza cambiarlo.<br />
<br />
Con ciò, la dialettica impastata di metafisica di Hegel trova la sua conclusione dialettica nel pensiero marxista, materialista e dialettico, un pensiero nel quale teoria e prassi sono tenute costantemente in rapporto e che mette la parola finale su qualsiasi prospettiva professorale e accademica. Infatti le prospettive dei professori di filosofia sul marxismo non possono che ricondurlo nell'alveo di una concezione idealistica, data la loro posizione all'interno delle istituzioni borghesi. Inoltre spesso i professori di filosofia, salvo rari casi eccezionali, sono separati dalla prassi concreta delle masse mentre sono inseriti nello star system accademico. Tendono quindi a convertire il marxismo in marxologia, a separare il pensiero di Marx da qualsiasi prassi emancipativa reale per condurlo nel campo della speculazione e della filologia. Questa loro prospettiva permette a questi professori e filosofi di avere onorate carriere all'interno del sistema accademico, in quanto il loro Marx imbellettato e reso innocuo è completamente digeribile dal sistema. Questo è per esempio il caso della Scuola di Francoforte, i cui esponenti hanno insegnato in prestigiose università tedesche e americane, lavorando a stretto contatto con la Fondazione Rockfeller e diffondendo una versione nichilistica e nietzschiana del marxismo tendente alla disperazione e al solipsismo.<br />
<br />
Anche oggi questi ciarlatani infestano le università. In alcuni casi difendono un marxismo molto più hegelianizzato e spesso in questi casi le loro riflessioni e le loro azioni possono anche non essere completamente in linea col sistema e anche opporsi ad esso. Anche se quelli che hanno più successo sono i marxiologi allineati alla filosofia della differenza e al nichilismo di Nietzsche, come ad esempio Toni Negri, Zizek e i vari epigoni del postmoderno. Questa filosofia, ispirata alle farneticazioni reazionarie di Nietzsche e Heidegger, ma con una copertura "desinistra", è passata dal sostenere il Fuhrerprinzip ad andare appresso alle monadi desideranti del neoliberismo.<br />
<br />
Come sono distanti da questa prospettiva le teorie e filosofie veramente rivoluzionarie dei maggiori esponenti del marxismo-leninismo. In Castro, Stalin, Lenin, Kim Il-Sung, Mao le teorie cessano di essere semplici farneticazioni solipsistiche sul bene del Mondo, sulla Verità, sulla Bellezza e tutta quella paccottiglia per saldarsi invece con movimenti reali, con veri processi rivoluzionari e, soprattutto, esprimendo la punta avanzata di movimenti di emancipazione di massa.<br />
<br />
Il marxismo è l'unica filosofia che è riuscita ad uscire dalle polverose aule universitarie per saldarsi con i problemi reali delle persone, quel senso comune così invocato da molta filosofia ma senza mai la sua vera presenza.<br />
<br />
Voi vi starete chiedendo: cosa c'entra tutto ciò con la dialettica? C'entra, e il fatto che non l'abbiate capito indica la vostra incapacità di pensare dialetticamente (è già tanto che vi abbia attribuito una capacità di pensare, ringraziate!). Questo di cui ho parlato è il punto fondamentale che separa la vera dialettica materialista e marxista dalla dialettica speculativa e professorale dei filosofi-filologi. Su un testo di Marx il professore filologo si mette a fare l'analisi delle paroline e dei significati per ricostruire il "vero Marx" contro le "deformazioni" del materialismo dialettico. Nessun accenno alla prassi reale concreta in cui Marx è calato rispetto alla prassi in cui si sviluppa il marxismo-leninismo. Nessun accenno alle condizioni reali in cui quel testo si manifesta e cosa ci sta dietro. Solo dotta glossologia, che riduce Marx ad un semplice filosofo le cui tesi possono essere rifiutate o accettate educamente prendendo eccletticamente qualche tesi di qualche altro dotto filosofo, da Platone, da Kant ecc.<br />
<br />
Torniamo dunque alla teoria. La dialettica materialista riprende e anzi accentua la contraddizione già presente nella dialettica hegeliana. Ma se nella dialettica hegeliana la contraddizione viene risolta e domata attraverso la negazione delle negazione in cui ogni cosa negata viene riassorbita e fatta propria dallo Spirito, dal Soggetto, dalla Ragione, nella dialettica materialista vi è si contraddizione (delle forze produttive, di classe, naturali ecc.) ma la negazione della negazione acquisisce una diversa funzione. Non è infatti frutto dell'automovimento dello Spirito, le cui contraddizioni interne si risolvono tutte nello Spirito Assoluto (termine che indica lo Spirito, cioè l'uomo, la coscienza, giunto alla piena consapevolezza di se', al fatto di essere tutta la realtà) ma del movimento delle forze storiche, sociali, materiali, che opponendosi al loro opposto giungono ad una sintesi.<br />
<br />
Capisco che queste frasi possano suonare complesse, soprattutto per degli ignoranti come voi. In realtà la cosa è più banale di quanto il linguaggio hegeliano non la voglia far sembrare. E' in realtà un procedimento che si può ritrovare praticamente in ogni scibile del reale. Un esempio è la transizione al socialismo. Il comunismo nega il capitalismo, ma lo nega conservando le sue forze produttive e mettendole in un altro contesto. In poche parole per affermarsi il comunismo deve negare il capitalismo, ma il risultato non è solo una negazione (io distruggo il capitalismo) ma una negazione della negazione, cioè una sintesi (il capitalismo negato produce il socialismo). La negazione della negazione è in pratica il procedimento attraverso il quale da una negazione determinata si produce un risultato, ovvero una sintesi. Io nego il mio avversario, ma negandolo produco il mio proprio pensiero (sintesi). Questo riprende l'idea della compenetrazione degli opposti, ovvero che ciò che nego, ciò che contraddico sta in rapporto produttivo, dialettico, con me. In Hegel questa è la forma base dell'identità: negando che io sono quell'altro produco la mia identità (ovviamente ciò non avviene per volontà!). La consapevolezza di questo rapporto tra opposti è fondamentale. Se io per esempio considero l'intera società peccaminosa e mi rifiuto di averci a che fare non sto comprendendo la dialettica, ma attuo una negazione astratta, una semplice differenziazione. Dicendo che tutto è male non mi pongo in rapporto dialettico con la realtà, e soprattutto non vedo il rapporto dialettico che mi lega in maniera necessaria a questa società e mi impone di averci a che fare, individuandovi delle contraddizioni determinate sulla quale far leva, nelle quali inserirmi.<br />
<br />
Un campo di applicazione della dialettica potrebbe essere il rapporto vita e morte. Molti filosofi nichilisti accentuano il carattere mortifero della realtà, ovvero il fatto che la vita sta di fronte alla morte come un abisso, che la morte è la fine di ogni cosa. Feuerbach intravvede bene questo problema quando parla della religione che aliena l'essenza umana in un altro ultraterreno, in cui l'uomo pone tutto se stesso. Una considerazione dialettica permette di offuscare qualsiasi dubbio in proposito. Fatevi una domanda: se le cose stanno così, ci sarà un motivo per il quale stanno così? Non parlo di ciò che può essere modificato dall'azione umana, ma di fatti come la morte che sono per molti una tragica necessità paralizzante. Tutti prima o poi dobbiamo morire ed è naturale che, avendo in noi un'istinto animalesco alla sopravvivenza, vediamo questo atto come qualcosa di negativo. E' normale che questo sentimento ci sia, altrimenti non potremmo conservarci, non potremmo vivere senza la paura di essere annientati. Ma il fatto che noi muoriamo non deve essere posto come una fine. Di per se' non esiste né inizio né fine nell'Universo. Tutto costantemente muta e si modifica. E quindi la morte non è la fine, ma l'inizio di qualcos'altro. Cessa la nostra coscienza ma non il nostro far parte del reale. Che noi inceneriti si diventi parte del terreno o che si venga divorati dai vermi, ciò è un atto che ci rende parte del tutto, una negazione che genera qualcos'altro, così noi diverremo parte di altri organismi. Diverremmo parte della natura, parte di altro, così come noi stessi siamo stati generati da questo altro. C'è una bella frase di Eraclito in proposito:<br />
<br />
<i>"Agli uomini attende dopo la morte quello che non si aspettano né immaginano." (frammento 113)</i><br />
<br />
Eraclito è uno dei primi fondatori della dialettica. E lui che per primo comprese che la realtà è frutto di uno scontro perenne tra opposti. Questa frase di Eraclito, molto sibillina e oracolare come nel suo stile, può essere compresa nel seguente modo: gli uomini si aspettano dalla morte la fine di tutto, esattamente come i Greci che si aspettavano una dannazione infinita a vagare disperatamente nell'aldilà, la proiezione di un'idea angosciante e terribile della morte; Eraclito spiega che questa idea è assurda, che la realtà è fuoco che costantemente brucia e purifica (cioé diviene e muta continuamente) e che quindi non ha senso dannarsi e disperarsi per una cosa che è necessaria ai fini della vita e della ragione che la governa.<br />
<br />
Dunque la dialettica ritiene che l'intera realtà si muova secondo nessi necessari. Certo vi è spazio per l'azione umana, checcé ne dicano certe assurde accuse di determinismo, ma questa libertà è basata appunto sulla conoscenza di queste nessi necessari, sul trovare una propria collocazione all'interno di essi. Fu Hegel che capì per primo che libertà e necessità sono la stessa cosa. In particolare Hegel stigmatizza l'anima bella che riesce a concepire solo un'idea astratta di libertà, ponendosi in un'idea puramente soggettiva di libero arbitrio senza porlo in correlazione con le necessità del proprio periodo storico. In particolar modo la morale kantiana, con la sua idea di imperativo categorico, è un'idea astratta di moralità, in quanto prevede che gli atti morali siano compiuti a prescindere da qualsiasi contesto e solo per un'idea astratta e astorica di bene. Comprendere invece di trovarsi all'interno di nessi necessari permette di fare scelte morali, che magari non sono sempre specchiate e limpide come quelle dell'anima bella kantiana ma si pongono in un rapporto reale e concreto con la realtà. Così per esempio il proletariato deve compiere il male della violenza rivoluzionaria per raggiungere il bene del socialismo. Ciò è assolutamente distante da qualsiasi idea cinica della politica, in quanto questa prevede che la morale non esista e che per ottenere i propri scopi sia necessario sempre compiere il male. Per la dialettica bene e male si compenetrano, dunque per compiere il bene bisogna collocarlo nel concreto rapporto dialettico col male. Gramsci comprese questo rapporto quando disse che il Partito è il moderno Principe (di Macchiavelli).<br />
<br />
Hegel capisce che è difficile per molti vederla in questo modo. La coscienza, dice, procede per contraddizioni. E questo per Hegel è necessario, perché lo Spirito si produce per auto-contraddizione. Il problema è che molti si fermano a queste opposizioni. Come ad esempio Kant, che rimane all'interno delle opposizioni della coscienza. Ad esempio quando pone il Soggetto Trascendentale e una realtà fuori di lui inconoscibile. Così interno ed esterno non stanno in un rapporto dialettico, ma di semplice opposizione. In tal modo la coscienza è posta nella sua finitezza di fronte ad un reale che non può mai conoscere se non attraverso i limiti della sua soggettività. Oltre a Hegel, anche Lenin si scaglia contro questa concezione in "Materialismo ed Empiriocriticismo". Infatti nel processo conoscitivo, quella che era una cosa in se' diventa una cosa per me! D'altronde Hegel risolve brillantemente questo problema nella dialettica finito infinito. Il finito non esiste come separato ma come parte dell'infinito. Il finito si risolve nell'infinito, ovvero nel mutamento. Così quella che per Kant è una coscienza finita, per Hegel è qualcosa di continuamente mutabile e potenzialmente infinito. Non condivido l'idea di Hegel però che la coscienza sia la realtà stessa. Di certo però è essa stessa realtà in quanto parte di essa, in quanto parte del tutto. E quindi immaginarsi un soggetto trascendente che contempla la realtà è errato in cui esso è questa stessa realtà, è inserito dinamicamente in essa. Il finito dunque si risolve nell'infinito. Noi come singoli siamo finiti ma come qualcosa che diviene siamo potenzialmente infiniti, anche morendo.<br />
<br />
Attraverso una dialettica correttamente applicata si ottiene un'analisi della realtà molto ricca e sfaccettata. Le pagine di Lenin, Stalin, Mao ma persino dello stesso Hegel, in cui i fenomeni sono affrontati nella loro complessità e dinamicità, costituiscono una pietra miliare del genere. Quanto distanti sono questi scritti dalle analisi dogmatiche, moralistiche, irrigidite in vuoti formalismi, di chi forza la realtà dentro i suoi schemi mentali per impoverirla e banalizzarla. Dei cattedrattici che violentano la realtà con la loro teoria da scribacchini.<br />
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Bene, questo è tutto per il momento.<br />
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<br />Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-27290566568015925382019-12-02T09:11:00.002-08:002019-12-02T09:16:03.955-08:00Corbynite parte 2: Lo stadio iniziale della malattia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.hindustantimes.com/rf/image_size_960x540/HT/p2/2019/05/20/Pictures/_25398d16-7ade-11e9-8a88-8b84fe2ad6da.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://www.hindustantimes.com/rf/image_size_960x540/HT/p2/2019/05/20/Pictures/_25398d16-7ade-11e9-8a88-8b84fe2ad6da.jpg" width="320" /></a></div>
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La corbynite è una malattia che si presenta in maniere diverse nei soggetti che contamina. Le forme che abbiamo esaminato precedentemente sono quelle più gravi e incurabili, ma ci sono anche forme più blande che però determinato sintomi se non altrettanto gravi, quantomento preoccupanti. Le forme gravi sono rappresentate per esempio da Rifondazione, con espressioni come "compagno Corbyn" o "compagno Sanders". Non mancano però forme ambigue come quello del giornale sedicente "comunista" Contropiano (<a href="http://contropiano.org/news/internazionale-news/2019/12/02/la-campagna-elettorale-in-gran-bretagna-e-il-manifesto-del-partito-laburista-0121437">link</a>).<br />
<br />
Da un giornale che si professa comunista ci si aspetterebbe note molto critiche sulle gravi mancanze e le illusioni contenute nel programma del Labour britannico, come una critica serrata a qualsiasi prospettiva socialdemocratica che miri ad ingannare i lavoratori, ad imbellettare la natura di classe del sistema, insomma ai classici problemi del riformismo e dell'opportunismo.<br />
<br />
Nulla di tutto ciò si troverà in questo articolo. Certo, qualche critica qua e là in mezzo agli elogi sperticati si trova, e quindi la possibilità di attuare una profilassi è sicuramente molto maggiore rispetto ai soggetti prima esaminati. Vediamo però a cosa si riducono queste critiche:<br />
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<i>"È ribadita infatti la propria fedeltà alla NATO; le proposte sul dopo Brexit del Labour tendono a perpetuare il legame con il dispositivo economico-commerciale del Mercato Comune Europeo, non dando seguito al desiderio di de-connessione rispetto alla UE espresso inequivocabilmente con il referendum del 2016."</i><br />
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Bisogna faticare a trovare questa critica in mezzo a tutti quegli elogi, ma alla fine il punto nodale della questione emerge. In realtà la cosa andava detta all'inizio e sottolineata con forza, dato che queste questioni derubricate a <i>"pietre d'inciampo" </i>costituiscono degli imbedimenti gravosi nelle azioni dei governi e quindi riducono a fuffa tutto il contorno di questioni sociali che hanno fatto sobbalzare di gioia la "sinistra". </div>
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<i>"Sarebbe altrettanto disonesto non sottolineare come le riforme, e anche alcuni importanti orientamenti di politica internazionale, neghino alla radice ciò che il processo di integrazione europea è stato per le classi subalterne, e ciò che ha significato per alcune popolazioni, in specie del Nord-Africa e del Medio-Oriente (Palestina e Yemen, per esempio); oltre che alcune responsabilità della NATO, per esempio nel conflitto libico."</i></div>
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Non è tanto che sarebbe disonesto, ma non sarebbe marxista, leninista, comunista, caro compagno. E soprattutto non lo è non andare alla radice di questa concezione compromissoria con il capitale monopolista e le sue diramazioni dell'UE e della NATO, che si trova in ogni concezioni opportunista, riformista e revisionista. Sarebbe bello trovare qualche riga in proposito in un articolo il cui obbiettivo è creare coscienza di classe, non creare illusioni.</div>
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<i>"Allo stesso tempo sarebbe miope – a differenza di ciò che emerge dal Manifesto – non considerare come corresponsabili dell’attuale sfacelo della condizione della working class britannica e della “tendenza alla guerra” portata avanti da Londra, quella parte del partito laburista – ora marginalizzata e sconfitta politicamente, ma assolutamente non scomparsa – che si è riconosciuta nel progetto politico di Tony Blair e del suo New Labour."</i><br />
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Il che dovrebbe far riflettere sulle reali intenzioni di Corbyn, che non solo non manda via questa componente dal Labour ma asseconda i loro strali sull'antisemitismo, come quando il povero Ken Livingstone è stato espulso dal partito per aver detto verità scomode sulle lobby sioniste (qui non c'è lo spazio per occuparsene). A sventolare una kefhia sono bravi tutti, ad agire nei fatti un po' meno. </div>
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In compenso andando avanti nella lettura si potrà scoprire una grande novità con cui Corbyn risolve la questione.</div>
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<i>"Alla faccia del supposto atteggiamento razzista di Corbyn viene espressamente citato la necessità dell’insegnamento dell’Olocausto e della Black History a pag.39 del programma!"</i><br />
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Ovvero quelle lezioncine scolastiche e noiosissime che contribuiranno sicuramente ad alleviare la sofferenza dei poveri e marginali immigrati neri, mentre con l'altra mano si accetta il Mercato Comune Europeo che li spreme e li sfrutta.<br />
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Dopo queste scarne critiche, le aspettative di uno sviluppo delle stesse nei passi seguenti vengono deluse. La scarna dattilografia giornalistica prorompe improvvisamente in urla di gioia per i prodromi dei futuri soviet.</div>
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<i>"La questione del “governo locale” è affrontata con una offensiva a tutto campo tesa a ricostruire un tessuto collettivo attraverso una nuova assunzione della responsabilità dello stato e delle sue articolazioni sociali dei bisogni sociali, ponendo fine all’esternalizzazione dei servizi (e favorendo l’in-house) e implementando i servizi dalle biblioteche ai centri giovanili, dagli sportelli del nuovo servizio postale ai pub che verranno considerati veri e propri asset sociali, anch’essi vittime della desertificazione dei centri di aggregazione comunitaria: “i pub sono centri di aggregazione comunitaria ma 18 chiudono ogni settimana in Gran Bretagna.”"</i></div>
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Qui l'autore confonde il Manifesto del 2019 con l'altro Manifesto del 1848 e finisce per prendere fischi per fiaschi. Sembra quasi che il programma di Corbyn abbia già realizzato nel Cielo della Teoria il potere rivoluzionario dei soviet. Come celeste suona il lamento dal vago sapore francescano ed ecclesiastico per la perdita dei valori comunitari. </div>
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Vi sono numerosi punti comici in questo capolavoro di mah-rsismo. Il nostro autore è tendente alla fredda descrizione cronachistica nel pieno stile da hipster delle cittadine di provincia quando recensisce un album che se non fosse nobilitato da questo stile di scrittura apparentemente freddo e raffinato risulterebbe a qualsiasi ascoltatore una monnezza senza capo né coda. Certo, esattamente come l'hipster di periferia il nostro non rinuncia a cedere a facili entusiasmi provinciali quando si trova di fronte a qualcosa che non conosce.</div>
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<i>"Questa settimana il Manifesto ha avuto l’endorsement di 163 economisti di fama, che hanno sottoscritto una lettera in cui spiegano sinteticamente le ragioni della loro scelta in favore del Labour, partendo dalla constatazione di una decennale stagnazione economica e di relative condizioni di vita peggiori dei livelli pre-crisi: i salari britannici sono inferiori a quelli percepiti nel 2008, per esempio."</i><br />
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Apriti cielo. Il non plus ultra dei baroni universitari inglesi, il cui scontro coi colleghi del Financial Times costituisce uno scontro inter-baronale proiezione di quello inter-capitalista, che si spertica in difesa del proprio idolo sarebbe secondo il nostro autore una dimostrazione della giustezza delle tesi nel testo contenute.</div>
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<i>"Una decisa scelta in favore della transizione ecologica, con la “green industrial revolution”. Una politica di forti investimenti pubblici a lungo termine, in settori strategici, è considerata positivamente anche per ciò che comporta l’impatto occupazionale e l’inversione di tendenza nei servizi pubblici."</i><br />
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E qui i nostri colossi della green economy si sfregano le mani tra le folle ululanti dei gretomani. </div>
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<i>"Un altro punto nodale su cui si è incentrata la campagna elettorale del Labour questa settimana è stato il “cambiamento climatico”, uno degli aspetti tra l’altro più importanti dell’impalcatura del Manifesto, che avuto il suo appoggio dalla nota intellettuale ed attivista statunitense Naomi Klein, con un video di alcuni minuti…"</i><br />
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Qui la saldatura tra opportunisti inglesi e no-global non potrebbe essere più manifesta, e foriera di sviluppi futuri (non buoni per noi credo...). </div>
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<i>"La “marea gialla” e questa radicalizzazione del Labour sono figlie delle stesse dinamiche – certamente con modalità e sbocchi diversi – ma sono comunque entrambe espressione del riemergere della lotta di classe e del processo di politicizzazione della contraddizioni nella convulsa epoca della fine dell’egemonia neo-liberista."</i><br />
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Ecco, proprio come stavo dicendo. Evidentemente ai nostri intelligenti compagni forse sfugge il fatto che presentandosi nella sua veste comune, il capitalismo sarebbe già crollato da secoli. La sua lunga sopravvivenza è dato dal fatto che riesce a mascherarsi dietro soluzioni e colori diversi, non solo gestendo il consenso ma anche il dissenso al sistema. I nostri compagni, che vivono evidentemente nello stereotipo del gggiovane che si drogahhh e gioca ai videogame, appena vedono folle tumultuose di millenial in piazza per qualcosa perdono la testa e sognano rivoluzioni imminenti, come diceva G. "basta che ognuno si esprima e poi non importa se si chiama la rivoluzione della Coca Cola". Ma era qualunquista e sposato con una di Forza Italia.</div>
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<i>"Il Labour assumerà 5000 vigili del fuoco e migliorerà complessivamente il comparto."</i><br />
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Questa frase lapidaria è messa lì come verità auto-evidente. Non c'è nessun dubbio che il Labour agirà in tal senso. Certo, è sempre possibile che i padroni abbiano deciso di cambiare cavallo dopo le gestioni dei conservatori che non garantiscono più la conservazione del sistema. Viene il sospetto che ciò che gli concederanno sarà al massimo una tassa sulle merendine per fare i dispetti al ciccione felpato anche Oltremanica. </div>
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Comunque basta, la lettura di questi deliri mistici mi ha esasperato. Stendiamo un velo pietoso su queste confusioni senza senso.</div>
Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-24663325813251396352019-11-29T03:13:00.002-08:002019-11-29T03:16:51.964-08:00I vegani sono migliori di voi Ho letto un ottimo articolo dell'associazione Essere Animali. So benissimo che voi non vi accontentatedi inzozzarvi di schifezze ad altissimo impatto ambientale e che riempono il vostro ventre di calorie, oltre a causare dolore e sofferenza ad esseri viventi che non vi hanno fatto nulla. No, voi volete sentirvi anche superiori, fate del vostro stile insalubre e insostenibile un vanto. Avete quindi bisogno di un capro espiatorio. E' così che avete bisogno del vegano, è così che dovete demolire il suo impegno per portarlo al vostro livello, lo tirate per la camicia per portarlo nel vostro carcere che voi difendete con un sorriso. E' per questo che non standovi bene la scelta del vegano, che vi ricorda quanto siete merdeeeeee, dovete dire che anche lui inquina, anche lui permette di sfruttare i lavoratori. Non avete dignità, non sapete cos'è la libertà, non sapete cos'è la bontà d'anima ecc. Questo ottimo articolo serve a mandarvi un bel vaffanculo grosso come una casa.<br />
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(Link <a href="https://www.essereanimali.org/2019/11/essere-vegani-e-davvero-antiecologico-poco-etico-e-causa-di-deforestazione/">https://www.essereanimali.org/2019/11/essere-vegani-e-davvero-antiecologico-poco-etico-e-causa-di-deforestazione/</a>)<br />
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Citerò e commenterò qualche pezzo per farvi sentire ancora più merde, a meno che non abbiate smesso di leggere per la vergogna.<br />
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<i>"Voler dare la responsabilità sugli effetti sociali della produzione di tali alimenti ai consumatori – vegani e non – risulta anche in questo caso una prospettiva piuttosto superficiale. Monocolture e sfruttamento dei lavoratori sono condizioni riscontrabili in moltissimi settori e derivano da logiche di mercato assolutamente sbagliate, fondate esclusivamente sul profitto. Tutto ciò va cambiato, ma stiamo parlando di problemi strutturali del sistema economico globale, non di condizioni legate alla produzione di una mezza dozzina di alimenti."</i><br />
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Lo so che anche voi avete pensato "Ma anche i vegani fanno sfruttare i lavoratori." Grazie al cazzo! Quello è colpa tua che mentre il padrone te lo mette al culo ogni giorno abbassandoti lo stipendio e mettendoti a lavorare con contratto precario, te non solo non protesti ma vai a leccargli il culo e fai la spia coi superiori contro i tuoi compagni di lavoro! Ti ho visto farlo, merda, non cercare di negare! Vai a schiaffeggiarti da solo per la vergogna di aver detto una simile cazzata!<br />
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<i>"Gli stessi <a href="https://www.essereanimali.org/2019/05/sfruttamento-lavoratori-macelli-allevamenti/">macelli e allevamenti intensivi</a>, dove i lavoratori sono costretti a ritmi di lavoro incessanti e a svolgere mansioni alienanti dietro un compenso irrisorio, possono corrispondere perfettamente all’esempio di produzione che dovrebbe essere superata."</i><br />
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Ma voi lo sapete almeno cosa vuol dire lavorare in un macello??? No non sapete un cazzo, perché avete la pappa pronta al supermercato bella impacchetta, non dovete sventrare ogni giorno migliaia di animali e annegare nel sangue di essere viventi che sofforno. Ogni volta che aprite bocca escono solo cazzate!!!</div>
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"<i>L’ultima grande strumentalizzazione è quella sulla soia, ingrediente fondamentale di tofu, salse e moltissimi altri cibi e ricette. Alla coltivazione di questo legume viene imputata gran parte della responsabilità nella deforestazione dell’Amazzonia. L’affermazione è corretta ma in questo caso non solo non dipende dai vegani, ma è al contrario un problema direttamente collegato al consumo di prodotti di origine animale."</i></div>
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Come sempre non capite un cazzo.</div>
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"<i>Secondo la Yale School of Forestry & Environmental Studies, l’80% della distruzione della foresta amazzonica deriva dalla creazione di pascoli o campi coltivati per il mangime. E quando si parla di mangime, si parla essenzialmente di soia. <a href="https://assets.kpmg/content/dam/kpmg/pdf/2015/10/framework-for-the-measurement-of-soy-usage.pdf">Il 75% della soia prodotta a livello globale diventa mangime per gli allevamenti intensivi</a>."</i></div>
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Ah bene, quello che inputavate ai vegani è colpa vostra. Bella figura di merda. Adesso smettete immediatamente di mangiare la carne e fate i coerenti, perché fossi in voi per la vergogna mi sarei già seppellito vivo. E' la carne che provoca la distruzione delle foreste per la soia!!! Cosa aspettate a smettere di mangiarla??? Vi cacate sotto???</div>
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Alla fine da' anche un utile strumento per calcolare l'impatto ambientale (<a href="https://www.essereanimali.org/footprint-calculator/">qui</a>). Voglio proprio vedere se voi cacasotto avrete il coraggio di farlo e sentirvi merde. No, non ce l'ho con quelli che mangiano carne, merde. Ce l'ho con quelli come voi che lo fanno e si permettono di mettersi su un piedistallo di letame ad accusare gli altri. Basta, eclissatevi e non rompetemi i coglioni, ho già perso abbastanza tempo con voi!<br />
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Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-58496307654322097732019-11-28T13:22:00.001-08:002019-11-28T13:22:37.458-08:00Malati di corbynite<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://static.independent.co.uk/s3fs-public/thumbnails/image/2019/04/27/23/jeremy-corbyn-greta-thunberg.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="239" src="https://static.independent.co.uk/s3fs-public/thumbnails/image/2019/04/27/23/jeremy-corbyn-greta-thunberg.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-size: x-small;"> Due furbacchioni che ridono di voi stolti che gli andate dietro</span><br />
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Nonostante i decenni passino e le sconfitte e le mazzate si accumulino senza sosta, e le nicchie si innicchiscano ancora di più, la sinistra sembra avere un gusto depravato e perverso per il tafazzismo. Ad esempio nonostante i socialdemocratici e i riformisti abbiano mostrato il loro vero volto fin dai tempi dell'infame Kautsky e della povera Rosa, la sinistra continua testardamente a seguire il nuovo epigono del momento. Certo, hanno dovuto mimetizzarsi meglio. Prima avevano l'aspetto cinico e liberale di un Baffino o di un Blairino e nonostante questo ci si sono alleati mandano al macero tutti gli elettori che gli rimanevano. Ora però hanno imparato la lezione. Il problema è che il capitalismo sta non un passo, ma mille avanti a loro, e quindi non ha difficoltà alcuna ad ingannarli con un'altra trovata da quattro soldi. Formalmente infatti questi nuovi truffatori si presentano con un programma decisamente più radicale rispetto ai predecessori e con un modo di fare più giovanile. Melenchon cucina la quinoa, Iglesias scrive un libro sul Trono di Spade, pure Corbyn piace ai gggiovani (per quanto possa piacere un boomer).<br />
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Insomma, le nicchiette ecclettiche e disorganizzate della sinistra non sono in grado di fare manco il solletico al capitalismo per un motivo preciso. E questo motivo è l'incapacità assoluta di analizzare la situazione da qualsiasi punto di vista. Gli elettori non li vogliono più al governo per un motivo. Ecco perché cercano di coprire la loro pochezza facendosi grossi dei risultati altrui. Certo, la mazzata di Tsipras non gli è bastata. Però sta volta dai, sarà diverso.<br />
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Fra questi frammenti corpuscolari si distingue uno chiamato Sinistra, Classe, Rivoluzione. Essi possono contare sulla saggia partecipazione dell'esimio professor Mauro Vaneggi, che sui social ha costruito un esercito rivoluzionario fatto di yesman adoranti, i quali proteggono il pensiero della setta Wuminkia dal furore stalinista. Questo corpuscolo si era unito all'altro corpuscolo Ferrando alle elezioni del 2018, producendo un imponente massa dello 0,02%. Con questi risultati, frutto di un attivismo social situazionista così attivo che manco ha bisogno di esistere nella realtà, viene da chiedersi quale geniale teoria faccia da sfondo a questa organizzazione. Un ultimo pezzo uscito sul loro sito sul fenomeno Corbyn può aiutarci meglio ad illuminare le geniali intuizioni che stanno alla base della loro filosofia politica.<br />
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Anche se l'intero articolo è abbastanza comico, nulla lo è più del paragrafo dal titolo "Prepararsi al potere". Evidentemente col Labour in pista siamo praticamente ad un passo dalla presa del palazzo d'Inverno. Faccio notare che l'articolo non ha autore ed esprime quindi il pensiero (se così possiamo chiamarlo) dell'intera organizzazione. Un pensiero di questo tipo:<br />
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<i>"Non possiamo dare le cose per scontate. Mancano alcune settimane al voto. La situazione politica è molto instabile. Dobbiamo ancora mobilitarci e lottare per ogni voto."</i><br />
<i><br /></i>
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È normale che chi è debole e privo di carattere cerchi di imitare chi è più forte e migliore di lui, ma qui siamo alla vero e proprio culto feticistico, alla confusione del proprio Se' con quello altrui. Fra l'altro confusione accentuata dal disturbo della personalità per cui lodando e imitando un socialdemocratico ci si spacci poi come marxista rivoluzionario. Ciò accade per esempio in articoli in cui si biasimano estrattivismo e moderazione di certi governi latino-americani, in confronto ai quali il nostro arzillo vecchietto d'oltremanica sembra un vecchio democristiano.</div>
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<i>"Un governo laburista a guida Corbyn dovrà affrontare molti ostacoli, tra cui quello della “Quinta colonna” dei parlamentari blairiani del Labour. Questi tory travestiti cercheranno di sabotare tutti i tentativi di attuare politiche radicali."</i><br />
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Ecco che qui la confusione si accentua di più. Argomento abusato quello del complotto, nel delirio trotskista i cattivi blairiani prendono il posto della tanto vituperata burocrazia stalinista. Sono gli stessi che hanno votato in Europa per parificare nazismo e comunismo. Naturalmente il fatto che Corbyn è segretario e che non ha detto mezza parola contro non c'entra. C'è il ciccione servo di Blair che gli tappa la bocca. Insomma il fatto che non faccia una mazza per salvare i comunisti dalla repressione futura dei padroni (che quella mozione infame facilita) ma anzi voti a favore, il fatto che sia per tenere l'UK agganciata al mercato comune UE che è una mazzata per i lavoratori, il fatto che non dica nulla di fronte alle criminali espulsioni di parlamentari laburisti colpevoli solo di non sottomettersi alle lobby di Israele, tutte queste cose non contano nulla. Ok, boomer, piace ai gggiovani, sta con Greta, dice cose di sinistra, stai tranquillo.<br />
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Ma continuiamo:<br />
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<i>"Il Labour dovrà prendere il controllo dell’economia dalle mani dei miliardari. Ciò significa assumere il controllo delle leve dell’economia, delle banche, delle finanziarie, della terra e dei giganteschi monopoli e metterli sotto il controllo e la gestione dei lavoratori."</i><br />
<br />
Il nostro partitucolo dello zero virgola se ne esce con un suggerimento fraterno al compagno Corbyn. Vedi, compagno, se non metti il potere nelle mani dei lavoratori è tutto inutile. Fallo e si sistema tutto. Speriamo che il compagno legga questo importante suggerimento, così potrà fare la rivoluzione. Nel frattempo il Labour di Corbyn non si sogna minimamente di fare una cosa simile, preferisce vincere le elezioni borghesi e distribuire qualche briciola degli enormi proventi dei miliardari al popolino, sempre che glielo lascino fare, dato che Corbyn non può andare in bagno senza che un blairiano non controlli se ha espulso le feci regolarmente, come dicono i nostri. E sempre che l'accordo che vuole fare con l'UE non si sostanzi in mazzate salate per i lavoratori. Va beh, ma abbiamo i successi di Tsipras a dimostrarci quanto sono ottusi ed estremisti questi sospetti.<br />
<br />
Continua.<br />
<br />
<i>"Un governo Corbyn dovrà mobilitare la classe lavoratrice in risposta al sabotaggio delle grandi imprese per portare avanti la trasformazione socialista della società. Questa è l’unica risposta alla crisi del capitalismo."</i></div>
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Chiaramente questa frase è nel pieno spirito del leninismo. Nel libro Stato e Rivoluzione Lenin scrisse:<br />
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<i>" Compagni, il proletariato non potrà mai fare la rivoluzione. Bisogna quindi transitare al socialismo prendendo il potere con le elezioni borghesi. In questo frangente l'alleanza col beneamato Kautsky che ha votato i crediti di guerra è assolutamente necessaria." </i></div>
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Queste parole cristalline informano anche la concezione dei nostri "comunisti". Sicuri che Corbyn andrà alla pugna contro i padroni, mettiamo nell'urna la bomba che farà saltare il sistema capitalista borghese. Certo, Corbyn dice di non volerlo fare, ma io mi fido della strateggiah sulla parola.</div>
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Inoltre, nel sostegno internazionalista Corbyn non è solo. C'è anche il Fronte Popolare, formazione che unisce mia nonna e lo spaghettaro sotto casa. E basta. Questa forza rivoluzionaria di massa ha lanciato un appello in sostegno del non più giovane compagno d'oltremanica. Ciò è naturalmente coerente con la strateggiah uscita dal Comitato Centrale "Basta che respiri".</div>
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Leggiamo.<br />
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<i>"Le elezioni generali britanniche che si terranno il 12 dicembre rappresentano un passaggio di estrema importanza per l’Europa intera, rispetto al quale riteniamo che tutta la sinistra continentale sia chiamata a prendere posizione."</i></div>
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Evidentemente molti erano impegnati. </div>
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<i>"Il <a href="https://labour.org.uk/manifesto/">programma presentato dal Labour di Jeremy Corbyn</a>, profondamente popolare nell’ispirazione, oppone una proposta di riformismo radicale e avanzato al collasso prodotto dall’ideologia neoliberista e dalla globalizzazione capitalistica."</i><br />
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Perché come diceva Nanni Moretti "Le parole sono importanti".</div>
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<i>"Esso rappresenta un nuovo passo avanti della dirigenza laburista nel suo progetto di ampio respiro per restituire un’espressione soggettiva indipendente alle lavoratrici e ai lavoratori, basata su un programma minimo di classe."</i><br />
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Questo ovviamente escludendo i blairiani che saranno comunque presenti nei seggi e andranno sostenuti negli interessi della rivoluzione. Maledetti blairiani!</div>
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<i>"Come comuniste e comunisti non possiamo che guardare con estrema attenzione, con apertura mentale e capacità critica a quanto avvenuto nel movimento operaio britannico da quando l’attuale direzione ha assunto la guida del Labour."</i><br />
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Il femminile all'inizio del capitolo dimostra che la strategia "Basta che respiri" ha dato i suoi frutti. Non è che una dimostrazione della loro capacità critica e apertura mentale.<br />
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<i>"Se le contraddizioni persistenti all’interno del Labour hanno prodotto una linea sulla questione Brexit che non possiamo definire pienamente soddisfacente, ci pare che essa rappresenti l’esito più avanzato possibile a sinistra per un’opzione politica a vocazione maggioritaria nelle condizioni date di quel partito e di quel paese."</i></div>
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Insomma per oggi va bene così, domani chissà... qualcuno potrebbe malignare che anche quella linea, che è l'esito più avanzato possibile a sinistra in quel paese, è una linea orribile e filistea che viene superata persino da un reazionario come Farage, ma sarebbero solo voci maligne che non devono impedire la nostra corsa verso il socialismo. Fu sostenendo Kerensky come esito più avanzato possibile a sinistra in Russia che Lenin giunse a fare la rivoluzione d'Ottobre, in quanto Kerensky gli diede lo Stato già mezzo socialista e poi Lenin ha solo dovuto completare l'altra metà. Un colpetto al cerchio e uno alla botte.</div>
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<i>"Se il Labour dovesse registrare una forte affermazione nelle urne, la possibilità di dar vita a un’espressione politica indipendente delle classi lavoratrici si rafforzerebbe in tutta l’Europa, aprendo nuove prospettive di azione e di lavoro politico indispensabili, in un momento in cui l’attacco del capitale contro il mondo del lavoro è violentissimo e, sotto l’egida dell’Unione Europea, mira a travolgere ovunque quanto resta delle conquiste sociali del XX secolo."</i><div>
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E mettere qualche parlamentare in una stanza è sicuramente il modo migliore per dare vita ad un'espressione politica indipendente delle classi lavoratrici, illudendo i lavoratori sulla riformabilità del capitalismo e tutta la paccottiglia con cui gli opportunisti ingannano le classi popolari incatenandoli al sistema, usando i loro sindacati per allisciare e riverire i padroni invece che dare al proletariato la coscienza della sua autonomia e indipendenza. Però ricordiamoci che il compagno Corbyn respira.</div>
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<i>"Non a caso, negli ultimi mesi la demonizzazione della figura di Corbyn e del suo Labour come alternativa di governo alla destra di Boris Johnson, manovrata da Washington, è stata unanimemente condotta dalla grancassa antipopolare della propaganda di ogni colore."</i><div>
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Non a caso in Italia seguendo questo schema dovremmo sostenere Salvini, in Russia Putin e in America Trump, data la quantità di accuse contro questi leader che provengono dai giornali mainstream. Un ottimo metodo per cogliere le contraddizioni. </div>
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<i>"Nessuna neutralità è possibile. Come comuniste e comunisti sappiamo da che parte stare!"</i><div>
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Pensa come sono scemi quegli altri che invece non si schierano! Ma d'altronde i tempi per le elezioni britanniche sono ancora lunghi, aspettiamo ancora prestigiose organizzazioni che vorranno perdere definitivamente la dignità con pezzi di scemenza come questi e che permetteranno a noi di godere della loro triste sorte mostrando a tutti la loro nuda scemenza. Perché che socialismo è se non è MALVAGIO??? MUAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHHAHA</div>
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<a href="https://imgflip.com/s/meme/Laughing-Villains.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="500" height="230" src="https://imgflip.com/s/meme/Laughing-Villains.jpg" width="320" /></a></div>
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Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-65185741868948683352019-11-27T14:39:00.001-08:002019-11-28T12:46:28.648-08:00Che cos'è la filosofia?Si potrebbe cercare di spiegare che cos'è la filosofia partendo dai nobili propositi di Aristotele o Socrate e struggendosi di lacrime per parole greche come kairos, taumazein o zoon politicon. Però non sarebbe divertente perché parlerebbe di un periodo glorioso della filosofia e io a parlare bene di qualcosa mi annoio. Per cui parlerò di che cos'è oggi la filosofia.<br />
<br />
Beh che dire... cerchiamo di spiegarlo in modo tale che anche degli scimuniti come voi possano capirlo. Muffosi e cattedratici signori, rimasugli di una qualche epoca passata in cui forse si tiravano le mazzate non solo per quattro spicci in più ma che a noi giovani risulta intellegibile come la città perduta di Atlantide, fanno dotte disquisizioni su una cosa chiamata Essere, che chiaramente deve essere distinto dal più volgare e plebeo verbo essere, che infatti non ha la maiuscola. Il problema è che ci sono varie opinioni su cosa questo Essere con la maiuscola sia. Alcuni dicono saggiamente che sarebbe il Linguaggio con la maiuscola, perché il fatto che noi ci possiamo porre questo problema così importante per le sorti dell'umanità non sarebbe possibile se non avessimo la cosiddetta grammatica oltre che la parola (che alcuni chiamano la Parola con la maiuscola). Ovviamente la problematica cambia se se la questione se la pone il manovale col suo limitato vocabolario che alla sera distrutto dal lavoro e mentre guarda la televisione, tra un talk show e l'altro si chiede "Perché?". Ecco, in tal caso possiamo dire che l'Essere si è disvelato per un secondo anche nella sua mente di essere dotato di linguaggio ma con vocabolario limitato e ancora legato al procacciamento naturale del cibo. Questo barlume che nel nostro manovale dura un istante è molto più chiarificato dal docente di ruolo con stipendio elevato e molto tempo libero. Ma soprattutto fornito di un vocabolario d'avanguardia, con termini come immanenza, induzione e inferenza che il nostro manovale probabilmente non udirà mai nella vita. La vera struttura dell'Essere sarà quindi sicuramente più chiara grazie ad un linguaggio con molti più vocaboli, tanto che i sostenitori di questa tesi non solo conoscono un sacco di parole, ma spesso ne inventano altre non appena scoprono nuove sezioni di Essere prima sconosciute.<br />
<br />
Questa in breve la spiegazione che convince molti filosofi a dire che l'Essere è essenzialmente Linguaggio (ricordate le maiuscole).<br />
<br />
Altri ancora non sono soddisfatti di questa tesi. Sostengono che va sicuramente bene dire che l'Essere si comprende col Linguaggio, ma che il fatto che stanno lì a discutere di Essere è possibile per lo stipendio dato dallo Stato, che è un ente cattivo che spesso fa cose brutte tipo tenere il monopolio della violenza e non darlo ad altri (per esempio a me che ne avrei bisogno, mannaggiaddio!). E insomma scoprono che il Linguaggio con cui parliamo dell'Essere forse serve a cose brutte tipo a colonizzare popoli selvaggi e insegnandoglielo a distruggere la loro cultura. Questo perché il Linguaggio non è neutrale ma contiene le cose della nostra cultura e non quella loro, così magari imparando il nostro linguaggio perdono la tradizione di mangiare la cacca di cammello. Quindi dicono che forse è meglio non usare il concetto di Essere perché così rischiamo di fare male agli altri. La loro soluzione è creare un linguaggio così ingarbugliato e incomprensibile che nessuno lo capirà e quindi non rischia di fare del male.<br />
<br />
Altri ancora hanno un'idea ancora più originale. Non sono soddisfatti dei concetti di Essere e Linguaggio perché gli sembrano troppo astratti e quindi trovano un'altra parolina con la maiuscola, l'Io. Questi infatti fanno la scoperta sensazionale che i due primi termini con la maiuscola esistono solo se il terzo termine con la maiuscola li pensa. Ovvero, se il manovale ha l'improvvisa illuminazione dell'Essere ciò avviene non per grazia divina ma grazie alla sua testolina, che prende varie cose complesse, le mette insieme e forma questo pensiero. Dopo questa scoperta però dicono anche che non c'è altro modo di concepire l'Essere se non pensandolo, ma questo pone un problema: io sto pensando anche Zio Paperino oltre che l'Essere, allora anche zio Paperino può essere reale? Questo è un problema non di poco conto, tanto che i nostri si impegnano giorno e notte per risolvere questo dilemma fondamentale.<br />
<br />
Poi ci sono altri ancora che ritengono che stare lì a parlare di cose come Essere o Linguaggio o Io è solo una perdita di tempo, si fanno avvocati difensori del manovale e dicono che bisogna usare concetti più chiari, alla portata dell'ultimo spaghettaro. Così dicono che i concetti per descrivere la realtà si possono raccogliere dalla realtà stessa come i funghi invece di spremersi col cervello alla ricerca di qualche combinazione efficace. Quindi bisogna fare tabula rasa di tutte le espressioni complicate. In tal modo la filosofia potrà fare affermazioni molto complesse come "Quella sedia è una sedia" oppure "Quel semaforo è rosso". Scoperte allucinanti anche se non ancora alla portata del popolino ignorante.<br />
<br />
Queste le principali contrapposizioni tra i filosofi oggi sul problema spinoso e complicato dell'Essere. Ora questa cassetta degli attrezzi che ti fornisce ogni filosofia dovrebbe servire in teoria a svariate cose. Si suppone che se tu impari queste cose sull'Essere sai meglio orientarti del camionista che dell'Essere sa quasi nulla se non porsi il problema ogni morte di papa. Inoltre fornito di questo armamentario puoi aspirare a tua volta a diventare un filosofo, che per il tornaconto economico non è male se ti sai gestire. Inoltre si può pensare che una determinata filosofia non faccia bene e dunque dialogando come faceva il vecchio Socrate si possa sostituirla con una migliore, sempre che non ti facciano fare la sua stessa fine.<br />
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C'è un problema però. Infatti l'aspirante filosofo per dedicarsi all'Essere ha sprecato tutto il suo periodo formativo, quello in cui solitamente si impara un mestiere o qualcosa che serva veramente, ad ottenere una laurea in filosofia. Ora, non tutti gli aspiranti filosofi lo diventano, perché la concorrenza è spietata e solo pochi possono avere il privilegio di stare a stretto contatto con l'Essere e farlo sapere grazie alle referenze culturali. La maggior parte degli aspiranti filosofi si trovano a dover cercare un vile lavoro meccanico, cosa in cui cui il manovale più esperto è avvantaggiato. Pertanto potranno supplicare il manovale di dargli qualche elemosina, tuttavia una cosa rispetto a lui la sanno: sanno che cos'è la filosofia.Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-35187181284186334832018-10-25T10:47:00.000-07:002018-10-25T10:47:26.044-07:00Aboliamo la pornografiaCome non bastasse lo stalinismo vegano, ora ci aggiungiamo anche l'abolizionismo bacchettone. Ebbene sì miei cari discepoli che seguite questo blog e i principi del socialismo ascetico vegano. Ora voglio che facciate un passo ulteriore e la smettiate di umiliare il vostro io in quell'atto abominevole a cui sottoponete la vostra povera e bisognosa sessualità. Voi siete essere unici e speciali, ma non è in questo modo vergognoso che potrete ottenere soddisfazione...<br />
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Ma andiamo con ordine. Lo stalinismo vegano sta crescendo di popolarità in tutto il Mondo. Almeno su Twitter. Quanti marxisti-leninisti, seguaci della prassi leninista del partito, si dichiarano vegani o vegetariani? Migliaia, forse decine di migliaia. Va bene, noi vegani dobbiamo convivere con degli schifosi pervertiti che bevono il liquido delle mammelle di un altro animale, ma per ora facciamocelo bastare. In ogni caso decine di migliaia di stalinisti vegani sono veramente troppi, al limite del mainstream. Perché funzioni il socialismo ascetico deve aumentare le sue pretese in modo da escludere quanti non mirano alla perfezione. A questo può esserci utile questa mappa:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-KixGS_0ogp0/W9HyGrtqLrI/AAAAAAAAABU/KU01XGsF0GoQ2FN41fmrBZvKPf1I5Iy9gCLcBGAs/s1600/Pornography_laws.svg.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="415" data-original-width="940" height="141" src="https://4.bp.blogspot.com/-KixGS_0ogp0/W9HyGrtqLrI/AAAAAAAAABU/KU01XGsF0GoQ2FN41fmrBZvKPf1I5Iy9gCLcBGAs/s320/Pornography_laws.svg.png" width="320" /></a></div>
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Questa mappa indica, in rosso, gli stati in cui la pornografia è illegale. Ora, ditemi voi, vedete uno stato socialista che non sia rosso? Cina, Vietnam, Corea del Nord, Cuba. Tutti vietano la pornografia. Ma perché lo fanno, saranno scemi? Saranno più intelligenti di noi loro che portano avanti da decenni, pure in una situazione durissima come questa, la battaglia per il socialismo. Forse che sanno qualcosa che noi non sappiamo?<br />
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Ecco, ora vi svelerò un segreto, che gli anni della deregulation degli anni 80' hanno rimosso dalle nostre coscienze. La pornografia è dannosa. Porta alla dipendenza da masturbazione compulsiva, all'inaridimento emotivo, psicologico e relazionale. Accentua la nostra distanza relazionale dagli altri, ci impedisce di darci in una relazione con un reale altro che sia il nostro partner rinchiudendoci in una sessualità astratta e masturbatoria. Produce un'idea di godimento come continuo ed illimitato, come un impulso da soddisfare continuamente e in maniera illimitata. Questo avviene soprattutto con la pornografia su Internet e la sua disponibilità illimitata.<br />
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Ora, questa verità molto semplice era compresa dai comunisti del passato (URSS, paesi del blocco sovietico) ma anche da quelli di oggi, almeno quelli seri e che ancora resistono. Dare ad un'adolescente la possibilità di crescere sessualmente attraverso la pornografia, che sta ormai sostituendo l'essenziale educazione sessuale, favorisce l'asocialità, il rinchiudersi nei propri desideri e nel nostro individualismo. Uno stato che si pretenda SOCIALISTA si deve basare su un individuo SOCIALE che sappia vivere in società e nel mondo e stare insieme agli altri come amici, come compagni, come avversari o come amanti. Le sinistre rincretinite dal sessantottinismo, che hanno abbandonato il marxismo, hanno confuso l'assecondare la deregolamentazione dei costumi con il progresso. Risultato: si fa meno sesso oggi che prima del Sessantotto. Viviamo in una cultura di esibizionismo ma arida di sesso reale. Per non parlare di bambole gonfiabili, siti di incontri ecc. Al posto del sesso reale, dell'erotismo abbiamo l'infantilismo e l'immediatezza che segue il flusso di mass media, social e comunicazione. Ormai l'altro è visto solo attraverso il nostro se e il nostro narcisismo.<br />
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Questa accettazione della ragion sessuale dominante da parte delle sinistre non è altro che uno degli aspetti dell'infestazione libertaria e liberista che ha distrutto qualsiasi opposizione seria all'ordine egemone. Il capitalismo neoliberista ha fatto credere alle sinistre codiste che assecondare la natura reazionaria e oscurantista della pornografia e la sua natura profondamente asociale e narcisistica fosse in realtà una liberazione. Così la liberazione e la deregolamentazione dei mercati finanziari ha come presupposto l'individuo ridotto a consumatore assoluto nella società di mercato. Tutto diventa consumo, anche il sesso che è solo un impulso da soddisfare nel proprio privato e senza la natura imprevedibile dell'altro, che potrebbe essere contraria alle nostre narcisistiche aspettative.<br />
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Ciò è stato possibile culturalmente anche grazie al lavoro alacre dei nipotini di Nietzsche. Eppure qualche noticella sulla natura profondamente reazionaria di questo autore ci veniva da Lukacs, e dal rischio che comporta la distruzione della Ragione (nell'immediatezza) e l'irrazionalismo. Infatti passato tra le mani di Deleuze, Guattari e Foucault l'irrazionalismo nietzschiano perde la sua natura gerarchica e fascistoide che aveva per prendere la forma del libertarismo e dell'anarchismo. E così la distruzione della Ragione non passa più per la squadracce pestanti ma per i battaglioni desideranti, per gli individui non più semplicemente atomizzati ma ridotti a flussi di desideri senza soggetti, che si perdono in sbornie di dati, droghe, masturbazioni e si gettano nella agambeniana "nuda vita" della "comunità che viene". L'economia libidinale dove solo il capitale gode.( Tra qualche mormorio dei più intelligenti dei loro colleghi, come i vari Derrida, Baudrillard, Debord che avendo letto veramente e non in maniera "rizomatica" Hegel e Marx stigmatizzavano i rischi della deregulation emotiva e della perdita di alterità).<br />
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Ed eccoci arrivati al capitale nella sua fase suprema, come dice il compagno Lenin, l'imperialismo del capitale finanziario. Ora forse che l'Occidente minaccia di soccombere alla post-democrazia oligarchica e ai reazionari reattivi ma sempre libertari-liberisti, e che la nostra generazione dimostra nelle sue ferite e nella sua disperazione i segni della deregulation sessuale, qualcuno abbia il coraggio di dire: "Smettetela di masturbarvi e fate la Rivoluzione!". E una volta fatta? "Vietate la pornografia!".<br />
<br />Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-78769823112816636872018-09-13T13:28:00.001-07:002018-09-13T15:21:40.774-07:00Democrazia... ma a che c***o serve?Se c'è qualcosa che caratterizza veramente il pensiero unico nel nostro tempo è l'elogio indiscusso e privo di critica, da Cesso Pound a Sinistra Inutile, da Salveeene, ai Giggini, ai Renzini, della parola "democrazia". Sgombriamo subito il campo. Costoro quando elogiano la democrazia non elogiano affatto il governo popolare, ma la democrazia borghese. E ci sarebbe anche da discutere sul governo popolare, ma va beh passiamo oltre. Democrazia come ognuno è libero di esprimere la sua opinione, tanto comandano gli oligopoli. E se il loro potere comincia a vacillare vi togliamo la democrazia. Embè, ma allora a che me serve la democrazia se quando la uso per cambiare qualcosa mi mandano Pinochet? Domanda retorica.<br />
La verità è che coloro che vezzeggiano la democrazia, più che altro vezzeggiano il popolo e i suoi vizi. La democrazia in Rousseau, per esempio, è basata su un popolo virtuoso. Non è che è irrealizzabile, ma si pone il problema dell'educazione e del miglioramento di questo popolo. Ora, vi sembra che il popolo abbrutito e impoverito da decenni di capitalismo allo stato selvaggio possa costituire un soggetto degno di una sensata democrazia? Perché nelle nostre democrazie occidentali sono questi i popoli, persone impoverite e disperate che votano il primo che sembra porgli qualcosa che possa distrarlo dalla sua disperazione. Ora, qui sarebbe facile fare il pippone aristocratico su quanto sono sceme le masse. Ora è vero che un sacco di gente ha votato Trump. Ma un sacco di gente ha pure votato la Clinton. Si finirebbe ad una gara assurda a scemo e più scemo.<br />
Insomma se l'istruzione pubblica fa schifo e cade a pezzi ed è difficile tirare a campare non puoi lamentarti che il popolo fa schifo. E tu sei pure un merdoso rentier con la puzza sotto il naso se fai il superiore e poi magari voti la Bonino. Quindi ovvio che tra queste persone discorsi simili non funzionano, funzionano solo per i fighetti che li fanno. Chi vuole uscire dalla fighetteria e cambiare il Mondo deve ragionare in maniera diversa.<br />
Intanto, siamo sicuri che la democrazia funzioni? Guardando i risultati, direi di no. Depredamento di risorse, desertificazioni, cambiamento climatico, guerra, povertà, land grabbing, distruzione di ecosistemi, fame ecc. Insomma, direi che se questi sono i risultati la democrazia è proprio nammerda. Però i fighetti si sono premuniti da una simile osservazione: eh, ma è colpa delle cattive dittature del Terzo Mondo che inquinano e non rispettano i diritti umani. Eh certo, tipo gli USA primo paese inquinante nel Mondo? Dopo c'è la Cina, che è però lo stato più popolato al Mondo, e dovrebbe essere prima non seconda! Per non parlare del fatto che delocalizziamo le industrie inquinanti in mezzo pianeta, quindi state zitti maledetti rentiers con paghetta di papà, che magari è lo stesso che delocalizza a Taiwan.<br />
Passiamo al punto. Come risolvi la situazione sopraccitata? Se chiede al popolo negli USA se vuole continuare ad ingrassare ed inquinare oppure mettere in discussione la propria egemonia sul pianeta cosa vuoi che ti risponda? Per questo la democrazia è inutile con un popolo che è abbrutito e impoverito. Per questo devi proclamare la dittatura e costruire scuole, ospedali, pagare alti salari e obbligare gli stronzi a mettere di depredare ed inquinare. Poi magari una volta completata l'opera si può parlare di democrazia. Questo è il comunismo. Per la precisione, stalinismo vegano. Ed ecco, siamo sempre lì...<br />
<br />Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-67396293269973800492018-09-12T11:45:00.004-07:002018-09-12T11:45:55.364-07:00Sinistra.... europea?Mentre il corpaccione putrescente del Partito Democratico marcisce tra i latrati dei suoi cani (Stampa, Corriere, Repubblica ecc.), qualcuno nella "sinistra sinistra" sembra sviluppare una certa passione per la necrofagia. Parlo degli intelligenti latori di sinistre democratiche, populiste (popolari?), ecosocialiste, femministe, genderiste, lgbtiste e chi più ne ha più ne metta. Di queste così solide convinzioni, così fastidiose e insopportabili per il sistema, chissà come mai è così difficile aggiungerci l'anti-europeista. Eppure di fronte a tematiche così importanti si può anche tralasciare il problema, dato che l'UE sicuramente non è un'istituzione di così grande importanza e così pericolosa (lo dicono la Grecia e l'Ucraina, ancora fieramente democratiche). Semmai il più grave problema d'Europa sono Orban e Salvini, attentatori di questa magnifica istituzione grazie alla quale non ci sono più guerre (non ci credevo fino al Nobel).<br />
La rivoluzione va fatta senza prendere il potere. Grande insegnamento del nostro Zezzandoddo. Le predazioni di terra in Amazzonia per fare le bistecche o il land grabbing in Africa si fermano democraticamente e per alzata di mano. Come i referendum sul'acqua pubblica. Il fatto che ci avviciniamo all'esaurimento delle risorse non è minimamente preoccupante. Si possono aspettare 1000 anni in tranquillità votando alle elezioni, anche se tra 70 anni metà pianeta sarà un deserto. Usare la violenza per fucilare i criminali che distruggono il Pianeta non è assolutamente contemplabile, perché da violenza nasce violenza. Porgi l'altra guancia.<br />
Democrazia, partecipazione, ma senza mai dare i fucili al proletariato, perché poi succedono cose brutte e rischia di cambiare veramente qualcosa. E Leuropa è riformabile. Certo bisogna lavorare pazientemente per prendere tutto il Parlamento Europeo. Tsipras, resisti massacrando un po' il tuo popolo. Intanto noi... ah no stai per perdere le elezioni... va beh sotto a Iglesias. Le elezioni hanno valore sacro, e il popolo rincoglionito dai ricchi che ci tiene quel 30-40% sotto scacco per non farci far niente ha scelto così. Va beh, hanno loro tutti i media, that's all folks!<br />
E l'euro! Eh mamma mia Borghibagnai, che disastro! Tutta questa sinistra che va a destra, come se il PCI avesse votato contro i Trattati di Roma e Rifondazione contro i Trattati Europei... ah, l'hanno fatto? Eh ma perché erano dei cattivi stalinisti! E vogliamo parlare dei migranti? Insomma, dire che qualcuno li sta portando qua è razzista! E' molto meno razzista pensare e immaginare che siano dei cittadini deleuropa in Erasmus. Inspirare, espirare. Ah come è bello il Mondo! Ehi ma qualcuno muore di fame laggiù, buttiamo un po' di soldi a queste beneamate ONG e bombardiamo il dittatore cattivo! Che bello! E il fatto che vengano altri migranti è buono e giusto, non sia mai che uno abbia diritto a vivere a casa sua senza baraccopoli, invasioni predatorie e imperialiste, missionari, suore e puttane e chi più ne ha più ne metta. Viva l'ospitalità, ma a marcire nelle periferie insieme a quei cattivi razzisti, non sul mio prato!<br />
Sinistra Europea. SE. SE. SE. SE Leuropa fosse più democratica sarebbe più bella. SE non ci fossero guerre il Mondo sarebbe più bello e rosa. SE non ci fossero i confini sarebbe tutto più rosa e colorato. SE non ci fosse Salvini non c'avrei un cazzo da fare la sera al Pedro, niente fasssisti da picchiare. SE non ci fosse SE magari non ci sarebbero tutti sti problemi. Ohibò!<br />
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<br />Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-54515761139269603602018-08-17T13:37:00.002-07:002018-08-17T13:37:13.917-07:00Colpi di sole+sinistra rosicante=scemenze pidioteL'autore del presente articolo è ben lungi dall'essere a favore di questo governo fatto di pavidi e opportunisti che non sono lontanamente in grado di restituire un po' di libertà al nostro paese, niente di eccezionale una semplice indipendenza con ancora il capitale e la borghesia, figurarsi poi di socialismo di cui non c'è nemmeno l'ombra. Eppure quando vedo i loro avversari, quando sento il loro digrignare di denti e le loro palesi scemenze, con le quali ci hanno già tormentato per anni e anni quando erano al potere, capisco il sentimento liberatorio con il quale molti, in maniera certo ingenua, potevano considerare i giggini e i salveenee capaci di spazzare via questi idioti.<br />
Ma andiamo con ordine. Qual'è l'ultima geniale impresa di piddinia? Quella di cui si rimane sempre basiti, perché quando pensi che si siano attestati sul liquame liberista condito di fasullo progressismo lo infarciscono di nazismo in politica estera (il motivo per cui persino uno come Putin ormai è un progresso). Ebbene, dopo averci regalato l'antifascismo con tanto di visita alla giunta golpista di Scemoshenko e ai nazisti dell'Illinois, dopo aver sostenuto senza se e senza ma lo sterminio dei siriani da parte di Trump (evitato grazie alle difese antiaeree e al supporto russo) mentre persino il nano infame era titubante, dopo aver cavalcato la russofobia più becera e slavofoba attraverso il loro fogliaccio repubblichino, dopo essersi opposti senza se e senza ma alla nomina del serissimo Foa alla Rai che avevano lottizzato per anni con amici e parenti sionisti, atlantisti, europeisti e chi più ne ha peggio ne metta, dopo averci dato Jobs Act, Legge Fornero, Buona Scuola, Fiscal Compact, insomma i rulli compressori della Costituzione così vecchia e fastidiosa per i Goldman Sachs, JP Morgan, Rotschild, Soros ecc. che per colpa di essa non possono predare il nostro paese.... ebbene, dopo aver realizzato integralmente il programma di Pinochet e buone parti di quello di Hitler (in Medio Oriente con Merdogan, Bibi, ISIS, Al Qaeda, CIA, Mossad, Delfino Pazzo Salman ecc.) non hanno resistito all'impulso di passare alla storia come i più abbietti esseri umani che si siano mai visti sulla faccia della Terra. E così fedeli alle politiche di Mortadella e Baffino che negli anni hanno difeso e approfondito, si sono trovati di fronte al pericoloso atto sovversivo di un governo che abbozza timidamente e quasi con pudore una proposta di nazionalizzazione. COOOSA? Eresia, follia, alto tradimento, attentato a Mattarella, razzismo, fascismo, sessismo, Leuropa, democrazia in pericolo, populismo, ministro della malavita, restrizione del suffragio, incompetenti. E sia mai che si retroceda da politiche di così grande successo per il nostro paese! Perché se grazie a loro ci siamo sorbiti anni di stagnazione con susseguente ripresina spacciata per grande trionfo, devono sicuramente essere i più adatti per riassestare le finanze del paese. Attentato a Mattarella, Savona via e Cottarelli ministro subito!<br />
E poi si chiedono da dove viene il 30% di Salvini (non è colpa del sottoscritto di sicuro, e chi tira fuori i nazbol è avvertito).Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-73154456657828471902018-06-20T04:29:00.001-07:002018-06-20T04:29:30.823-07:00Immigranzia<a href="http://www.linterferenza.info/contributi/salvini-la-sinistra-la-decenza/">http://www.linterferenza.info/contributi/salvini-la-sinistra-la-decenza/</a><br />
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La discussione sull'immigrazione è un indice dello stato penoso della sinistra, anzi dell'inesistenza della sinistra. Infatti, la sinistra esiste solo se ci sono politiche di riformiste e progressiste, nel senso di tenere a bada il Capitale. Ora, queste politiche non esistono più. Dunque la sinistra non esiste, poche storie. Bisogna costruire una vera alternativa, possibilmente di classe e socialista, tenendo fermi i punti di un'analisi marxista ma lasciando perdere l'aggettivo sinistra, che al momento è inservibile.<br />
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Per fortuna c'è ancora qualcuno come il succitato che tende invece a ragionare e non a buttarsi su pochi ruvidi concetti da usare come armi contro il proprio nemico (fascisda, razista, mondialisda, servo di Soros ecc.).<br />
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"In particolare nell’articolo sottolineavo che ad oggi quel che ritengo più temibile non è tanto che Salvini compia atti “disumani” sui migranti – come vedremo lo ha fatto e lo fa chi lo critica – ma un pericoloso inquinamento culturale che finisca per far diventare senso comune la diffidenza e il fastidio per l’Altro."<div>
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Ecco centrato il punto fondamentale. Salvini non ha mai compiuto atti crudeli contro gli immigrati come i suoi avversari (che sono peggio di lui) gli rinfacciano. Bloccare una ONG e offrirsi di nutrirne i passeggeri non è proprio un atto così disumano, confrontato al securitarismo di Macron a Ventimiglia. Semmai è il clima concreto che crea la Lega di contrapposizione tra proletari, di portare la discussione sugli effetti e non sulle cause dell'immigrazione, sulla piccola criminalità che è deleterio per una forza di classe e socialista. </div>
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Altro punto fondamentale:<br /><br />"Ora, io personalmente ritengo la rapina neo-coloniale dei Paesi da cui provengono ad esempio i migranti dell’Africa subsahariana una guerra fatta con altri mezzi. Una guerra che ha conseguenze atroci e subdole. Così subdole che poi qui in Occidente ci dilettiamo in questa suddivisione bizantina: rifugiati vs migranti economici.<br /><br />No! Non è così (e penso che Gino Strada concorderà): le guerre fatte coi proiettili e con le bombe e quelle fatte coi debiti e la rapina dei beni nazionali fanno parte dello stesso pacchetto. Le statistiche dell’ISPI non assolvono la nostra coscienza occidentale e le nostre responsabilità."<br />
Punto fondamentale. Non c'è alcuna distinzione tra rifugiati e immigrati economici (bandite per favore il termine migranti, non sono mica in Erasmus!). La globalizzazione e liberalizzazione delle economie africane, su cui i legaioli che oggi si lamentano dell'immigrazione non hanno mai aperto bocca, è la vera causa dell'emigrazione, processo dentro il quale ci stanno anche delle guerre, ma non solo.<br />
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Sul resto per ora mi taccio in cerca di altro materiale. </div>
Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-18952404338650580512018-06-16T08:43:00.002-07:002018-06-16T08:44:05.364-07:00Fosche nubi e arcobaleni all'orizzonte. Riassunto delle puntate precedenti. Sugli orizzonti della storia si intravvedono tempeste e arcobaleni. Questa materia relegata nei dipartimenti di humanities si vendica attraverso la sua proverbiale astuzia sui commentatori che l'avevano così facilmente ignorata. La Cina. Trump e Kim. Shanggai batte G7. Il nostro mondo occidentale decadente, dove piccole isole resistono al generale appiattimento verso il basso, al degrado culturale, all'immiserimento, alla perdita del plusvalore coloniale... insomma questo mondo occidentale non riesce a guardare al di là della proprio satollo e stracolmo ventre (<a href="https://ilfattoalimentare.it/obesita-europa-crescita-uk.html">https://ilfattoalimentare.it/obesita-europa-crescita-uk.html</a>, dati del 2011) e facilitato in questa pigrizia dai sacerdoti custodi della verità (le veline del atlantisioneuropeismo) si deprimae tra legioni di vecchi non pensionabili per carenza di posti, salvo posto in caldo per la Fornero, e giovani NEET che si aggrappano a qualche barlume di falso edonismo per non espirare. Ci sono poi gli hikikomori, moda d'importazione giapponese, che proprio rinunciano in partenza alla giungla del Libero Mercato chiudendosi nel proprio sepolcro di abitazione, contando sul reddito dei genitori finché questi campano. Su questa legione di zombie comandano i pochi vincenti della globalizzazione, i fighetti pariolini, gli squali della finanza e i politicanti che fanno loro da tappezzeria. Il problema è che tra questi politicanti c'è chi per opportunismo, chi per ambizione, chi anche, ma questo è raro, per effettiva buona fede ha almeno verbalmente e qualche volta pure effettivamente fatto intravvedere un barlume di critica verso i feudatari sopra accennati. Si è trattata di una bella scelta, perché adesso questi si sono trovati al governo. I ritardatari (la sinistra, come al solito) sono stati spazzati via nel loro penoso tentativo di ammantarsi ad oppositori del sistema. Votare Potere al Popolo richiede una grande fatica, tra sopportazioni e turamenti di naso. Votare 5 stelle o Lega è invece un gesto facile e liberatorio che non richiede alcuno sforzo, tanto basta che le élites che controllano i media e ne fanno il loro parco auto-referenziale ricevano un bel calcione nel sedere. E intanto a sinistra c'è grande confusione. Vediamo un po' le strategie:<br />
1) Imitiamo Corbyn ammantandolo del solito vuoto progressismo, candidando però personaggi che non hanno la benché minima caratura del vecchio leader anglosassone, così giovale e vicino ai giovani ma soprattutto immesso dentro il partito a furor di popolo per cacciare le sanguisughe blairiane. E allora sotto coi D'Alema, i Grasso e i Boldrini, personaggi che non hanno detto una sola parola contro la macelleria sociale del commissariamento liberista Monti-Letta-Renzi-Gentiloni, ma anzi spesso ne erano proprio i fautori. Raggruppati i quattro vecchi nostalgici dell'era Prodi, gli altri per tradizione di obbedienza togliattiana continuano a votare PD.<br />
2)Imitiamo Melenchon, però non muoviamo un passo fuori dagli ambienti auto-referenziali della sinistra, cosa che invece France Insoumise fa abbondantemente. Al massimo ci rechiamo nelle periferie disagiate per difendere i migranti dai bifolchi razzisti della classe operaia che non li sopportano. Teoricamente poi non usciamo dal solito movimentismo che decreta una totale incompronesione dalle problematiche della gente comune, ma soddisfa le minoranze universitarie casiniste. Gli altri votano 5 stelle per andare sul sicuro, tanto sanno che prende più del 3%.<br />
3) Prendere sberle da tutti, fare errori, ma cercare di creare una vera alternativa socialista e comunista, cercare di parlare alla gente delle periferie anche se in una situazione disastrosa per il comunismo e di totale isolamento. Fare l'unica critica seria dell'Unione Europea, a cui si aggiunge totale avversione per i banditi dell'atlanteuropeismo. I risultati non potevano essere buoni. Però non si può pretendere di avere tutto subito. Per vedere il sol dell'avvenire ci vuole almeno un decennio di fatiche, se non due.<br />
Insomma, la terza alternativa è quella se non altro più rispettabile. Le altre due certificano solo la volontà tattica di sopravvivere senza molte prospettive vivacchiando. La terza alternativa sarà anche criticabile, ma almeno si pone degli obbiettivi. Cerca di resistere, Rizzo.<br />
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Ma basta parlare della sinistra. Parliamo di cose importanti. Si diceva di sommovimenti internazionali. Ma i ladroni e i loro cavalier serventi non potevano interrogarsi su questi segnali. Erano troppo impegnanti a massacrare un governo anche solo leggermente critico seppur con la schiena piegata per aver, udite udite, fatto ciò che ogni paese dovrebbe fare, ovvero bloccare bande di schiavisti che si ammantano della pelosa carità cristiana e occidentale per importare merce umana all'ingrosso e sostituirla con soccorritori della guardia costiera. Atto di tale ferocia da essere discusso in lungo e in largo, ignorando il fatto che il presidente americano e un vero statista, il leader della RPDC Kim Jong Un, si incontravano per parlare di cose concrete. Sarà per un'altra volta, dai.Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-38479955406449907582018-06-08T06:35:00.001-07:002018-06-08T06:35:23.459-07:00Approndimento teorico sul tema del blogQuesto blog serve a riempire il tempo libero dell'autore e nello stesso tempo educare voi poveri ignoranti alle prodezze della superiore forma di governo chiamata socialismo nonché alla superiore forma di dieta chiamata veganesimo. Per cui qualche approfondimento è d'obbligo. Come fanno due forme di agire spesso considerate contrapposte ad incontrarsi nella persone dell'autore di questo blog? Ma soprattutto come fa l'autore di questo blog ad apprezzare regimi come quelli comunisti dove si faceva strage dei poveri animali esattamente come nei paesi capitalisti? <div>
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Una cosa alla volta. Innanzitutto dobbiamo ricordare che il socialismo, a differenza delle altre forme di organizzazione politica, non si basa su una dottrina che si presenta lì bella e pronta da applicare in ogni tempo e in ogni luogo, come la democrazia ammmeriggana esportata a suon di bombe. Il socialismo infatti, o almeno l'unica forma di socialismo che abbia potuto realmente contare qualcosa (quindi niente trozkismo e consiliarismo) è basata sul marxismo e sul metodo dialettico. Questo metodo permette di comprendere come la realtà sia in continuo mutamento e in continua evoluzione, pertanto bisogna sempre cercare di adeguare i pensieri nella propria testa alla realtà esterna e non il contrario, altrimenti si entrerebbe in una forma di idealismo soggettivista che ritiene il pensiero superiore alla materia, degradata a pura passività da cui trarre dei dati. Anche questo punto può portare il veganesimo a favore del marxismo: certo, lo sappiamo tutti cosa Marx e Engels pensavano dei vegetariani. Però sappiamo anche cosa pensavano degli omosessuali. Perché erano uomini del loro tempo, e soprattutto di loro non ci interessano le loro opinioni personali ma il metodo dialettico e il materialismo storico. Insomma, nella dialettica materialista l'animale è qualcosa di sussistente e realmente esistente al di fuori di noi, non è una semplice passività su cui esercitare la nostra egemonia. Una cosa che però ci insegnano Marx ed Engels è che della scienza, del dominio dell'uomo sulla natura non possiamo fare a meno, in quanto si tratta di un processo inarrestabile. Pertanto ogni cambiamento deve tenere conto di questo fatto, cosa che i compagni cinesi hanno ben capito ( e qua ci sarebbe da aprire una lunga parentesi).</div>
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Altro punto. Bisogna separare il veganesimo dall'ambientalismo, dall'ecosocialismo e da altre ideologie simili, sottomesse al capitale. Per fare riferimento a quanto appena detto, i compagni cinesi stanno facendo per l'ambiente più di quanto fanno gli ambientalisti da poltrona di casa nostra, che hanno sostenuto governi filo-padronali e soprattutto per nulla ambientalisti. Solo all'interno del socialismo ci sono possibilità per l'elevazione materiale e intelletuale dei proletari e quindi una maggiore possibilità di accettare e diffondere la dieta vegana, mentre nel paese capitalista per eccellenza (Usraele) il WASP medio drogato di televisione, hamburger e discorsi di Trump pensa che tutto il mondo attorno a lui deve perire per soddisfare il suo stile di vita insostenibile. Sono questi che comandano da quelle parti, i progressisti arricchiti delle città anche se sono vegani contribuiscono a far odiare alle masse questo stile di vita e non vengono votati da nessuno. Per non parlare delle minoranze universitarie, tutte intrise di differenzialismo e ridotte all'impotenza.</div>
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Inoltre, il vegano se vuole combattere per l'emancipazione degli animali deve prima emancipare gli uomini. Il progresso nei diritti degli animali non può separarsi da quello dei diritti degli uomini. Un uomo abbrutito e ignorante a causa della miseria a cui lo costringe il sistema capitalista di sicuro non si compra il seitan. Il vegano deve quindi prima combattere insieme ai proletari onnivori contro lo sfruttamento dei padroni (anche se sono vegani) e solo mentre ciò avviene può porre anche il problema dell'emancipazione degli animali. Questo può avvenire solo con la realizzazione del socialismo e può essere pensato solo attraverso un pensiero dialettico. In particolare ci viene in aiuto Mao, che parla di contraddizioni principali e secondarie. Compagni vegani, rassegnatevi, io mangio solo frutta e verdura tutto il giorno perché ritengo che si possa vivere benissimo senza massacrare in continuazione un altro essere vivente. Però capisco anche che questa mia presa di coscienza in questo momento non può esser universalizzata, mancando le condizioni per farlo. E questo lo sapeva benissimo Mao che ai marxista occidentali che pensavano dogmaticamente che il proletariato occidentale avrebbe liberato il Mondo, diceva che la contraddizione principale è tra paesi poveri che si devono sviluppare (anche in maniera capitalistica) e i paesi ricchi già sviluppati, a cui si aggiunge poi SOLO nelle zone più sviluppate il conflitto tra il proletariato e i capitalisti. Stessa cosa per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni degli animali.</div>
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Per concludere: perché stalinista? Perché i trozkisti sono carogne infami. </div>
Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4433383165846802897.post-61463862336743101432018-06-07T13:53:00.000-07:002019-12-17T16:56:07.184-08:00Le contraddizioni di Sollevazione<a href="http://www.antimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4282:nicaragua-sollevazione-popolare&catid=147:nicaragua">http://www.antimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4282:nicaragua-sollevazione-popolare&catid=147:nicaragua</a><br />
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Partiamo dai rimasugli del dissolto Campo Antimperialista (Sollevazione, Programma 101). A questo commento a caldo della vicenda non ha fatto seguito nessuna correzione di tiro (quindi vorrà dire che sul Nicaragua mantengono la stessa idea). Veramente incredibile come assumano acriticamente l'intera narrazione della stampa per poi coprire di improperi chi cerca di metterla in discussione come "complottista".<br />
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Sorprende la vastità delle citazioni. El Pais. La versione italiana di Repubblica. Evidentemente si vergognano troppo di citare la versione italiana, che insieme al Foglio, Giornale, Libero, Corriere ecc. si è unita al coro di calunnie contro il Nicaragua.<br />
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Perché il problema dei nostri non sono tanto le critiche a certi compromessi di Ortega, dettati sia dalla natura assolutamente non socialista ma al massimo di borghesia nazionale progressista e riformista del governo di Ortega e quindi dalla dipendenza economica che questo ha nei confronti dell'Occidente.<br />
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Per Sollevazione invece, i fatti contradditori che ho appena esposto significano che<br />
"un governo erede della rivoluzione sandinista del 1979 sia diventato un agente, per la precisione uno strozzino, per nome per conto della finanza predatoria globale".<br />
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Curioso che quelli che espongono questa opinione siano tra i sostenitori, in funzione anti-tedesca, del governo giallo-verde, che tra i punti del suo programma ha la realizzazione della famosa Flat Tax. Evidentemente quando però un governo ci libera dalla finanza apolide grazie a Bannon e Trump, è benemerito e può massacrare quanto welfare vuole, mentre se lo fa perché il sistema di previdenza è insostenibile per uno stato con un'economia certo in crescita ma non proprio brillante e soprattutto non socialista.<br />
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Ma la cosa non è importante. Non bisogna guardare alle contraddizioni e analizzare le forze in campo. Bisogna condannare il cattivo "dittatore" (eletto in libere elezioni) con la sua burocrazia stalinista soffoca le martoriate moltitudini che si ribellano in nome del movimentismo senza se e senza ma.<br />
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Ma continuiamo. "Non è quindi solo per pensioni dignitose che i cittadini nicaraguensi sono scesi per le strade. La "riforma" è stata infatti la goccia che ha fatto traboccare il vaso."</div>
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Eh certo. Sono 20 anni che la nostra rapace borghesia nazionale e i suoi padroni euro-atlantisti ci spolpano di ogni autonomia, sovranità, ci impongono il capestro dell'euro, il neoliberismo, le privatizzazioni, il giobs act e la Buona Scuola (che in confronto la riforma Gelmini era oro). E non s'è mosso ciglio se non quando bisognava mandare il "delinquente" in galera. E questi mi vorrebbero far credere che per un taglio sociale (che, sia chiaro, rimane una schifezza, ma non è questo il punto) improvvisamente tutti si siano ribellati al cattivo dittatore?</div>
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Qui il quartointernazionalismo di Moreno Pasquinelli e del movimento in generale emerge pienamente. Per prevenire gli errori come il credere che l'Ayatollah sia sempre anti-imperialista, si dà all'Ayatollah sempre dell'imperialista. Marx, Lenin, Mao buttiamoli in soffitta. </div>
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Alcuni articoli più meritevoli sul Nicaragua:</div>
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<a href="https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-Nicaragua_Quando_Le_Menzogne_Vincono_E_Diventano_Realt%C3%A0/5694_24224/">https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-Nicaragua_Quando_Le_Menzogne_Vincono_E_Diventano_Realtà/5694_24224/</a></div>
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<a href="http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2018/06/cosa-unisce-italia-e-nicaragua-soros-e.html">http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2018/06/cosa-unisce-italia-e-nicaragua-soros-e.html</a></div>
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Lord Attiliohttp://www.blogger.com/profile/10744569480273661115noreply@blogger.com0